Dov’è la Vittoria arriva a Roma al Teatro Basilica sabato 30 novembre alle ore 21:00 e domenica 1 dicembre alle ore 16:30.
𝘜𝘯𝘢 𝘭𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘵𝘳𝘦𝘮𝘢 𝘥𝘦𝘴𝘵𝘳𝘢 𝘦̀ 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘥𝘰𝘯𝘯𝘢 𝘤𝘢𝘯𝘥𝘪𝘥𝘢𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘗𝘳𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘊𝘰𝘯𝘴𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘪𝘯 𝘐𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢. 𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝗹𝗮 𝗿𝗲𝗮𝗹𝘁𝗮̀, 𝗺𝗮 𝗶𝗹 𝗻𝘂𝗰𝗹𝗲𝗼 𝗱𝗶 𝗗𝗼𝘃’𝗲̀ 𝗹𝗮 𝗩𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮, 𝘶𝘯 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘵𝘦𝘢𝘵𝘳𝘢𝘭𝘦 𝘴𝘤𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘯𝘦𝘭 2018 𝘤𝘩𝘦 𝘦̀ 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘤𝘰𝘭𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘭𝘭𝘦𝘵𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘉𝘌𝘴𝘵𝘢𝘯𝘥.
“𝘘𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘪𝘯𝘤𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢𝘷𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘪 𝘴𝘢𝘳𝘦𝘮𝘮𝘰 𝘵𝘳𝘰𝘷𝘢𝘵𝘪 𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘤𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘤𝘪 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘵𝘢̀ 𝘱𝘰𝘭𝘪𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘪. 𝘍𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘪𝘭 𝘵𝘦𝘢𝘵𝘳𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘪𝘯𝘤𝘪𝘥𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘤𝘳𝘦𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘶𝘭 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘦, 𝘮𝘢 𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘰 𝘱𝘶𝘰̀ 𝘪𝘯𝘵𝘳𝘰𝘥𝘶𝘳𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘤𝘰𝘳𝘱𝘰 𝘷𝘪𝘷𝘰 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘯𝘦𝘣𝘣𝘪𝘢 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘦 𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘰𝘯𝘥𝘰𝘯𝘰, 𝘦 𝘥𝘢 𝘤𝘶𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢 𝘪𝘭 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘰.”
Italia: un paese della civilissima Europa che a furia di xenofobia e rigurgiti populisti sta diventando sempre più nera. Tre attori sono nel pieno di un processo creativo: la costruzione di un personaggio controverso, a tratti grottesco, imprendibile – Vittoria Benincasa, prima attivista e poi leader di un partito di estrema destra che tenta la scalata alla Presidenza del Consiglio.
Vittoria (personaggio di fantasia?) ha un talento da trasformista e il carisma di una cattiva Marvel. Si muove con destrezza nel vuoto ideologico dell’Italia degli ultimi vent’anni, elude le contraddizioni della sua identità politica e di genere, mira al cuore del suo elettorato. I tre attori entrano ed escono freneticamente dai loro personaggi alla ricerca del vero volto di Vittoria, mentre un disagio crescente inceppa il meccanismo della satira e la finzione comincia a fagocitare la realtà.
Volevamo far ridere ma forse abbiamo fallito. Man mano che lo svolgevamo, l’argomento ci bruciava tra le dita: l’attualità ci dava conferma dell’assurdo che fantasticavamo. Di conseguenza l’umorismo si faceva più nero del previsto, la farsa virava verso il grottesco, la commedia diventava indigesta e corrosiva. Di fronte a una realtà che si fa parodia di se stessa, la satira contemporanea ci è parsa un genere compromesso e consolatorio, e allora siamo andati a fondo con questo disagio. Vorremmo che le risate del pubblico finissero con un rospo in gola.
Abbiamo proiettato il nostro disagio sui personaggi-attori e ci siamo interrogati sull’efficacia della ricerca estetica quando è messa a reagire con componenti acide. Il metateatro è stato per noi soltanto un dispositivo formale per parlare del nostro tempo, del nostro mondo politico e della deriva populista e destrorsa presa dai governi della civile Europa. Ci siamo sforzati di sospendere il giudizio durante tutto il processo di scrittura, con l’intenzione di rimandarlo al pubblico – se nella commedia attica, nelle pause tra una scena e l’altra, l’attore si toglieva la maschera per inaugurare il momento della parabasi, la nostra scelta è quella di dilatare e sviluppare questa pratica. Provocare per stimolare un pensiero critico sul proprio presente, per innescare una presa di coscienza. Certo ci siamo schierati, ma soltanto contro.
𝗢𝗚𝗡𝗜 𝗥𝗜𝗙𝗘𝗥𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢 𝗔 𝗣𝗘𝗥𝗦𝗢𝗡𝗘 𝗘𝗦𝗜𝗦𝗧𝗘𝗡𝗧𝗜, 𝗙𝗔𝗧𝗧𝗜 𝗥𝗘𝗔𝗟𝗠𝗘𝗡𝗧𝗘 𝗔𝗩𝗩𝗘𝗡𝗨𝗧𝗜, 𝗣𝗘𝗥𝗦𝗢𝗡𝗔𝗟𝗜𝗧À 𝗣𝗨𝗕𝗕𝗟𝗜𝗖𝗛𝗘, 𝗖𝗢𝗡𝗧𝗜𝗡𝗚𝗘𝗡𝗭𝗘 𝗦𝗧𝗢𝗥𝗜𝗖𝗛𝗘 È 𝗨𝗡𝗔 𝗧𝗥𝗔𝗚𝗜𝗖𝗔 𝗖𝗢𝗜𝗡𝗖𝗜𝗗𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗖𝗛𝗘 𝗡𝗢𝗡 𝗥𝗜𝗨𝗦𝗖𝗜𝗔𝗠𝗢 𝗔 𝗦𝗣𝗜𝗘𝗚𝗔𝗥𝗖𝗜
@collettivoBEstand
Di Agnese Ferro, Giuseppe Maria Martino, Dario Postiglione
Regia Giuseppe Maria Martino
Aiuto Regia Dario Postiglione
Con Martina Carpino, Luigi Bignone, Antonio Elia
Disegno Luci Sebastiano Cautiero
Scene Carmine De Mizio
Costumi Federica Terracina
Fotografo Di Scena Tommaso Vitiello
Produzione Teatro Di Napoli – Teatro Nazionale
Casa Del Contemporaneo
Premio Neiwiller Di Artec Napoli 2020 | Premio L’artigogolo 2019, Pubblicazione Del Testo Per La Casa Editrice Chipiùneart | Menzione Speciale Per La Migliore Attrice (Martina Carpino) Al Premio Nuove Sensibilità 2.0 Del Teatro Pubblico Campano | Premio Del Pubblico Al Festival Inventaria 2019
fonte foto di copertina: ufficio stampa