Moguri di Francesco Vacca e Pasquale Bottiglieri è una horror-comedy che vuole rappresentare in maniera satirica quanto può essere pervasiva la televisione. Il protagonista del cortometraggio è un conduttore televisivo misterioso, la cui vera natura sarà rivelata solo alla fine. Con il suo programma Moguri sembra riuscire, in qualche modo, ad attirare l’attenzione di milioni di spettatori. Durante il corto sarà continuamente ostacolato dall’ispettrice della commissione di garanzia e monitoraggio per l’audiovisivo. Con l’aiuto del suo collaboratore, cercherà di cancellare la trasmissione.
Dal 2022 la distribuzione cinematografica indipendente NiC del gruppo AVAMAT, organizza il NiC (Napoli in Cinema) ovvero la rassegna di film indipendenti. Sempre dal 2022, grazie all’UNISOB e l’ABANA offrono anche opportunità ai giovani e a aspiranti cineasti di collaborare con professionisti per realizzare i loro primi progetti. La fiera del cinema NiC è dedicata ai cortometraggi con lo scopo di promuovere il cinema indipendente. Proprio per quest’occasione abbiamo intervistato il regista Francesco Vacca, che insieme al regista Pasquale Bottiglieri, ha realizzato il cortometraggio Moguri. Il quale parteciperà alla Fiera del cinema NiC il 18 dicembre a Napoli.
Qual è stato il suo primo progetto?
Moguri rappresenta il mio primo cortometraggio, come per l’altro regista Pasquale Bottiglieri. Scritto e diretto da noi, è stato il corto presentato come saggio finale all’università.
Come nasce il cortometraggio Moguri?
L’idea in sé nasce da un fattore meramente produttivo, nella nostra università abbiamo uno studio televisivo e ci siamo detti perché non scrivere una commedia ambientata lì? Ispirandoci a Boris abbiamo pensato di raccontarne comicamente il backstage.
Qual è il messaggio che vuole trasmettere tramite il cortometraggio Moguri?
Il messaggio che Moguri vuole trasmettere è «non fatevi incantare dai programmi televisivi fatti apposta per tenervi incollati alla televisione ore e ore, non fatevi distrarre da ciò che conta veramente».
Come mai ha scelto di trattare questa tematica attraverso la satira?
Strutturare il corto come una satira ci ha dato la possibilità di entrare direttamente all’interno della trasmissione, giustificando un aspetto molto caricaturale, sia per l’ambientazione sia soprattutto per i personaggi. In questo modo lo spettatore è messo d’avanti all’assurdità del suo meccanismo, riconoscendo come nella realtà probabilmente ci caschi tutti i giorni guardando la televisione a casa.
Quali saranno i suoi prossimi progetti?
Attualmente stiamo preparando un nuovo cortometraggio che si girerà a gennaio. Vi posso solo dire che non sarà una commedia e i temi centrali sono la musica e l’intelligenza artificiale.
Ci può parlare della sua formazione e come si è sviluppata la sua passione per il cinema?
Il mio percorso è un po’ atipico, sono laureato magistrale in Economia e Finanza, e dopo anni di studio e lavoro all’estero ho deciso di ritornare a Napoli per seguire la passione per il cinema, iscrivendomi al Master in Cinema e TV al Suor Orsola Benincasa. Questa mia scelta è nata mentre lavoravo lontano, pensando come sarebbe stato se mi fossi impegnato in una cosa che mi appassiona come il cinema, invece che in una laurea che non mi piaceva. Ragionando mi sono detto che non era troppo tardi per provarci e così eccoci qui.
Si ringrazia Francesco Vacca per le immagini del set Moguri