NapoliCittàLibro 2023, l’inaugurazione e le interviste

NapoliCittàLibro 2023, l inaugurazione e le interviste

NapoliCittàLibro 2023, l’attesissimo Salone del Libro e dell’Editoria, è finalmente approdato negli ampi spazi del Centro Congressi della Stazione Marittima di Napoli 

Una quarta edizione realizzata ad hoc dai patron della rassegna Rosario Bianco e Alessandro Polidoro per non deludere proprio nessun lettore e per accontentare soprattutto i gusti dei giovani fino ad arrivare addirittura a sorprenderli; con un programma denso di eventi, laboratori didattici, novità editoriali, con la presenza di circa 100 editori  e reading di grandi scrittori, la nuova rassegna di NapoliCittàLibro dal titolo “Tempeste” è iniziata in grande stile.

L’inaugurazione 

La grande Kermesse NapoliCittàLibro 2023 è stata inaugurata al suono della trionfante e solenne Fanfara dei Carabinieri, Giovedì 13 aprile, alle ore 11.00, nella Sala Calipso del Centro Congressi, alla presenza di Angelo Piero Cappello, direttore Cepell – Centro per il Libro e la Lettura – Ministero della Cultura; Marina Walter, direttore Commerciale Exclusive Campania Calabria Sicilia di Intesa Sanpaolo; Ciro Fiola, presidente CCIAA Napoli; Sergio Locoratolo, coordinatore Politiche culturali del Comune di Napoli; Luca Trapanese, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli;  dei patron Alessandro Polidoro, presidente  associazione Liber@Arte e Rosario Bianco, vice presidente associazione Liber@Arte.

L’omaggio al grande Piero Angela

Come già anticipato dai patron della rassegna all’incontro del 14 marzo con la stampa, questa quarta edizione di NapoliCittàLibro è stata dedicata al grande Piero Angela (divulgatore scientifico, giornalista, conduttore televisivo, saggista e con una breve carriera professionistica anche di pianista e musicista jazz). Per l’occasione Piero Angela è stato celebrato in una delle sale del Centro Congressi con una serie di proiezioni: dalla sua intervista a “Mezzanotte e dintorni” realizzata da Gigi Marzullo nel 1990, a un documentario di Rai Storia nel 2018 con un’intervista ad Angela che ricorda la telefonata ricevuta nel 1968 dove gli veniva offerta la conduzione del Telegiornale delle 13: 30, fino a un suo lavoro svolto negli anni 1958-59 per documentare la guerra d’Algeria in Francia.

Un’ampia offerta di laboratori esperienziali ha caratterizzato la nuova edizione di NapoliCittàLibro 2023

I laboratori esperienziali, vera chicca di questa quarta edizione, hanno occupato durante questa prima giornata i tanti giovani, studenti e studentesse, intervenuti alla kermesse con i loro docenti in interessanti e stimolanti attività laboratoriali.

 

Laboratori che per la loro particolare attenzione ai temi e ai lessici della contemporaneità, come il linguaggio del fumetto e del podcast  hanno riscosso subito un boom  di iscrizioni soprattutto da parte delle scuole:  il Laboratorio Booktoker e Bookstagrammer, a cura di Storie di Napoli (la più grande community sul web di divulgazione culturale) dove giovani esperti hanno dimostrato ai ragazzi come con Tiktok e Instagram si possano creare e far diventare virali anche i contenuti culturali (dai libri all’arte, dalla storia alla musica); Capire il fumetto, a cura di Alessandro Giordano, della Scuola Internazionale di Comics, in cui si è esplorato  il linguaggio del fumetto e attraverso diverse opere si sono osservati con i giovani partecipanti i  vari stili di narrazione che hanno elevato il fumetto come vera forma d’arte; Mostro, un laboratorio podcast per ragazzi, a cura di Marco Zapparoli, coeditore Marcos y Marcos, che ha stimolato i ragazzi alla ricerca deI mostro che è in ciascuno di noi, dei mostri che sono vicini a noi oppure che creiamo e non esistono; il Laboratorio di narrativa sul racconto horror,a cura di Vincenza Alfano,  sulle orme del grande scrittore statunitense, Edgar Allan Poe, ritenuto tra i maestri di tale genere letterario.

