Giacomo Leopardi. Il poeta dell’Infinito I Rai | Recensione

Giacomo Leopardi. Il poeta dell’Infinito I Recensione

Giacomo Leopardi. Il poeta dell’Infinito è una miniserie trasmessa da Rai uno, di seguito la recensione di quanto hanno potuto vedere i tantissimi telespettatori che l’hanno seguita. 

Giacomo Leopardi non ha di certo bisogno di presentazioni, è il Poeta dell’Infinito, colui che ha aperto il cuore di chi nel tempo ha letto le sue opere, colmandolo di un amore struggente.
La Rai ha dedicato due serate al celebre intellettuale italiano, con una miniserie intitolata proprio Leopardi, il Poeta dell’Infinito, di Sergio Rubini.

Giacomo Leopardi. Il poeta dell’Infinito: la serie  

Le due puntate andate in onda su Rai uno, hanno dato una connotazione diversa a Giacomo Leopardi, cancellando per quanto è possibile, quel velo di tristezza e malinconia che gli si attribuisce. Quando si pensa a Leopardi, anche tra i banchi di scuola, si tende a dargli un’immagine negativa, noiosa e poco colorita. Naturalmente, come filologi e studiosi ribadiscono da sempre, Giacomo Leopardi era tutt’altro e la serie proposta in casa Rai, lo ha dimostrato in toto.
L’attore protagonista Leonardo Maltese, ha abilmente interpretato la storia di Leopardi, mostrando agli spettatori, non solo gli aspetti propri del poeta, ma mettendo in luce anche le paure, i timori, l’ansia, l’inquietudine dell’uomo, intrappolato dalla rigida educazione familiare e dall’amore non corrisposto.
Nel cast di Leopardi. Il poeta dell’Infinito, anche Alessio Boni e Alessandro Preziosi, personaggi complessi e sofferti al tempo stesso.
Leopardi. Il poeta dell’Infinito ha mostrato un altro volto dell’intellettuale italiano, con location suggestive, dialoghi densi di significato e moralmente accattivanti e tanto altro ancora.

Girata tra la natìa Recanati, le Marche, Bari e la Puglia, ma anche a Mantova, Torino, Roma, Napoli e Bologna, la serie mette in risalto l’irrequietezza di Giacomo Leopardi, un vero e proprio genio, capace di incendiare con i suoi versi non soltanto le passioni amorose – come quella per Fanny Targioni Tozzetti – ma anche gli ideali politici.

Un uomo prima ancora che un poeta. Un uomo fortemente tormentato, ma non per questo diverso. Amante della vita e dei sentimenti che muovono ogni azione umana. 

Tra passioni e tormenti

Un percorso, televisivo in questo caso, che non può prescindere dalla considerazione della teoria del piacere, la quale offre l’occasione per introdurre temi chiave della filosofia e dell’antropologia del Recanatese, come i concetti di ragione e d’immaginazione, concretizzatisi nel corso delle due puntate della mini-serie. Nonostante l’atteggiamento negativo di Leopardi nei riguardi della vita e la continua espressione di dolore e sofferenza che permea le sue pagine e i suoi componimenti, non si smette di rintracciare una sottile melodia di beatitudine e una generale espressione beatifica nella sua poesia e lo spettatore avrà colto questo aspetto nella bella e suggestiva serie con cui il regista Sergio Rubini ha deciso di ricostruire il volto di Giacomo Leopardi.

Giacomo Leopardi. Il poeta dell’infinito ha funzionato, dando movimento, bellezza e concretezza alla vita di un intellettuale sulla quale il “pubblico” si divide.
C’è chi ama Leopardi e chi invece non ne vuole sentir parlare (probabilmente perché non lo ha studiato a fondo) e proprio come accade in letteratura, anche la serie televisiva ha diviso il pubblico, come è normale che sia.

Leopardi. Il poeta dell’Infinito può essere considerata una vera e propria “sfida”, televisiva in questo caso, dove scena dopo scena viene fuori un forte senso di libertà. L’intellettuale italiano, attraverso parole spesso dure ed aspre, rivendica la propria libertà, quella che non ottenne mai e che lo portò a chiudersi in se stesso. Scelse la poesia per dare voce alla propria sofferenza.
In questo modo viene fuori un’immagine diversa di Giacomo Leopardi. Non il ritratto canonico di poeta triste e sottomesso”, ha sottolineato il regista della mini-serie, Sergio Rubini. “Piuttosto che lo studioso curvo perennemente sui libri, il nostro Leopardi ha il piglio di un esuberante enfant prodige che desidera divorare il mondo e viverne appieno ogni sfaccettatura”.

Immagine in evidenza: Rivieradelconero.tv

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