Il mio compleanno | Recensione

Il mio compleanno | Recensione

Nel panorama del progetto Biennale College Cinema della Mostra del Cinema di Venezia, la pellicola Il mio compleanno si è distinta per la sua veridicità e la sua rappresentazione non stereotipata di una piccola periferia di Roma. Con la regia e la sceneggiatura di Christian Filippi, coscritta con Anita Otto, e gli attori protagonisti (Zackari Delmas, Silvia D’Amico, Giulia Galassi e Simone Liberati) il film porta in vita una storia cruda, reale, «dedicato a chi sta cercando il proprio posto» come citato alla fine della stessa pellicola.

La trama de Il mio compleanno

Riccardo (Zackari Delmas) è un ragazzino sottratto dai servizi sociali alla madre (Silvia D’Amico) affetta da un disturbo comportamentale, che vive già da qualche anno all’interno di una casa-famiglia. Riccardino, come viene chiamato spesso dai tutori (Giulia Galassi e Simone Liberati) ha un unico desiderio: vivere con la madre. Perciò con l’avvicinarsi del suo diciottesimo compleanno, farà di tutto pur di ricongiungersi a lei, chiusa in una clinica psichiatrica di Castel Gandolfo. Ma presto Riccardo capirà che il suo desiderio non era altro che un’illusione.

Gli elementi del film (contiene spoiler)

Con il suo primo lungometraggio, Christian Filippi, dimostra un’eccezionale bravura nel sintetizzare tutta la storia negli elementi ambientali, nei vestiti dei personaggi e nelle inquadrature (spesso fatte di primi piani). I corpi e gli occhi dei personaggi dicono più delle parole nei momenti silenziosi del film, trasmettendo ugualmente il messaggio. 

Abbigliamento e corpo

Per quasi tutto il film, Riccardo indossa una felpa con su scritto Feelings, che è forse la parola che può descrivere tutta la storia. Una storia dettata dai sentimenti, dall’emotività. Tutte le scelte fatte dai personaggi sono dettate da queste. Il giovane protagonista porta sempre addosso un segno contraddistintivo: una saetta. Questo simbolo è ricorrente e rappresenta perfettamente il protagonista nella sua forza caotica, pregna di un desiderio talmente imponente e soppresso da renderlo un ragazzino ribelle, alla costante ricerca di sé. La saetta è un simbolo identitario e di spericolatezza che forse può rappresentare anche la velocità con cui Riccardo è costretto a crescere e a prendere delle decisioni sulla propria vita.

D’altro canto, l’abbigliamento della madre è più trascurato e trasandato e va a rappresentare perfettamente il disordine che abita nella sua testa oltre alla fuga dall’istituto clinico nel cuore della notte

La malattia mentale ne Il mio compleanno

Seppure non venga specificata una diagnosi precisa, il disturbo comportamentale e di personalità della madre di Riccardo è evidente. È interessante, oltre che apprezzabile, l’assenza di timore nel rappresentare quello che nella nostra società è considerato uno stigma, e spesso ancora un tabù.

La madre di Riccardo mostra un atteggiamento altalenante verso quest’ultimo, passando dall’affetto al distacco, dallo scherzo alla rabbia. Ci sono un paio di momenti in cui la donna pare prendere coscienza degli anni di vita persi di suo figlio e di come lei non abbia fatto nulla davanti al figlio portato via dai servizi sociali. Questi momenti si susseguono ad altri in cui dice crudelmente al figlio di non averlo mai voluto, in cui cerca di scappare da lui deresponsabilizzandosi completamente nei suoi confronti.

Il mio compleanno | Recensione
Riccardo e sua madre in una scena del film

È evidente lo squilibrio malsano che contraddistingue questo rapporto. Riccardo va a prenderla alla clinica in piena notte, aiutando a fuggire una persona chiaramente non in grado di prendersi cura di lui, ma soprattutto neanche di se stessa. Tra i due, Riccardo pare essere quello più grande e maturo. È il figlio a sobbarcarsi di responsabilità genitoriali che non gli spettano. Ma di base, Riccardo non possiede davvero la conoscenza ed i mezzi necessari per prendersi tali responsabilità, è solo un ragazzino disperatamente bisognoso di affetto da parte della madre con la quale aveva fatto una promessa di vita.

Il ballo e la musica

Grazie alla musica originale del gruppo musicale Meganoidi il film rappresenta due momenti fondamentali per Riccardo, attraverso la danza. La prima volta in cui balla con i ragazzi della casa-famiglia e la sua tutrice Simona (Giulia Galassi), che prova un affetto profondo nei suoi confronti (e Riccardo lo sa), è un momento carico di felicità, aspettativa e senso di libertà. Per Riccardino, infatti, quello è il momento in cui dice addio ai suoi compagni ed ai tutori per correre dalla madre, correre verso una vita illusoria con lei ed il suo amore.

La seconda volta in cui si lascia andare ad una danza espressiva pare segnare una libertà vera, che in seguito alle parole della madre «tu puoi cavartela da solo, non hai più bisogno di me», portano Riccardino a prendere una scelta importantissima proprio alla vigilia dei suoi diciotto anni. Infatti, il giovane protagonista si scrollerà di dosso le responsabilità verso sua madre, la lascerà andare o meglio lascerà andare l’illusione di una vita con lei per abbracciare, anche se con sofferenza, la cruda realtà. 

Gli sguardi ne Il mio compleanno

I primi piani del film sono il cuore narrativo della storia. Le labbra, la pelle, gli occhi, le mani, sono tutti elementi pregni di caratterizzazione e messaggi. Quelli che colpiscono maggiormente sono gli occhi di Riccardo, sua madre e Simona. Gli occhi del giovane protagonista cambiano nel corso della narrazione: all’inizio sono disperati e appannaggio di una gioventù spezzata, poi cambiano nell’espressione della speranza e di quell’aspettativa che si ha poco prima di raggiungere la felicità, per poi passare alla delusione, alla confusione ed infine alla rinnovata speranza. I suoi occhi non perdono mai quella dolcezza quasi innocente di un giovane ragazzo pieno di vita.

Riccardo e Simona in una scena dal trailer

Gli occhi della madre sono invece spesso aggressivi, a tratti confusi e a tratti coscienti di ciò che li circonda. Rappresentano lo stato mentale della donna pur mantenendo comunque un pizzico di consapevolezza affettiva verso il proprio figlio.

Gli occhi di Simona sono carichi di affetto, sempre. Hanno un’apprensione tipica di una madre che allo stesso tempo sa di non poterlo essere davvero per Riccardino.

In conclusione

Il mio compleanno è un film coming of age che rappresenta la vita di giovani ragazzi ai margini della società che cercano disperatamente il loro posto nel mondo. È un racconto di vita reale, senza alcun tipo di romanticizzazione che porta lo spettatore a fare esperienza di qualcosa di fragile, ingiusto ma allo stesso tempo bellissimo.

Fonte immagine di copertina: MyMovies

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