Tanti gli ospiti e gli eventi in programma di questa prima giornata di NapoliCittàLibro 2023

Gian Paolo Porreca con il libro “Il Giro racconta” (Le Varie)  in cui l’autore racconta la meravigliosa storia della Corsa Rosa e dei suoi 116 arrivi in Campania;  Luca Trapanese, Assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, invitato a spiegare il suo libro “Le nostre imperfezioni”(Salani Le Stanze), oltre che a dibattere di temi importanti, dalla disabilità alla diversità in senso ampio, dalla fecondazione assistita all’adozione, dai diritti all’integrazione; Angelo Piero Cappello (direttore Cepell) e Francesca Guercio che hanno discusso sulle nuove forme di lettura e di scrittura che si stanno affacciando all’orizzonte del futuro del libro (Linguaggi. Le tempeste in Rete: Nuove forme di lettura/scrittura); gli attori e gli autori della famosa serie TV “Un posto al sole” intervenuti per la presentazione del nuovo romanzo “Portami con te” di Dario Carraturo e Paolo Terracciano edito da Rai Libri: un libro che vuole celebrare la lunga storia di uno dei programmi più importanti del palinsesto di Rai3, un regalo per tutti i telespettatori, partenopei e non, che seguono la tanto amata serie TV e i suoi personaggi da ben 25 anni.

Perché “Un Posto al Sole” riscuote ancora un così grande successo di pubblico?

A NapoliCittàLibro 2023 ce lo hanno spiegato direttamente gli autori e gli attori intervenuti all’incontro dialogando con Alessandro Polidoro: “Un posto al Sole” rispecchia la vita reale, scandisce il tempo insieme a noi, i suoi protagonisti (gli inquilini di Palazzo Paladini) sono personaggi autentici, volti familiari. Con loro ci emozioniamo, ci arrabbiamo, ci divertiamo. “Spesso in questi anni la difficoltà è stata per noi attori, almeno per me all’inizio, di essere identificato  quando uscivo per strada solo come Diego, personaggio (il figlio di Raffaele e di Rita nella serie) e non più come Francesco, persona reale, creando in me un po’ di disagio e di dubbi sul percorso professionale che stavo intraprendendo, anche se oggi sono felice di far parte di questa grande famiglia” ci ha confessato l’attore, Francesco Vitiello. “Una serie TV che fa vedere anche quegli aspetti belli di Napoli, con personaggi che, pur essendo napoletani “doc”, mostrano la loro napoletanità parlando in italiano, con un linguaggio comprensibile a tutti, perché non tutti noi napoletani parliamo in dialetto o con il dialetto che sentiamo nelle fiction di oggi” ha aggiunto l’attrice Luisa Amatucci (per tutti Silvia, la proprietaria del Caffè Vulcano).

“Il taglio freddo della luna” di Piera Carlomagno: un libro che ci ha particolarmente affascinato

Molto interessante e suggestiva è stata anche la presentazione a cura di Vincenza Alfano dell’ultimo lavoro della scrittrice, giornalista, cronista giudiziaria, Piera Carlomagno, “Il taglio freddo della luna”, edito da Solferino (2022).

Dopo “Una favolosa estate di morte” (Rizzoli, 2019) e “Nero Lucano” (Solferno 2021), Piera Carlomagno presenta a NapoliCittàLibro 2023 il suo terzo noir.  Un noir dalla trama complessa e denso di ombre in cui la protagonista, l’anatomopatologa lucana Viola Guarino, un po’ strega e un po’ scienziata, è per la terza volta alle prese di un  caso difficile: la scomparsa di un ragazzo che si intreccia con l’omicidio di un fisico sullo sfondo di una Basilicata, di un territorio molto particolare, misconosciuto ancora a tanti, preservato in qualche modo dagli stessi abitanti e avvolto quindi da un alone di mistero perché sospeso tra il passato e il presente. E quindi un noir che vuole essere anche un romanzo sociale, la terza occasione per l’autrice per parlare del patrimonio immateriale  della terra delle sue origini, della sua gente, e in particolare in questo libro, della costa ionica, della zona di Policoro, con le sue bellezze paesaggistiche, ma anche con i suoi usi, costumi e tradizioni.

