Saverio Costanzo, il regista de L’amica geniale a Villa Pignatelli

Saverio Costanzo, il regista de L'amica geniale a Villa Pignatelli

È una serata tranquilla e ventilata quella prescelta da Saverio Costanzo per ri-presentare i primi due episodi dell’amatissima serie-tv tratta dai romanzi di Elena Ferrante. L’amica geniale attira numerosi spettatori, curiosi, appassionati, nella splendida cornice neo-classica di Villa Pignatelli che fa da location per l’evento dal sintomatico titolo ”Doppio Sogno. On life, love and memory” – organizzato da Teatro Galleria Toledo – martedì 16 luglio alle 20:30.

Si aspetta il tramonto romantico del sole perché il regista, Saverio Costanzo, prenda la parola. Tra le prime file del pubblico non passa inosservata la “voce” della serie, Alba Rohrwacher, che si vocifera faccia da spalla a Costanzo in qualità di co-regista nella seconda stagione, la cui messa in onda è prevista per il prossimo tardo autunno su Raiuno.

Non si tratta, però, di un incontro volto ad anticipare contenuti futuri dell’attesissima saga, bensì di un momento di raccoglimento nei riguardi di un personaggio del passato, protagonista delle due puntate riproposte, venuto a mancare nell’agosto 2018: Antonio Pennarella.

Le bambole” e “I soldi” sono i titoli dei due primi episodi della prima stagione, andati in onda in prima serata a fine novembre 2018, durante i quali le due bambine co-protagoniste del romanzo e della sua versione per il grande schermo, Lila e Lenù, si misurano con l’orco del rione, don Achille, magistralmente interpretato da Pennarella.

«Il nostro affetto ancora lo accompagna. Antonio è uno di noi»: con queste parole esordisce Saverio Costanzo, che ripercorre sul filo dei ricordi il tragitto umano che ha lasciato che “L’amica geniale” figurasse tra le performance dell’attore, fino a suggellarne, purtroppo, l’ultima interpretazione.

«Antonio non aveva detto di essere malato: veniva sul set anche quando non doveva girare», prosegue Costanzo, soffermandosi sull’assegnazione del ruolo a seguito di un provino più che altro formale, in quanto al regista era già solo bastata una foto – di quell’uomo dall’aspetto un po’ burbero dal volto molto noto – per sceglierlo e volerlo. Don Achille è un personaggio-chiave per la crescita precoce delle due bambine in balia del duro scontro con la cruda realtà che ne scandirà la vita e l’amicizia.

«Don Achille è uno strozzino, è un uomo di merda», si sente denunciare più volte nella seconda puntata, che si chiuderà in maniera particolarmente mesta e tragica. Per Costanzo l’interpretazione di Pennarella è una delle più riuscite di tutta la prima stagione, e lo dichiara con la fermezza priva di retorica tipica di chi è convinto di ciò che pensa.

«Antonio è arrivato con tutta la sua umanità: si è preso don Achille e l’ha fatto suo. È come aver perso un amico vero», continua Costanzo nel parlare del ruolo impersonato dall’attore senza poterlo separare dall’uomo «dai sentimenti forti» che vi stava dietro.

È una presentazione breve ma intensa quella del regista, che rivela di custodire alcune immagini ormai di repertorio dell’attore non ancora utilizzate nel primo capitolo della serie. Il sole è tramontato sul maxi-schermo montato ad hoc nel cortile di Villa Pignatelli. Costanzo invita il pubblico ad un applauso in memoria dell’amico scomparso e conclude con una promessa: «Nella seconda stagione grazie a dei flashback fotografici ricorderemo Don Achille, ma senza dimenticare Antonio».

 

Fonte immagine: https://www.facebook.com/events/332934657646758/

A proposito di Giulia Longo

Napolide di Napoli, Laurea in Filosofia "Federico II", PhD al "Søren Kierkegaard Research Centre" di Copenaghen. Traduttrice ed interprete danese/italiano. Amo scrivere e pensare (soprattutto in riva al mare); le mie passioni sono il cinema, l'arte e la filosofia. Abito tra Napoli e Copenaghen. Spazio dalla mafia alla poesia.

Vedi tutti gli articoli di Giulia Longo

Commenta