Ryan Reynolds, lo strano caso dell’attore e di Mr. Deadpool

Ryan Reynolds

Ryan Reynolds e Deadpool, quando un attore si trasforma nel suo personaggio cinematografico e ottiene il successo

Molti personaggi cinematografici e televisivi hanno permesso ad alcuni attori e attrici di ottenere la notorietà e di dimostrare al pubblico “di essere nati per quel ruolo”. È il caso di Johnny Depp con Jack Sparrow, Daniel Radcliffe con Harry Potter, Robert Downey jr. con Iron Man, Al Pacino con Tony Montana, Jamie Foxx con Django Freeman, Sylvester Stallone con Rocky Balboa, Uma Thurman con Beatrix Kiddo, Cillian Murphy con Thomas Shelby, Bryan Cranston con Walter White “Heisenberg”, Tom Ellis con Lucifer Morningstar e Leonardo Di Caprio con Jack di Titanic

Un caso stravagante è quello di Ryan Reynolds, attore canadese che “si è trasformato in un suo personaggio”. Si tratta di Wade Winston Wilson noto ai lettori maggiorenni della Marvel come Deadpool. Si tratta del personaggio, creato da Rob Liefeld, conosciuto per le sue battute, per la violenza delle sue storie e di “essere consapevole di vivere nelle pagine di un fumetto.”
“Reynolds si è immedesimato nello stesso Deadpool riprendendone l’umorismo e le frecciatine nei confronti della cultura pop”.

Ryan Reynolds e Deadpool, amore a prima vista sul set di X-Men: le origini- Wolverine

L’incontro tra il Mercenario chiacchierone e il vip canadese avvenne molto tempo fa. Dopo il film Blade Trinity (2005), Ryan Reynolds tornò a recitare in un film tratto dai fumetti della Marvel, “X-Men: le origini-Wolverine”(X-Men Origins: Wolverine, 2009) diretto da Gavin Hood, uno spin-off dedicato ad uno dei personaggi più popolari di X-Men.

In questo caso Reynolds fu ingaggiato per interpretare il ruolo di Wade Wilson Winston ma il personaggio era diverso dalla controparte fumettistica. Il Wade visto nel film non indossava alcuna tuta rossa e nera; piuttosto subiva un terribile esperimento che l’avrebbe trasformato in “Arma XI”: cranio rasato, bocca cucita e una lama in adamantio che fuoriesce da ambedue le mani. All’uscita nelle sale il film ottenne un discreto successo ma fu massacrato dalla critica per la qualità e dai fan per “aver stravolto molti personaggi tra cui lo stesso Wade Wilson.”
Purtroppo Ryan amava troppo questo personaggio e accettò volentieri di tornare a interpretarlo in una nuova pellicola che “riscattasse Wade Wilson da come era stato rappresentato e dare nuova linfa vitale al personaggio”.

Il flop di Lanterna Verde, Ryan torna a casa Marvel

Dopo il flop di Lanterna Verde (2011), in cui Reynolds interpretò il protagonista Hal Jordan, l’attore continuò a seguire il progetto di uno spin-off su Deadpool con maggior attenzione.

La pre-produzione iniziò in quegli anni, ma tra i dubbi se un personaggio vietato ai minori (e consapevole di essere inventato) potesse funzionare in “un contesto diverso degli altri eroi Marvel”. In seguito, la produzione iniziò ufficialmente nel 2014 con un filmato prova trapelato online, nel 2015 le riprese e nel febbraio 2016 “il mercenario chiacchierone fece il suo arrivo nelle sale”. Con un budget di 58 milioni, il film di Tim Miller incassò 782 milioni di dollari (dati di Box Office Mojo) e questo permise che la 20th Century Fox desse il via libera per un sequel uscito nel maggio 2018.
Così Deadpool è stato il punto di svolta della carriera di Ryan, dopo diversi flop come Lanterna Verde o tentativi di diventare un eroe di film d’azione blandi e poco originali.

La comicità di Deadpool e Ryan Reynolds, un nuovo modello da seguire

Il successo di queste due pellicole sta nella connessione che Ryan ha saputo creare col suo personaggio riportandone fedelmente le origini e la sua natura psicologica. Ma non mancano le citazioni alla cultura popolare e nerd degli ultimi anni. Per esempio in Deadpool 2, dopo che Cable (interpretato da Josh Brolin) gli ha chiesto chi sia, lui risponde: “Io sono Batman !” (con il tono di voce alla Michael Keaton) oppure quando si scusa con la fidanzata Vanessa per il ritardo dicendo di aver affrontato un tizio incappucciato e di aver “scoperto che si chiama Martha anche la sua mamma.” (in riferimento al “caso Marta” del film Batman v Superman: Dawn of Justice).

