Storia del nuovo cognome: alla scoperta del set ischitano

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Torna, dopo l’immenso successo della prima serie, L’amica geniale, il secondo capitolo della quadrilogia di Elena Ferrante, ossia Storia del nuovo cognome. La famosissima serie, ambientata a Napoli, è stata girata anche nella piccola ma suggestiva isola d’Ischia, con le due protagoniste Lila e Lenù, cresciute, oramai donne; proprio Lila sceglie di andare in vacanza al mare, ad Ischia, che diventa uno dei luoghi simbolo della fiction.
Il romanzo di Elena Ferrante è inesorabilmente legato ad Ischia, sia grazie alla bellezza dei luoghi che fanno da sfondo alle parole, ai monologhi, alle scene, che si fondono con i colori dell’isola, sia in riferimento alla profondità dei legami che man mano si delineano, componendosi di tanti piccoli dettagli.

Le scene de L’amica geniale e anche del secondo capitolo, Storia del nuovo cognome, sono state girate ad Ischia Ponte, all’ombra del maestoso Castello Aragonese. Il borgo di Ischia Ponte ha ospitato per il secondo anno consecutivo le riprese della famosa serie.
Ricordiamo che Ischia Ponte rappresenta il punto nevralgico dell’isola d’Ischia, e il suo borgo, detto anche “Borgo di Celsa”, per la presenza di gelsi, è un antichissimo centro animato da pescatori e botteghe, la cui esistenza è già documentata nel XIII secolo. Con il passare degli anni, la struttura architettonica ed urbanistica, propria del borgo, con vicoli stretti, palazzi signorili alternati a caratteristiche casette basse, si è conservata inalterata, regalando suggestioni ed emozioni uniche a chi vi passeggia, sia d’inverno che d’estate. Proprio nei vicoletti del borgo di Ischia Ponte, hanno passeggiato le due protagoniste della celebre serie Storia del nuovo cognome, recitando e mescolando man mano tutti gli aspetti tipici del genere moderno e le identità autobiografiche strettamente connesse all’autrice, Elena Ferrante.
Ischia Ponte è la prima location che appare nella fiction; proseguendo, i nuovi episodi – ambientati negli anni Sessanta – catapulteranno i telespettatori nel centro storico di Forio, uno dei sei comuni dell’isola d’Ischia. Nel centro storico di Forio, impreziosito da piccole botteghe, cimeli, prenderà forma la quotidianità delle due protagoniste.
La vera anima del centro storico di Forio sono i vari vicoletti che si diramano verso la collina di San Vito e il quartiere del Cierco, le zone corrispondenti al nucleo originario del villaggio di Forio, risalente almeno al 1200.
Proprio come Elena Ferrante, con il secondo volume della propria preziosissima opera, riesce tenacemente a raccontare, scavando nell’animo delle protagoniste principali, così le location dell’isola d’Ischia, scelte per le riprese, riusciranno ad oltrepassare la modernità che le caratterizza, catapultandosi in un’epoca storica forse non troppo lontana, che affonda le proprie radici nella tradizione che ancora oggi caratterizza alcune parti di Ischia. L’indole storico-sociale del romanzo di Elena Ferrante si riconosce nell’accurata selezione delle ambientazioni ischitane, che il regista Saverio Costanzo ha scelto.

Il set, molto articolato, oltre ad Ischia Ponte e Forio, è stato allestito anche a Lacco Ameno, importante per la presenza storica del mecenate Angelo Rizzoli, che trasformò il comune ischitano in una rinomata località turistica, dandole visibilità e vivacità; ma non solo, Lacco Ameno è fondamentale anche perché vi sbarcarono nell’VIII secolo i primi coloni eubonici, che fecero dell’intera isola la prima colonia greca d’Occidente. Un altro scorcio suggestivo che caratterizzerà la fiction, si trova a Barano d’Ischia, in particolare modo a Via Corafà al Testaccio, con riprese dall’alto anche alla spiaggia dei Maronti, rinomata e conosciuta in tutto il mondo.  Giorgio Corafà fu generale e viceré del regno delle Due Sicilie, giunto al Testaccio (comune di Barano d’Ischia) per curarsi presso il “Sudaturo”, la famosa stufa di vapore della frazione. Prima di Corafà, erano passati per il Testaccio tanti altri ospiti illustri:, su tutti il vescovo e filosofo irlandese George Berkeley, insieme a Locke e Hume uno dei padri dell’empirismo inglese.

Grazie al secondo capitolo della quadilogia della Ferrante, l’isola d’Ischia è stata catapultata in un’altra epoca storica, a ritroso nel tempo, in un quadro incontaminato che sorprenderà quanti riconosceranno la “propria” isola sul grande schermo. Un lavoro immane, durato diversi mesi, scene girate decine di volte, ambientazioni da riprodurre, oggetti di scena, costumi, comparse (molte ischitane) tutto condito dal forte senso di ospitalità che contraddistingue l’isola d’Ischia, e dalla bellezza e grandezza storico-culturale che la caratterizza.

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