29 Giugno 1798, nasce a Recanati Giacomo Leopardi

29 Giugno 1798, nasce a Recanati Giacomo Leopardi

Il 29 Giugno 1798 nasce a Recanati, dal conte Monaldo Leopardi e Adelaide Antici, Giacomo Taldegardo Francesco Salesio Saverio Pietro Leopardi, poeta, filosofo, saggista e filologo italiano, considerato unanimemente una delle personalità di maggior spessore della storia della letteratura mondiale. Autore innovativo di un gran numero di poesie, scrittore di dialoghi tra i più importanti della letteratura italiana e sostenitore di una filosofia in forte contrasto con il pensiero positivista dei suoi contemporanei, tutt’oggi la figura di Giacomo Leopardi esercita una grande influenza sul pensiero di molti intellettuali e non solo, grazie alla sua capacità di interpretare precisamente la natura dell’esistenza umana. Le sue poesie, da L’infinito a La ginestra passando per il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, fanno parte della cultura generale di ogni italiano, e le Operette Morali sono considerate tra le migliori opere in prosa della letteratura del nostro paese.

Biografia

Giacomo Leopardi nasce in una famiglia aristocratica del fu Stato Pontificio, primo di dieci figli, dei quali solo la metà raggiungerà l’età adulta. La madre, Adelaide, era una donna austera e poco affettuosa, dedita quasi esclusivamente a salvare il patrimonio familiare dopo che il marito, Monaldo, lo aveva compromesso attraverso una serie di speculazioni azzardate; Monaldo sarà una figura centrale nella crescita intellettuale del piccolo Giacomo, sottoponendo lui e i fratelli Carlo e Paolina a una serie di giochi intellettuali atti a svilupparne l’intelligenza. Ben presto Giacomo dimostra di avere un intelletto fuori dal comune e a nemmeno quattordici anni non ha più nulla da imparare dai suoi precettori; inizia quindi una fase di intenso studio da autodidatta nella ricca biblioteca paterna, definito dal poeta «matto e disperatissimo», che lo porterà a consolidare una cultura di rara ampiezza, ma ne minerà per sempre la salute. Scrive già giovanissimo le prime opere, e a partire dall’età di diciassette anni inizia l’intensa attività poetica che si protrarrà fino agli ultimi giorni. Nel 1822, dopo l’iniziale riluttanza paterna, lascia per la prima volta il «borgo natio» e si trasferisce per qualche mese a Roma, ospite dello zio Carlo Antici; durante il corso della sua vita soggiorna in svariate città italiane, tra cui Milano, Bologna, Firenze, Pisa e Napoli, ove spese gli ultimi quattro anni della sua vita convivendo con Antonio Ranieri, uno dei suoi più cari amici. Muore a Napoli il 14 Giugno 1837, poco prima di compiere trentanove anni, a causa di un malore la cui entità è ancora oggi oggetto di dibattito.

Poeta, prosatore e filosofo irraggiungibile

La critica letteraria ormai da anni ha riconosciuto il valore dei Canti e delle Operette, elogiandone lo stile elegante e innovativo, soprattutto quello dei canti pisano-recanatesi, e le tematiche, espressione di un pensiero spesso definito, semplicisticamente, “pessimismo”. Giacomo Leopardi ha perfettamente compreso la natura effimera dell’esistenza umana, e che proprio ciò fosse alla base dell’inevitabile sofferenza provata dagli uomini; da qui il suo appello a tutti noi, ne La ginestra, a unirci in una «social catena», e a evitare di ferirci a vicenda, così da non alimentare la sofferenza di cui ognuno di noi è oggetto a causa della nostra natura. La figura di Leopardi come filosofo viene spesso sottovalutata, ma il suo pensiero è stato di ispirazione per filosofi del calibro di Arthur Schopenhauer ed è espressione di una filosofia proto-esistenzialista. La sua filosofia è stata oggetto dello studio di due grandi filosofi italiani del XX secolo, Adriano Tilgher e Giuseppe Rensi, autori di due studi leopardiani recentemente ripubblicati da Nino Aragno Editore. Un’opera come lo Zibaldone di pensieri, per mole, varietà tematica e arguzia di pensiero, può essere considerata, a ragione, una delle più grandi opere filosofiche mai scritte.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

 

 

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