Ispirato alla Grande Corsa della Misericordia, meglio conosciuta come la Corsa del siero, questo spettacolare e commovente film di avventura è incentrato sulla storia di Togo, maestoso Husky Siberiano diventato famoso per aver compiuto l’impresa della corsa per salvare il villaggio di Nome a seguito di un’epidemia difterica insieme ad altri 10 cani da slitta in condizioni climatiche estreme. Il film Togo, una grande amicizia diretto dal regista Ericson Core, è stato distribuito sulla piattaforma Disney+ il 20 dicembre 2019 ed è ora disponibile in streaming in Italia su RaiPlay. Attenzione, la recensione può contenere degli spoiler.
Togo, una grande amicizia: un rapporto indissolubile
Tema centrale della pellicola di Core è il legame tra Leonhard Seppala, interpretato da Willem Dafoe, il musher norvegese abitante di Nome, villaggio in Alaska e Togo. 12 anni prima dell’impresa nasce Togo, che da cucciolo era una vera peste. Seppala insiste nel darlo via perché troppo debole, ma il cucciolo riuscirà a scappare dal canile a cui era stato affidato e raggiungere il suo padrone: il legame che li unisce è troppo forte e presto Seppala si accorgerà che Togo ha qualcosa di molto speciale, qualcosa che lo rende un grande leader. Entrambi i personaggi, quindi, all’interno del film si evolvono dal punto di vista personale: il musher, da completamente contrario a tenere con se’ Togo, diventerà il suo migliore amico, mentre Togo, da piccolo cucciolo inesperto, diventerà l’eroe del villaggio.
Le avvincenti scenografie della corsa per il siero
La vera bellezza del film Togo, una grande amicizia, oltre ai suoi temi, risiede negli gli effetti speciali realizzati per le scene della Grande Corsa della Misericordia: tempeste di neve, spettrali paesaggi innevati, il suggestivo ma quasi fatale Norton Sound ghiacciato, che quasi costa a Togo e ai suoi amici la vita. Soprattutto nelle scene della corsa sulla baia congelata si evince tutto l’affetto che il musher ha con i suoi cani da muta: li incoraggia a non mollare quando il ghiaccio si sta per aprire sotto di loro, li protegge quando rimangono intrappolati su una lastra di ghiaccio galleggiante escogitando un piano di salvataggio, il tutto ripreso sempre nelle suggestive ma sinistre lande ghiacciate dell’Alaska.
Togo, una grande amicizia: il vero eroe di Nome
Basandosi su una storia vera, le scenografie e le immagini del film consentono al pubblico di immedesimarsi ancora di più in ciò che succede ai vari personaggi della pellicola, creando per essi una sorta di empatia e arrivando, in un certo senso, a tifare per il trionfo di Seppala e Togo nella loro impresa. Tuttavia il siero, dopo essere stato recuperato da Togo e dai suoi amici a quattro zampe, verrà portato a Nome da un altro musher, la cui muta è capitanata da Balto, altro Husky siberiano. Oggi tutti noi conosciamo questo nome e la storia che c’è dietro, ma non tutti sanno che Balto è stato solo un piccolo tassello per la salvezza del villaggio, mentre Togo è il solo ed unico salvatore di quelle persone. «A Central Park, a New York» recitano i titoli di coda del film, «fu eretta una statua in onore della corsa del siero del 1925. È la statua di Balto. Nel 2011 il settimanale Time dichiarò Togo l’animale più eroico di tutti i tempi.» Il finale, quindi, inaspettato per molti che non conoscono la vera storia, ci fa vedere che non sempre le vicende più famose e più narrate sono quelle vere, ma che spesso i veri eroi risiedono in ciò che la gente non racconta.
Fonte immagine in evidenza: RaiPlay