American Beauty è un film statunitense diretto da Sam Mendes nel 1999, con cui si è aggiudicato numerosi riconoscimenti: cinque Premi Oscar, tre Golden Globe e ben sei BAFTA nel 2000. Il film è stato acclamato universalmente, ricevendo l’elogio di critici autorevoli come Roger Ebert, che ne ha lodato la complessità e la satira sociale.
Trama: la crisi e la rinascita di Lester Burnham
Il film racconta la storia di Lester Burnham (interpretato da Kevin Spacey), un uomo che nel pieno di una crisi di mezza età realizza di vivere una vita ormai spenta, monotona e priva di gioia. Odia il suo lavoro, non sopporta più sua moglie Carolyn, una donna nevrotica dalla forte ambizione lavorativa, il cui desiderio per gli averi materiali supera il resto, e infine sua figlia adolescente, Jane, una ragazza cupa e insicura che si vergogna di lui. Insomma, Lester si sente come se la sua esistenza non fosse realmente rilevante per nessuno, neanche per sé stesso. L’uomo viene colto da un bagliore improvviso quando vede per la prima volta Angela, un’amica di sua figlia, per cui comincia a provare un sentimento quasi euforico, che riaccende immediatamente il suo entusiasmo nei confronti della vita. Lester si riaggrappa con tenacia alla sua esistenza, concedendosi il piacere delle piccole cose di cui si era privato fino a quel momento, le quali sembrerebbero insignificanti all’apparenza, ma rappresentano per lui l’origine di un nuovo inizio. Nel frattempo, Jane conosce Ricky, il suo vicino di casa, un giovane turbato e incompreso che adora filmare istanti di bellezza con la sua videocamera, e di cui si innamora subito.
Analisi tematica: la bellezza come elemento salvifico
Per un’analisi accurata di American Beauty possiamo prendere in considerazione la citazione più celebre del capolavoro di Mendes: “Potrei essere piuttosto incazzato per quello che mi è successo, ma è difficile restare arrabbiati quando c’è tanta bellezza nel mondo. A volte è come se la vedessi tutta insieme ed è troppa. Il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare e poi mi ricordo di rilassarmi e smetto di cercare di tenermela stretta. E dopo scorre attraverso me come pioggia e io non posso provare che gratitudine per ogni singolo momento della mia piccola, stupida vita”. Queste sono le parole che la voce narrante di Lester pronuncia dopo la sua morte. Il protagonista si riferisce alla bellezza come a un elemento salvifico, qualcosa di sostanzialmente inafferrabile per cui essere grati in ogni sua forma o breve apparizione. Sebbene il suo destino sia stato ingiusto, Lester muore con la gioia nel cuore, che deriva dal solo fatto di aver avuto la possibilità di esperire ogni piccolo frammento di meraviglia. La scena della busta è tra le più celebri: il movimento dell’involucro, che aleggia nell’aria come in una danza, è per Ricky la rappresentazione della semplicità delle cose, che dona loro un’essenzialità affascinante, resa unica dall’occhio umano che osserva. Infine, l’attrazione di Lester nei confronti di Angela è da interpretare come il ricordo dei suoi sentimenti d’amore provati in gioventù, un periodo di leggerezza ormai perduto, che lascia spazio solo al caro ricordo e alla consapevolezza che sotto a uno spesso strato fatto di rigidità e frustrazione, si nasconde ancora sua moglie, una donna gentile, esuberante e felice.
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