Silent Hill: la materializzazione dell’inconscio

Silent Hill

Silent Hill è divenuta nell’immaginario collettivo un posto che richiama angoscia e paura. Nata sul piccolo schermo e in seguito al suo successo trasportata anche al cinema, la piccola cittadina americana sita sulle coste del lago Michigan continua a terrorizzare ed attrarre gli appassionati del survival horror e non solo. Ma quali sono gli elementi che hanno permesso a questo brand di raggiungere il successo?

Silent Hill – il videogioco

Sviluppato nel 1999 per Playstation 1 da Hideo Kojima con il Team Silent, il gioco prodotto da Konami segue le misteriose vicende che hanno luogo nell’immaginaria cittadina di Silent Hill. Ispirandosi alla vicenda di Centralia in Pennsylvania che, a causa di un forte incendio nelle miniere di carbone site sotto la comunità, è divenuta una città fantasma, e facendo grande riferimento alla cinematografia di Lynch e ad “Allucinazione perversa” di Adrian Lyne, il giocatore ha la possibilità di entrare in un mondo dove l’inconscio dei protagonisti non è più relegato nella loro mente, ma prende una vita ed una forma propria, il più delle volte con un aspetto mostruoso e con intenti tutt’altro che benevoli. Ciò è dovuto ai traumi che i personaggi hanno precedentemente subito e che non riescono a superare, riflettendo così i loro disturbi nell’ambiente che li circonda e nella forma delle creature che sono costretti ad affrontare, in conformità a come Dante nella Divina Commedia immagina le pene dei condannati per analogia o contrapposizione. Così nel primo capitolo troviamo Henry Mason, che nel corso della ricerca di sua figlia, scomparsa a seguito di un incidente stradale, si trova a dover fronteggiare mostri quali le iconiche infermiere, simbolo dell’agonia provata dalla bambina in passato, costretta ad una lunga degenza a causa delle ferite riportate a seguito di un oscuro rituale. Essendo stata creata in contrapposizione a titoli più action come Resident Evil, l’attenzione per l’aspetto psicologico resta un elemento costante nella saga anche nei capitoli successivi, portando Masairo Ito, monster design della serie, ad ispirarsi ad opere di artisti inquieti e tormentati come Francis Bacon e il suo Tre studi per figure ai piedi di una crocifissione, dal quale trarrà spunto per i Munnequincreature che appaiono nel secondo capitolo e che, con il loro aspetto vagamente muliebre ma pur sempre spaventoso, simboleggiano le pulsioni sessuali del protagonista James Sunderland, recatosi a Silent Hill dopo aver ricevuto una lettera dalla moglie che credeva morta da anni. È nello stesso capitolo che compare un’altra creatura iconica dell’universo di Silent Hill: Pyramid Head. Egli è un mostro nel senso più arcaico del termine (il latinismo mostrum deriva da monere, che vuol dire “ammonire”) e nonostante rappresenti un nemico, sarà grazie a lui che James riuscirà ad accettare il suo passato, dirigendosi verso un nuovo inizio.

Silent Hill il film – la trama

Protagonista della pellicola è Rose Da Silva (Radha Mitchell) che decide di portare sua figlia adottiva Sharon a Silent Hill, poiché durante l’ennesimo episodio di sonnambulismo, la bambina continua a ripetere di doversi recare nella misteriosa cittadina. Contravvenendo così al volere del marito Christopher (Sean Bean) le due, dopo una rocambolesca fuga dalla poliziotta Cybil Bennett interpretata da Laurie Holden (Andrea di The Walking Dead), riescono ad entrare in città, ma a seguito di un incidente automobilistico Sharon scompare, costringendo Rose ad addentrarsi nella nebbia e verso gli orrori che nasconde. Da questo momento in poi, il film si sviluppa su tre dimensioni diverse: la Silent Hill “ordinaria”, città abbandonata da tempo dove si svolge la disperata ricerca di Christopher per la sua famiglia, la Silent Hill del passato dove ha origine la storia, ed infine la Silent Hill infestata da esseri mostruosi, che al suono di un allarme antiaereo si tramuta in una versione ancor più spaventosa, dominata dalla follia e dalle tenebre: l’Otherworld. In un crescendo di mistero ed orrore che avrà culmine nel finale, Rose si fa strada fra terribili segreti e creature mostruose, trovandosi ad avere a che fare con un’enigmatica setta dagli oscuri obiettivi e potendo contare solo sull’aiuto della ritrovata Cybil, il cui nome, afferma il regista, si ispira alla figura della Sibilla, una guida all’interno di questo mondo infernale che richiama alla mente il rapporto fra Dante e Virgilio.

Silent Hill il film – la regia

La trasposizione cinematografica, prodotta dalla Davis Films e dalla Konami Corporation,  è stata diretta da Christophe Gans (La Bella e la Bestia, Il patto dei lupi) e sceneggiata da Roger Avary (Pulp Fiction, Le Iene) che reinterpretano la trama dei primi tre episodi videoludici, pur mantenendo fedeli all’originale le atmosfere e alcuni dei personaggi. Non solo le sequenze tratte dal videogioco, ma anche il sapiente uso di luci ed ombre, assieme alle suggestive musiche di Akira Yamaoko (già responsabile per la colonna sonora della saga videoludica) riescono a rendere pienamente il senso di angoscia e smarrimento che provano i personaggi. Anche in questo caso le creature che popolano Silent Hill hanno un simbolismo ben preciso, in quanto la pellicola si basa sul concetto di maternità e, citando il film stesso, di come “una madre è Dio agli occhi del proprio figlio”. A conferma di ciò basti pensare al Grey Child che, come si può intuire dal nome, non è altro che un  essere dalle fattezze infantili, oppure all’Armless Man (letteralmente “Uomo senza braccia”)che fa la sua entrata in scena proprio quando Rose si ritrova ammanettata. Tutti i mostri presenti nel lungometraggio sono stati realizzati con costumi di silicone e sono interpretati da ballerini che hanno provveduto a dare alle creature le movenze necessarie a comunicare allo spettatore inquietudine e disgusto. Il cast di mostri è stato diretto dal coreografo Roberto Campanella, che nella trasposizione filmica interpreta anche Pyramid Head.

Adesso che avete scoperto cos’è ad aver reso tanto famosa e terrificante Silent Hill non vi resta altro da fare che spegnere le luci, accendere la TV e prepararvi ad affrontare un’esperienza da incubo!

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