Il programma creativo Art Attack, 3 curiosità da scoprire

Il programma creativo Art Attack, 3 curiosità da scoprire

«Questo è un Art Attack. Questo è Art Attack!». Ecco, quanti ricordano l’espressione utilizzata nella fatidica sigla di uno dei programmi televisivi più seguiti dalle giovani generazioni? Prima su Disney Channel, poi su Rai 2 e Rai Yoyo, il presentatore Giovanni Muciaccia ha impersonato un mito indiscusso, persuadendo migliaia di bambini a cimentarsi nella dimensione artistica: tagliare, incollare, disegnare e modellare nuove opere stravaganti. Attenzione, però, perché se non avete partecipato seguendo le regole più importanti, ossia utilizzare la colla vinilica e le forbici con la punta arrotondata, allora non siete stati dei veri maestri d’arte. Il programma creativo Art Attack ha tenuto compagnia un esercito di giovani con la prima puntata trasmessa nel settembre del 2000; suddiviso in diverse rubriche fantasiose, lo show prevede l’esecuzione di mini creazioni, accompagnate dalla voce del conduttore e spiegazioni esaustive.

Per di più, non può mancare l’attesa frase «Provateci anche voi!», pronunciata alla fine di ogni dimostrazione e pronta per spronare innumerevoli bambini ad esprimere la propria vena creativa.

Il programma creativo Art Attack e i suoi aneddoti sono usciti dalla tana

Giovanni Muciaccia, dopo 10 anni dalla fine dello show, ritorna più carico e nostalgico che mai su TikTok, svelando alcuni retroscena che hanno sconvolto i fan e recuperato il programma creativo Art Attack come rifugio sicuro, dove la memoria ritrova una nostalgia pungente e piacevole simultaneamente.

1. La scenografia

Il celebre conduttore confessa che la scenografia è composta da legno e polistirolo: la tavolozza a colori, la gigante gomma, il tubetto di tempera sono sagomati e tinteggiati. Rappresenta un’idea creativa, voluta dallo scenografo e stimata dai registi, siccome basta spostare solo qualche elemento per creare un set diverso e dar spazio a nuove realizzazioni. In tal modo, il programma creativo Art Attack è stato in grado di giocare con immaginazione e originalità della messinscena.

2. L’identità delle mani che creano

Quest’informazione ha scioccato i fan della vecchia tv e, ancora oggi, molti fanno fatica ad accettarla: le mani che mostrano l’esecuzione di mini opere d’arte non sono del presentatore Muciaccia, ma quest’ultimo presta solo la voce per aiutare i telespettatori a creare facilmente ciò che stanno guardando. Ricordate invece Neil? Soprannominato “il grande artista”, nel segmento Attacchi d’arte alla grande! è impegnato a disegnare quadri spettacolari utilizzando oggetti e polveri di uso comune (sabbia, sale, semi di sesamo o papavero). A dire il vero, le famose mani sono proprio le sue e Neil non è altro che il presentatore della versione originale britannica. Il programma creativo di Art Attack ha accolto la sua rubrica, con Muciaccia che, alla fine di un famigerato attacco d’arte, chiede ai telespettatori di trovare il punto in cui Neil usa un determinato articolo speciale.

3. Una triste chiusura?

Ebbene sì, Giovanni Muciaccia ha manifestato il suo malcontento nel momento in cui il programma creativo di Art Attack è stato cancellato per ben due volte: prima nel 2005, successivamente nel 2014, dove il conduttore non ha preso molto bene la notizia poiché avrebbe continuato volentieri il lavoro per altri anni, desiderando preservare l’importanza dell’arte eseguita in tenera età.

Lo show, ancora oggi, sblocca ricordi indelebili della nostra infanzia, nostalgici verso un tempo dove la creatività era sviluppata mediante esperienze, sensibilità e stimoli strabilianti.

 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

 

 

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