Ma da dove nasce Viola? Lo abbiamo chiesto direttamente all’autrice 

“Viola, il germe dell’idea è stato un esame di Antropologia Culturale sostenuto quando frequentavo l’Università, studiando il lamento funebre e la figura della lamentatrice funebre, una figura dell’antica Grecia, oggetto di studio da parte del famoso antropologo Ernesto De Martino, a partire proprio  dalla Basilicata. Le più importanti lamentatrici funebri erano di Senise, in provincia di Potenza, e di Pisticci, in provincia di Matera. E tra queste, tra le ultime lamentatrici funebri viventi, ho immaginato, riportandola ai giorni nostri, la nonna di Viola. E da qui l’idea di creare un personaggio, un’anatomopatologa, una figura che indagando sulla scena del crimine potesse in qualche modo mettere in comunicazione la morte con il mondo dei vivi e soprattutto la morte fisica con quella spirituale. Viola è un medico legale, lavora sui cadaveri, ma nello stesso tempo, ha questa nonna da cui ha appreso questo pianto, questa particolare empatia nei confronti delle persone che soffrono per la scomparsa dei loro parenti e questa sua competenza acquisita nel tempo le consente di andare oltre la normale indagine scientifica, giudiziaria e  ad andare alla ricerca del movente. Viola è lucana, perché io sono di origini lucane, una terra ancora contadina, per certi aspetti arcaica, legata alle tradizioni, ma con delle forti spinte verso l’innovazione. Non tutti sanno ad esempio che in Basilicata c’è il petrolio, e c’è anche un grande fermento culturale da parte dei giovani. E in Viola si rispecchia questo duplice aspetto della sua terra: è una donna di scienze, ma ha anche lo spirito della lamentatrice funebre, beve l’amaro lucano, va in moto ma le strade, i paesaggi sono sempre quelli della Basilicata”.

E da dove nasce la storia?

“La storia nasce sempre da una mia esperienza di vita vera, da una vacanza breve che feci a Tropea, in Calabria, dove sulla spiaggia avevo come vicini di ombrellone una famiglia altolocata, molto numerosa, matriarcale, con la nonna, due figli, i nipoti e ad un certo punto nacque una discussione tra la nonna e i nipoti per un pranzo di fine stagione e (dato che sono molto curiosa) questa famiglia, le loro conversazioni, mi fecero pensare a quelle famiglie della Lucania che esistono ancora oggi, a quei latifondisti di una volta del Sud, a quelle grandi famiglie proprietarie di grandi masserie. Ed è proprio su questa famiglia che mi sono ispirata per questo mio libro. La storia si incentra su questa grande famiglia Pietrofesa Cortese con una matriarca, due figli maschi, che devono organizzare un pranzo di fine estate sulla costa ionica, ma uno dei nipoti ad un certo punto scompare e non molto distante da loro, in una villa di Policoro, un fisico viene trovato morto in una vasca da bagno che era il fisico responsabile della cosiddetta “fossa irreversibile”, una fossa che realmente esiste, nei pressi di Rotondella,  (e qui l’intreccio tra realtà e fantasia) dove negli anni ‘60 vennero seppellite le scorie di un esperimento nucleare che fallì. Viola Guarino inizierà a indagare qu quest’omicidio che si intreccerà in qualche modo con questa famiglia e la scomparsa del nipote”.

Grazie Piera per la tua cortese disponibilità, con il tuo racconto ci hai davvero incuriosito e affascinato.

“Il Taglio freddo della luna”, di Piera Carlomagno, una scrittura raffinata, seducente, una trama avvincente, un libro per noi assolutamente da leggere! 

Noi di Eroica Fenice, vi consigliamo inoltre di partecipare a NapoliCittàLibro 2023 dove altri autori e libri altrettanto interessanti vi attendono fino a domenica 16 Aprile, non mancate!

Per info sul programma aggiornato della manifestazione clicca qui 

Fonte immagini: In evidenza (ufficio stampa); altre foto (archivio personale – Martina Coppola)

A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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