5 documentari sul fast fashion da vedere per capire l’industria della moda

Documentari sul Fast fashion da guardare

Tra i tanti prodotti, vi presentiamo cinque documentari sul fast fashion e sulla produzione tessile del mondo capitalista di oggi che offrono un’ampia veduta sulle responsabilità che indossare capi di brand multinazionali comporta.

Perché vedere documentari sul fast fashion e l’industria tessile

Nonostante il dibattito pubblico porti da anni all’attenzione i problemi causati da questo modello di consumo, i numeri restano allarmanti. Sul piano ambientale, l’industria della moda è responsabile di una quota tra il 2% e l’8% delle emissioni globali di carbonio, come riportato dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP). La ricerca ossessiva della quantità sulla qualità porta all’uso di materie plastiche come il poliestere, che rilasciano microplastiche e sono difficili da smaltire.

La variante “ultra-fast fashion”, incarnata da colossi come Shein, ha accelerato ulteriormente questo ciclo, immettendo migliaia di nuovi capi online ogni giorno. Sul piano umanitario, il problema sussiste nello sfruttamento del personale, concentrato in nazioni dove le tutele per i lavoratori sono minime o inesistenti. Per avere un’idea chiara di cosa simboleggiano i capi che indossiamo, ecco i 5 documentari sul fast fashion più significativi.

Tabella riassuntiva dei documentari

Titolo (anno) Tema principale Dove vederlo (piattaforme)
Junk, armadi pieni (2023) Inchiesta sulla filiera di produzione e smaltimento, con un focus sull’italia. Sky, Now TV
The True Cost (2015) Analisi completa dei costi ambientali e umani nascosti dietro i vestiti a basso costo. Prime Video, Apple TV (a noleggio)
Made in Bangladesh (2019) La lotta di una giovane operaia tessile per formare un sindacato e ottenere diritti. Disponibile a noleggio su varie piattaforme VOD.
ReDress The Future (2021) Esplorazione di soluzioni e alternative sostenibili alla moda di massa. WaterBear Network
From Sex Worker to Seamstress (2014) Reportage sullo sfruttamento delle donne cambogiane nell’industria tessile. YouTube (canale Vice News)

Junk, armadi pieni: il documentario italiano sul lato oscuro della moda

Tra i documentari sul fast fashion più interessanti, si consiglia JUNK, armadi pieni (2023). Questa docuserie di sei episodi, coprodotta da Will Media e Sky Italia, affronta le dinamiche di produzione e smaltimento in diversi paesi. Vengono raccontate le situazioni del Bangladesh, del Ghana, dell’Indonesia, dell’India e, infine, del Veneto, dimostrando che il problema tocca i paesi occidentali molto più da vicino di quanto percepito.

The True Cost: un’analisi completa sull’impatto del fast fashion

Tra i documentari sul fast fashion (e sull’ultra fast fashion) più conosciuti, The True Cost (2015) racconta i danni della sovrapproduzione. Proponendo una visione completa, questo documentario porta allo scoperto l’impatto ambientale e quello sui diritti dei lavoratori. Non mancano rivelazioni importanti, come la modificazione genetica del cotone e la sua relazione con l’aumento di malattie, e interventi di figure come la stilista Stella McCartney.

Made in Bangladesh: la lotta per i diritti dei lavoratori tessili

La narrazione di Made in Bangladesh (2019) si concentra sulla vita di una ragazza che lavora nell’industria tessile e sul suo impegno politico per conquistare maggiori diritti per sé e le sue colleghe, in seguito alla morte di una lavoratrice nella stessa fabbrica. L’attenzione è posta sull’importanza di una rivoluzione sociale che parte dal basso.

ReDress The Future: alla scoperta di alternative sostenibili

Questa docuserie di 3 episodi, ReDress The Future (2021), dimostra che le alternative esistono. Attraverso il racconto di attivisti, si spiega come è possibile produrre capi d’abbigliamento in modo sostenibile, degni sostituti di quanto proposto dalla produzione di massa.

From Sex Worker to Seamstress: il dramma delle donne cambogiane

Questo reportage di Vice, From Sex Worker to Seamstress: The High Cost of Cheap Clothes (2014), racconta una difficile duplice realtà. Dal lavoro nel mondo della prostituzione, alcune donne cambogiane si trasferiscono nel mondo della schiavitù della moda. Le condizioni a cui vengono sottoposte, riportate nel video, costringono molte a tornare al precedente lavoro che, pur essendo sfruttamento, permette guadagni maggiori.

Oltre i documentari: come agire per una moda più sostenibile

Dopo aver visto questi documentari sul fast fashion, è naturale chiedersi cosa fare concretamente. Secondo il Parlamento Europeo, il consumo di prodotti tessili in UE è al quarto posto per impatto sull’ambiente. Ecco alcuni suggerimenti per agire:

  • Informarsi: la conoscenza è il primo passo. Continuare a seguire fonti attendibili per rimanere aggiornati è fondamentale.
  • Scegliere la slow fashion: orientarsi verso brand che producono in modo etico, trasparente e sostenibile.
  • Acquistare meno e meglio: comprare solo ciò di cui si ha bisogno, privilegiando capi di qualità che durano nel tempo.
  • Riciclare e riutilizzare: dare nuova vita ai vestiti attraverso il mercato dell’usato, il riciclo creativo o donandoli.
  • Supportare le iniziative: partecipare a campagne di sensibilizzazione e sostenere organizzazioni che si battono per i diritti dei lavoratori.

Fonte immagine: Pixabay


Articolo aggiornato il: 15/09/2025

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