A Dangerous Method (film) | Recensione

A Dangerous Method (film) | Recensione

A Dangerous Method, pellicola del 2011, girato tra le città di Zurigo, Vienna, Costanza, Berlino e Colonia, è stato diretto dall’annoverato regista canadese David Cronenberg. Il film, il quale presenta una mescolanza di generi al suo interno, tra lo storico, il biografico, e il drammatico, offre 99 minuti di spettacolo senza possibilità di distrazioni, con il fiato sospeso e la curiosità di essere entrati nelle vite dei protagonisti. A Dangerous Method, poi, vanta un cast imperdibile: Keira Knightley, Michael Fassbender, Viggo Mortensen, Vincent Cassel, Sarah Gadon.

Dall’omonimo libro dello scrittore John Kerr Un metodo molto pericoloso (1993), alla pièce teatrale del 2002 curata dallo sceneggiatore Christopher Hampton, il quale ha curato anche quella del film, ecco, A Dangerous Method.

A Dangerous Method, la trama

Nella Zurigo del 1904, dieci anni prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, un giovane ventottenne psichiatra, Carl Gustav Jung, lavora presso la clinica psichiatrica di Burghölzli, in cui ha come uno dei suoi primi casi clinici una bellissima ragazza russa di nome Sabina Spielrein. Sabina proviene da una famiglia colta e benestante, dotata di un’intelligenza fuori dal comune, ma soggetta a gravi episodi di schizofrenia, e per questo in cura presso il neopsichiatra Jung. L’allievo di Freud cerca di mettere in atto le tecniche sperimentali del suo maestro, con la psicanalisi. Andando man mano avanti con la terapia, la relazione tra il dottor Jung e Sabina si fa sempre più stretta, portando i due ad intraprendere una relazione amorosa. Nonostante la terapia funzioni sulla giovane paziente russa, e Jung ne parli felicemente al suo mentore Freud, ciò porta alla rottura dell’etica professionale nel lavoro dell’allievo freudiano e al distacco, nonché diatriba lavorativa\personale tra Jung e il suo maestro. Da questo momento in poi, data anche la separazione, fortemente voluta da Jung stesso, da Sabina, le strade dei protagonisti si diversificano per, infine, ricongiungersi sempre in qualche modo, ma che lascerà ai due sempre il sentore di amaro in bocca, e il dolore di una possibilità mancata.

A Dangerous Method, lo spazio germanofono della psicanalisi

La pellicola di David Cronenberg si muove tra e in uno spazio relativamente inscritto all’ambiente germanofono europeo di Svizzera, Germania e poi soprattutto Austria. Zurigo e in seguito Vienna sono rappresentanti di quella cultura psicanalitica fondante di inizio Novecento, corrispondenti alle figure del padre fondatore Sigmund Freud e al caro allievo Gustav Jung, con la differenza più eccitante della presa in considerazione del contributo femminile allo studio e alla ricerca di Sabina Spielrein. Oltre alla tormentatissima storia d’amore che coinvolge i protagonisti, esempio di un vero amore perduto a discapito delle vite e carriere di ognuno, grazie anche alle diverse prospettive all’interno del film, nel montaggio e nella composizione\produzione dell’opera, con uno stile “storicheggiante” perfetto alla Cronenberg, emerge tutta l’atmosfera di grande salotto culturale all’aperto che inondava Vienna nel pieno del suo Decadentismo più attivo. Tra il tanto dolore, passione, studio e innovazione psicologica, questo film regala un’ottima veduta, con non molte dolci planate, su di uno spazio storico e culturale senza eguali nella società moderna.  

Fonte immagine: Amazon Prime

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