“I Villani” di Daniele De Michele debutta all’AstraDoc

AstraDoc riparte e racconta "I Villani" di Daniele De Michele

Il cinema Astra dà il via alla rassegna “AstraDoc – Viaggio nel Cinema del Reale” con la produzione napoletana di Daniele De Michele sul valore del cibo e della buona tavola. Scoprite con noi la storia di questo progetto e gli interessanti appuntamenti in programma!

Venerdì 16 Novembre il cinema Astra (via Mezzocannone, 109) ha dato il via alla nuova stagione di “AstraDoc – Viaggio nel Cinema del Reale” con un programma, tra novembre e dicembre, di cinque anteprime della 10ª edizione, che inizierà l’11 gennaio 2019.
La rassegna, organizzata da Arci Movie, Parallelo 41 Produzioni, Coinor e Università Federico II, ha scelto di ripartire con un’esclusiva tutta napoletana: I VILLANI del regista Daniele De Michele, meglio conosciuto come Don Pasta, classe ’83.
Daniele De Michele è un dj, economista e appassionato di gastronomia. Per il New York Times, “uno dei più inventivi attivisti del cibo”. Il suo primo progetto “Food sound system” è divenuto un libro e uno spettacolo multimediale in tournée in giro per il mondo da ormai dieci anni.
“I Villani”, inserendosi in questa scia, è stato presentato alle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori nella
75ª Mostra Internazionale d’Arte dove ha ottenuto la menzione speciale dalla Federazione Italiana dei Cineclub “Il Giornale del Cibo”.
Alla proiezione del 16 novembre de “I Villani”, introdotta dal curatore di Astradoc Antonio Borrelli, ha presenziato il regista Daniele De Michele per raccontarsi e raccontare al pubblico il suo lavoro sulla cucina popolare italiana, il suo stretto rapporto con Napoli, i suoi progetti passati e futuri. Ad affiancarlo in qualità di co-autore, Andrea Segre, e una parte della troupe che ha partecipato alla lavorazione del film, tra cui il consulente artistico Giogiò Franchini e gli autori delle musiche Marco Messina, Sacha Ricci e Ernesto Nobili.

“I Villani” di Daniele De Michele ad AstraDoc: un viaggio nell’Italia degli agricoltori da Nord a Sud

“I Villani” colpisce per l’assoluta verità che vuole portare sullo schermo. Vivo, puro, autentico come la realtà dei quattro agricoltori-protagonisti. Vuole rispondere per suoni ed immagini a domande urgenti e scottanti, figlie di un mondo globalizzato. Cos’è la cucina italiana? Come può preservarsi in un mercato che schiaccia le culture e le produzioni particolari? Resisterà la tradizione dei singoli o soccomberà all’evidente mercificazione della collettività?

L’avvento della modernità nel patrimonio culturale italiano affonda gravemente le radici nelle nostre abitudini alimentari e regolamenta tutte le pratiche gastronomiche secondo certificazioni sanitarie che pressano le piccole realtà. Questa serie di questioni è affrontata attraverso l’incontro con i personaggi, inquadrati e interrogati nella loro vita di sempre, immersi nelle tradizioni culinarie degli antenati, nel lavoro strenuo della vita di campagna, nel rapporto con la logica dei mercati. Nel legame con la cucina e con la terra ad emergere è l’assoluto amore per il cibo, per la qualità, per il valore di ciò che è buono e sano.

Il cibo non è un fatto alimentare, ma sociale, che risponde alle esigenze del singolo, che è frutto di un sapere familiare e collettivo, che è a accessibile a qualsiasi classe, e che per questo non può e non deve subire le logiche schiaccianti delle politiche industriali. Il mercato attuale ha depotenziato il valore della buona tavola, spersonalizzando il suo carattere primitivo, arcaico, legato alle radici, alle storie, alle tradizioni.
L’omologazione disorienta il consumatore e non permette di praticare l’agricoltura nel modo in cui si è sempre intesa. I protagonisti, invece, lottano controcorrente, fanno opposizione strenua all’evolversi delle ideologie di mercato. È un atto di resistenza che commuove, che fa riflettere, che modifica i saperi, le abitudini, le logiche standardizzate.
Scandito in decisivi momenti dall’alba al tramonto, gli agricoltori sono raccontati attraverso il rapporto con la famiglia, con la terra e le difficoltà quotidiane. Emerge una saggezza contadina che permea tutti i gesti che compiono, tutte le parole che spendono in difesa della loro etica. Opporre resistenza è il solo vero obiettivo che ripaga della fatica, del senso di estraneità che fa di loro dei “diversi”.
I quattro “villani” rimangono nella memoria con forza, si insidiano nei suoi recessi, ci lasciano pieni di domande che con impegno e cura proviamo, da oggi, a rispondere.

Non perdete gli altri appuntamenti della programmazione AstraDoc:

23 novembre: ANATOMIA DEL MIRACOLO di Alessandra Celesia (Francia, Italia 2017 – 83′).
30 novembre: FAHRENHEIT 11/9 di Michael Moore (Usa 2018 -120′).
7 dicembre: LAST MEN IN ALEPPO diFeras Fayyad e Steen Johannessen (Siria, Danimarca 2016 – 104′).
14 dicembre: LA STRADA DEI SAMOUNI di Stefano Savona (Italia, Francia 2018 – 128′).

Per info: http://www.astra.unina.it/

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