Il mio vicino Totoro: il comfort movie per eccellenza

Il mio vicino Totoro: il comfort movie per eccellenza

Nel corso della nostra vita ci creiamo mentalmente una lista di film su cui possiamo sempre contare, che ci aiutano a rifugiarci dalla vita di tutti i giorni, indipendentemente da quante volte li abbiamo visti. Tra questi, uno spicca sempre: Il mio vicino Totoro. Un capolavoro cinematografico così tanto amato e conosciuto in tutto il mondo, che a distanza di decenni dell’uscita è ancora il volto ufficiale dello Studio Ghibli.

Cos’è un comfort movie?

I comfort movie, o film conforto in italiano, sono film che fanno stare bene, che fanno spegnere il cervello e si guardano per rilassarsi o per trovare conforto nei momenti difficili. Non devono essere necessariamente pellicole impegnative né tanto meno devono coincidere con un genere preciso per rientrare in questa categoria. La parola chiave è soggettività, l’importante è che abbiano un effetto calmante o positivo su di noi, bisogna ricordare che ciò che funziona su una persona potrebbe non avere il medesimo effetto su un’altra.

Tuttavia, possiamo notare tratti comuni che frequentemente ritroviamo in quelli che sono considerati comfort movie, per citarne alcuni: toni e situazioni tranquilli, tendenzialmente vengono evitati film violenti o angoscianti; personaggi amabili e con cui è possibile entrare in sintonia; film d’avventura o fantasy, come la saga di Harry Potter oppure film Disney e Pixar per rievocare un senso di nostalgia, e film d’animazione in generale.

Un esempio che incarna alla perfezione il concetto di film conforto è Il mio vicino Totoro (となりのトトロ) del 1988, scritto e diretto dal maestro Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli. 

Lo Studio Ghibli e Il mio vicino Totoro.

Il famosissimo Studio Ghibli (株式会社スタジオジブリ) è uno studio cinematografico di film d’animazione giapponese fondato nel 1985 a Tokyo; vincitore grazie a Miyazaki di due premi Oscar per miglior film d’animazione con La città incantata (2003) e più recentemente con Il ragazzo e l’airone (2024). I film Ghibli hanno riscosso tanto successo nel tempo non solo per le animazioni esteticamente gradevoli e con un’attenzione per i dettagli ineguagliabile, ma soprattutto per le loro tematiche: prestano molta attenzione agli affetti familiari, alla natura e al rispetto della stessa, alla resilienza e spesso le sfide che i protagonisti devono affrontare, considerata l’assenza di antagonisti, si basano su prove personali per crescere e comprendere il mondo e i suoi meccanismi.

Totoro non è un’eccezione. La trama ruota attorno alla storia di due sorelline, Satsuki e Mei, le quali a causa del lavoro del padre si ritrovano a trasferirsi in una villa nel mezzo della campagna. In seguito a una serie di eventi incontreranno Totoro, uno spirito della foresta, dall’animo gentile, fedele e dal sorriso bonario e rassicurante; con la quale vivranno una serie di avventure magiche. Le avventure che le due sorelle si trovano a condividere con questi spiriti della natura possono essere interpretati come la ricerca di una fonte di stabilità e aiuto in momenti di transizione come lo possono essere un trasferimento e la conseguente perdita delle proprie abitudini, ma soprattutto la malattia della madre ricoverata in ospedale.

Totoro, nonostante l’aspetto imponente, ci trasmette un senso di accoglienza e innocenza, sembra un guardiano gentile che veglia sulla natura e sulle bambine, specialmente quando viene accompagnato dalle armoniose e dolci note della colonna sonora composta da Joe Hisaishi. La creatura sin dal primo momento, non mostra mai un minimo segno di ostilità o cattive intenzioni e al contrario rappresenta un archetipo di premura, spontaneità e giocosità. Totoro non è un semplice personaggio immaginario, rappresenta un simbolo di sicurezza e speranza. 

Fonte: Freepik

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