Insomma, Reynolds ha trasformato se stesso nel suo personaggio ottenendo in modo diverso lo status symbol di vip. Così la sua carriera ha avuto una diversa svolta e lo può dimostrare con il recente” Free Guy- Eroe per gioco” di Shawn Levy. In questo film, il protagonista è Guy, un personaggio non giocabile di un videogioco open world (che ci ricorda Fortnite e GTA), il quale, dopo una modifica del sistema di progettazione, si rende conto che la sua realtà è finta e di vivere in un videogame (un po’ come Wade Wilson nei fumetti/film). Così dovrà fare di tutto per salvare il proprio mondo formando una squadra di eroi improbabili. Anche questa pellicola ha ricevuto il consenso della critica e del pubblico visto come “The Truman Show che incontra Ready Player One”.

In questo caso Ryan ha usato le sue strategie “deadpooliane” (fatemi passare il termine) sia durante la realizzazione del film che durante la campagna di marketing. Esempio è il video realizzato assieme a Taika Waititi (altro protagonista del film) in cui descrivono la gioia di aver lavorato assieme, per poi essere interrotti da Jodie Comer (anche lei presente nella pellicola) che ricorda ai due di aver già lavorato assieme con Lanterna Verde (in quel film Waititi era l’ingegnere Thomas Kalmaku).

Metodo Stanislavsky oppure l’unicità di Reynolds?

Infine non so se sia possibile parlare di metodo di Stanislavsky oppure di una semplice trovata originale per ottenere fama ma su una cosa sono certo. Il nostro Ryan, che il 23 ottobre compirà quarantacinque anni, ha saputo farsi amare dal vasto pubblico e “creare una nuova immagine di se rinnovandosi dopo diversi flop”. Adesso, se Ryan Reynolds non avesse mai interpretato Deadpool già dal fallimentare “X-Men: le origini- Wolverine”? Forse avrebbe preso parte a qualche film importante e avrebbe ottenuto un premio Oscar mescolandosi con gli altri divi? Questo non lo sapremo mai. Ma noi adoriamo Ryan per quello che è adesso, per la sua simpatia, per il suo impegno per il sociale (quando regalò ad un suo piccolo fan una giornata sul set del primo film sul mercenario chiacchierone) e per il suo interesse per le questioni sociali.

«Durante la nostra passeggiata delle 6 del mattino, mia figlia mi ha chiesto dove si nasconde la luna quando sorge il sole. Le ho risposto che va in paradiso, a far visita alla libertà di papà» (tratto dall’intervista di Nina Verdelli su Vanity Fair in merito al suo approccio con la figlia).

Fonte immagine di copertina: Pixabay.

Altri articoli da non perdere
Una sirena a Parigi. Trasposizione cinematografica del romanzo di Mathias Malzieu
Una sirena a Parigi. Trasposizione cinematografica del romanzo di Mathias Malzieu

Finalmente, dopo il lungo e buio lockdown, le sale cinematografiche riaprono le porte, donando la possibilità di riassaporare il gusto Scopri di più

Suzume, l’ultima fatica di Shinkai Makoto | Recensione
Suzume

Dopo tre anni dall’uscita di Weathering with You, Shinkai Makoto, ormai tra i più celebri ed apprezzati registi giapponesi, torna Scopri di più

Nomination agli Oscar 2024: tra conferme e scandali
Nomination agli Oscar 2024

Manca pochissimo per l’evento internazionale più famoso di tutti i tempi e il più atteso ogni anni, ovvero la cerimonia Scopri di più

Nuovo Olimpo di Ferzan Özpetek | Recensione
Nuovo Olimpo di Ferzan Özpetek | Recensione

Nuovo Olimpo è l’ultimo film del regista turco, naturalizzato italiano, Ferzan Özpetek. A dispetto del ruolo centrale che riveste il Scopri di più

Nascita del cinema: quando avviene?
Nascita del cinema, quando avviene?

La nascita del cinema viene comunemente collocata il 28 dicembre 1895, data della prima proiezione pubblica del Cinématographe Lumière. In Scopri di più

La vita di Adele (Film, 2013) | Recensione

La vita di Adele è un film del 2013, diretto da Abdellatif Kechiche, collocabile nel genere drammatico romantico. La vita Scopri di più

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

Vedi tutti gli articoli di Salvatore Iaconis

Commenta