Cancellato dopo la seconda stagione, Based on a true story è la serie crimedy di Peacock con Kaley Cuoco e Chris Messina ideata da Craig Rosenberg (conosciuto già per Gen V o The Boys).
Disponibile su RaiPlay, la serie si prende gioco di tutto il commercio che ruota attorno al genere true crime e mostra cosa accade quando questa ossessione si spinge oltre i limiti imposti dal buonsenso. Da qui il nonsense di diverse scene e l’interpretazione spesso al di sopra delle righe dei diversi personaggi della serie.
La trama di Based on a true story tra crisi di coppia e scelte non etiche
Ava, agente immobiliare, e Nathan, ex promessa del tennis e ora insegnante al club a causa di un infortunio, sono i protagonisti di Based on a true story.
I due hanno una vita tranquilla e stanno per diventare genitori, quando l’ossessione di Ava per il true crime le fa capire ben presto che il nuovo amico di suo marito, l’idraulico Matt, è in verità il serial killer di cui parlano tutti.
Essendo in difficoltà economiche, invece di informare la polizia, Ava e Nate decidono di realizzare un podcast sui crimini commessi dal killer coinvolgendo lo stesso Matt nell’impresa.
Da questo momento in poi la coppia viene coinvolta in omicidi e misteri, diventando detective improvvisati.
Una nuova crimedy: tra denuncia e comedy
Il mistero dunque viene svelato subito (alla fine della prima puntata, per l’esattezza), ma il centro della serie non è svelare l’identità del presunto killer, quanto affrontare il tema dell’ossessione per il crime e cercare di esplorare fino a che punto si possono spingere le persone per raggiungere i propri scopi.
Based on a True Story dunque è anche una satira, una denuncia verso il genere umano. Spiattella quanto sia deprecabile e misera questa società che specula in modo esagerato sul true crime.
Tra cliché, difetti e suspense della crimedy
I volti scelti per questa serie sono noti sia per le loro esperienze comiche che “tragiche” in prodotti seriali precedenti. La stessa Kaley Cuoco, attorno cui spesso ruotano gli svolgimenti della serie, è reduce da The flight attendant, altra serie in cui è coinvolta in misteri e crimini.
Chris Messina (The Mindy Project, Julie & Julia) e Tom Bateman (Dietro i suoi occhi, Assassino sul Nilo e Sull’Orient Express) cercano di assecondare il suo personaggio spesso esagerato e se riescono a darle una sorta di equilibrio, al tempo stesso hanno anche loro momenti di eccessi.
Nonostante la serie abbia dei difetti, così tanti cliché da risultare pesanti, una regia forse troppo studiata a tavolino per ottenere un certo effetto e clamore tra il pubblico (i più dicono che sia un tentativo di contrapporsi alla famosa Only murders in the Building), e alcune scene un po’ splatter, la serie si lascia guardare e incuriosisce lo spettatore, avendo la sua quota di suspense.
La seconda stagione, infatti, si chiude con un plot twist che lascia intendere il possibile snodo di ulteriori vicende per il trio formato da Ava, Nate e Matt che, però, purtroppo non avranno luogo a causa della cancellazione della stessa.
Fonte immagine: Peacock