Allegoria cittadina di Alice Rohrwacher | Recensione

Allegoria cittadina di Alice Rohrwacher | Recensione

Allegoria cittadina è un cortometraggio del 2024 di Alice Rohrwacher, frutto della collaborazione con lo street artist francese JR. L’opera reinterpreta con originalità il mito della caverna di Platone e usa l’arte urbana per approfondirne i simbolismi. La collaborazione tra Alice Rohrwacher e l’artista JR nasce già nel 2020, con il corto Omelia contadina: anche qui viene utilizzato un linguaggio visivo di forte impatto che sottolinea la morte dell’agricoltura contadina. Allegoria cittadina è stato presentato alla 81° Mostra del Cinema di Venezia ed è stato accolto con entusiasmo dal pubblico e dalla critica, che ha premiato Alice Rohrwacher con il Premio SIAE Andrea Purgatori alla Carriera.

Trama di Allegoria cittadina di Alice Rohrwacher

A differenza degli altri progetti di Alice Rohrwacher, questo cortometraggio è interamente in francese ed è ambientato tra i tetti di Parigi. La storia segue una giovane ballerina (interpretata da Lyna Khoudri) che deve partecipare ad un provino di danza molto importante, ma è in ritardo e deve anche badare al figlio Jay che ha la febbre. Durante l’audizione, il piccolo Jay incontra il regista del balletto che gli sconvolge la vita introducendolo al mito platonico della caverna. Il bambino incuriosito scappa dall’edificio e si ritrova a vagare per la città: guardandosi intorno scopre che nulla è come sembra e nota che le pareti degli edifici sono fatte di carta e possono essere strappate. Staccando ogni lembo di carta dai muri di Parigi, Jay scopre un nuovo magico universo.

Il simbolismo del mito della caverna

Allegoria cittadina di Alice Rohrwacher rilegge in chiave moderna il mito della caverna di Platone ne modifica il finale. Nella storia originale, i prigionieri incatenati in una caverna vedono solo delle ombre proiettate su un muro e credono che quelle siano la realtà. Solo uno riesce a liberarsi e a scoprire il mondo reale, ma quando torna nella caverna a raccontare la verità non viene creduto e viene respinto. In questo cortometraggio, il finale viene rivisitato: il piccolo Jay rappresenta il liberato, colui che si accorge della verità sotto la superficie, ma al contrario del mito di Platone non viene lasciato solo. I passanti si fermano a guardare lo squarcio sul muro aperto da Jay e scoprono la verità: il protagonista riesce a coinvolgere le persone intorno a lui – e anche sua madre – nel strappare la carta e liberarsi dalle illusioni quotidiane. Con questo, Alice Rohrwacher vuole sottolineare la potenza liberatrice della condivisione: la realtà è un’esperienza collettiva e la liberazione non può avvenire da soli, dev’essere un atto corale.

Il realismo magico in Allegoria cittadina di Alice Rohrwacher

Tutti i lavori di Alice Rohrwacher sono legati ad un realismo magico, non tanto per la presenza di elementi surreali, quanto più per la capacità di raccontare storie fuori dal tempo che evocano riflessioni poetiche. Altre opere come La chimera, sono un grande esempio del mondo che ci propone la regista italiana, sospeso tra realtà e magia. InAllegoria cittadina, Alice Rohrwacher mescola cinema e arti visive nel tentativo di rompere la rigidità della realtà: il paesaggio urbano di Parigi lascia il posto ad uno spazio che è magico perché proviene dall’immaginazione di un bambino, ma comunque estremamente reale. L’immaginazione del piccolo Jay è proprio quella che ci guida all’interno del cortometraggio e ci mostra che la bellezza e la verità si possono nascondere ovunque, se solo abbiamo il coraggio di cercarle e scoprirle. Emblematica la frase del piccolo protagonista “Forse non basta affermare che le immagini sono illusioni finché le catene che ci legano sono reali”.

Conclusioni

Allegoria cittadina è un’ode alla visione, alla verità che si cela sotto la superficie e al coraggio che serve per riscoprirla. Una riflessione poetica che parte da un mito famosissimo e che diventa accessibile a tutti grazie alle immagini create dallo street artist JR. La fotografia di Daria D’Antonio e le musiche di Thomas Bangalter (ex componente dei Daft Punk) contribuiscono a rendere ancora più intenso un cortometraggio di soli 21 minuti. In conclusione, Allegoria cittadina di Alice Rohrwacher è una piccola meraviglia che vale assolutamente la pena recuperare.

Fonte immagine: PrimeVideo

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