Passeggeri della notte, recensione del film di Mikhaël Hers con Charlotte Gainsbourg, Emmanuelle Béart, Noée Abita, Quito Rayon Richter, Megan Northam, Ophélia Kolb e Thibault Vinçon
Il valore della famiglia. L’amore per i figli. La separazione dal marito. Il lavoro in un programma radiofonico notturno. Vivere di esperienze negli anni ’80. La bella musica in vinile e in radio. Rimboccarsi le maniche e aiutare chi ha più bisogno nella Golden age parigina.
È questo Passeggeri della notte, il nuovo film di Mikhaël Hers ‒ Questo sentimento estivo (2015) e Quel giorno d’estate (2018) i suoi film più conosciuti ‒ presentato in concorso al 72º Festival di Berlino. Una pellicola che esplora tutte le tappe della vita quotidiana di Élizabeth (Charlotte Gainsbourg) nei suoi momenti più difficili: dalla separazione dal marito al prendersi cura dei due figli adolescenti Matthias (Quito Rayon Richter) e Judith (Megan Northam), dalla ricerca di un nuovo impiego come centralinista in radio nelle notti insonni in compagnia della suscettibile Vanda Dorval (Emmanuelle Béart), alla sincera tenerezza di accogliere in casa propria la vagabonda Talulah (Noée Abita), sola, senza dimora e troppo esposta ai pericoli della gioventù.
Passeggeri della notte, il film di Mikhaël Hers tra coming of age e nostalgia degli anni ’80
Passeggeri della notte (Les passagers de la nuit) è il percorso di vita in tutte le sue forme. Gli affetti, gli abbracci calorosi tra madre e figli in una serata allegra con la musica in vinile in sottofondo, e i piccoli gesti che fanno la differenza. Passeggeri della notte è vivere con ciò che si ha attraversando i bei anni ’80: il buonumore di quella profonda nostalgia che si riversa su una famiglia che vive di emozioni, atti semplici, malinconie, vicende sintomatiche nello scorrere del tempo. Impreziositi dall’uso ponderato della cinepresa che ci trascina indietro nel tempo con le sue inquadrature d’epoca come fossero riprese di quegli anni ‒ alcune sequenze sono state girate con la macchina da presa Bolex la cui grana fa sembrare tutto vintage per ricreare l’ambientazione tipica. E come i suoi “passeggeri della notte” che parlano in radio per raccontare propri vissuti, aprendo la porta a un’altra incantevole dimensione.
Mikhaël Hers ci fa assaporare l’essenza stessa di quel periodo. (Ri)scopre il linguaggio carico di sensibilità, la musicalità armoniosa, il ricordo di un’aria diversa fatta di speranza e cambiamento nella notte del 1981 con l’elezione del presidente francese François Mitterand, e analizza gli equilibri interni della famiglia ritoccati da Telulah che man mano diventa una terza figlia per Élizabeth.
Assomiglia più a un coming of age Passeggeri della notte. Di Élizabeth (Charlotte Gainsbourg lascia ancora una volta una forte impronta del suo carisma da attrice versatile), di Matthias e Judith, di Telulah, che ritrovano loro stessi sulla base di prime volte, seconde occasioni per rialzarsi più forti di prima, e dar voce ai “passeggeri della notte” per annusare il fragrante odore di quella bella atmosfera ancora oggi, come aveva ribadito lo stesso regista:
Quelle voci nella notte portavano con sé la chiave del mistero. Erano un ponte tra le persone, un legame evocativo, impalpabile. Per la mia generazione, queste voci importavano davvero e volevo che aggiungessero colore al film. Mi piaceva l’idea di qualcuno che rivelasse tutto, che parlasse nella notte. Non ci sono più molti programmi come quello adesso, e la loro influenza stava scemando anche a quel tempo
Una toccata senza fuga ai raggianti anni ’80 nei suoi espedienti cinematografici. Vedere per sentire ancora quella sensazione.
VOTO: 7.5/10
Martina Corvaia
Immagine: Wanted Cinema