La caduta della casa degli Usher, serie TV | Recensione

La caduta della casa degli Usher | Recensione

Liberamente ispirata dai racconti di Edgar Allan Poe, La caduta della casa degli Usher (2023) è una miniserie composta da 8 episodi ideata e diretta da Mike Flanagan, dalla cui mente sono stati creati anche Ouija – L’origine del male (2016) e la serie TV The Haunting (2018-2020).

Distribuita da Netflix, la serie ruota attorno alla famiglia Usher. Roderick Usher, patriarca della dinastia, convoca nell’antica dimora di famiglia Auguste Dupin, assistente procuratore nonché sua vecchia conoscenza, per fare luce sulle strane circostanze delle morti di tutti i suoi discendenti e sul decorso della sua azienda farmaceutica.

Episodi e riferimenti letterari

Ogni episodio de La caduta della casa degli Usher (tranne il primo) ha come titolo quello del racconto o poesia di E. A. Poe da cui è tratto: lo stesso titolo della serie viene dall’omonimo racconto che fa da filo conduttore all’intera vicenda. Le opere in questione sono:

  • The Masque of the Red Death (La maschera della morte rossa)
  • Murder in the Rue Morgue (I delitti della Rue Morgue)
  • The Black Cat (Il gatto nero)
  • The Tell-Tale Heart (Il cuore rivelatore)
  • Goldbug (Lo scarabeo d’oro)
  • The Pit and the Pendulum (Il pozzo e il pendolo)
  • The Raven (Il corvo)

La caduta della casa degli Usher non manca di riferimenti meno espliciti ad altri capolavori di Poe, e un abile conoscitore della produzione dello scrittore statunitense non si troverà certo in difficoltà nel coglierli: ne sono un chiaro esempio i nomi dei diversi personaggi (gli stessi gemelli Usher, Dupin, Prospero e gli altri), tutti in qualche modo riconducibili alle vicende private o letterarie del maestro del terrore.

Considerazioni

Come spesso accade nel confronto tra opera letteraria e trasposizione cinematografica/televisiva, La caduta della casa degli Usher risulta in uno stravolgimento non solo della trama, cosa alla quale si è generalmente pronti, ma anche del senso dell’horror. Ciò che rimane fedele alla fonte è sicuramente la sensazione di angoscia e di agitazione costante generata da casa Usher, fulcro narrativo: il salotto illuminato dalla fioca luce di un camino, pareti e mobilio in rovina, la solitudine dei due interlocutori e il silenzio rotto dalle loro voci e da rumori sporadici e sconosciuti; tutto crea un’atmosfera inquieta, capace di rimanere addosso anche quando si spegne lo schermo, proprio come accade quando si sollevano gli occhi da un racconto di Poe.

A parte questo e qualche altro elemento narrativo disturbante, l’horror de La caduta della casa degli Usher è costruito attraverso jumpscare e innesti splatter che fanno sicuramente sobbalzare, ma che restano meno perturbanti. Ciononostante, non manca qualche elemento originale degno di nota. È il caso del personaggio di Verna, simbolo del proverbiale patto col diavolo, che ci ricorda che nell’orrore c’è in realtà ben poco di sovrannaturale: la maledizione che si è abbattuta sulla famiglia Usher non è assolutamente un capriccio del fato, è solo un nodo venuto al pettine. Il male risiede in casa nostra, nel caso de La caduta della casa degli Usher, letteralmente.

Fonte immagine per l’articolo La caduta della casa degli Usher | Recensione: Wikipedia

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