Unica, il docufilm sulla storia di Ilary e Francesco | Recensione

Unica

Unica, il docufilm sulla separazione tra Ilary Blasi e Francesco Totti, ha messo finalmente un punto a uno dei gossip più chiacchierati di questo 2023.

A circa un mese dalla sua uscita su Netflix (dove ha tenuto per diverso tempo la prima posizione tra i “più visti” in Italia), ha suscitato tra le più disparate reazioni: dalla curiosità allo sdegno, passando per il pregiudizio e il giudizio sull’inevitabile schieramento con “l’una” o “l’altra” parte (come d’altronde ormai capita su qualsiasi argomento di dominio pubblico nel nostro Paese).

In Unica, Ilary Blasi è intervistata da Peppi Nocera e ripercorre un amore ventennale, dai primi incontri con Francesco Totti alle ultime vicende ormai note a tutti. Lo fa accompagnata dalla sua famiglia (prettamente al femminile: sua madre e le sue sorelle), dai suoi amici e da  qualche giornalista, con tanto di filmati di ogni genere (della sua infanzia, della celebre t-shirt con scritto «6 unica» allo stadio nel derby del 2002, del matrimonio in diretta su SkyTg24, dei suoi figli, di video e stories Instagram), che donano al docufilm tratti un po’ melodrammatrici, un po’ “true crime“, un po’ addirittura farseschi.

Unica: il racconto dei fatti

Il docufilm – in circa un’ora e venti – appare costruito come un mosaico fatto di indizi, verifiche, pretese, sensi di colpa, voci, appostamenti e prove. Tutto comincia con un caffè, che diventa la causa scatenante della crisi tra Blasi e Totti. Un caffè qualsiasi che scatena l’idea di tradimento, di menzogna, di inganno, ma che, in realtà, fa emergere semplicemente un’idea di possesso. Ilary, infatti, racconta di essere stata, insieme a una delle sue migliori amiche, a casa di un uomo a Milano; situazione non digerita dal marito che, logorato dal sospetto di un tradimento, si sarebbe sentito legittimato a poter innescare una relazione parallela con la sua attuale compagna. Ilary, anche se in modo rocambolesco e a tratti tragicomico, assume un investigatore privato e si dà ai pedinamenti. Appurata la verità, la coppia inizia a farsi la guerra, tra interviste sgradevoli (come quella di Totti al Corriere), Rolex “rubati” e scarpe nascoste.

Tuttavia, ciò che da Unica veramente emerge è come la crisi possa essere in qualche modo essere stata innescata dal destino che coinvolge tutti gli sportivi: la fine di una carriera che ha rappresentato da sempre la propria motivazione di vita. E che, nel caso specifico, spinge Francesco Totti a chiedere alla moglie di privarsi del suo lavoro, per “pareggiare” la situazione, dando però dimostrazione di chi realmente sia il campione fuori dal campo.

A fare da sfondo al docufilm c’è, senza dubbio, Roma. «Roma sapeva – dice Ilary – Roma prima era silenziosa, poi tutti hanno iniziato a parlare». Roma, dunque, parteggia per il suo “Pupone” e lo dimostrano le testimonianze di un tassista che la accusa di «aver tradito lei per prima» e di un uomo che sostiene: «A Roma tutti sanno che a Totti piacciono i maritozzi con la panna e le donne», sottintendendo che – finché le era convenuto – Ilary avesse sorvolato sulle tresche extraconiugali del marito che l’aveva resa famosa. 

Dal punto di vista giornalistico, ovviamente, in Unica è assente il contraddittorio. Ma dopo anni di celebrazioni per Totti, Ilary decide di prendersi la scena. E lo fa dopo un anno e mezzo di silenzio, rompendolo probabilmente in base all’offerta economica più remunerativa. Unica è stato tenuto e girato in segreto, con un format molto diffuso sulle tv americane.

Ilary Blasi stavolta parla di sé come donna, madre e conduttrice, perché è evidentemente stanca di essere definita “ex letterina” o “moglie di Francesco Totti”. Tuttavia, non usa mai parole davvero dispregiative nei confronti dell’ex marito; al contrario, mette in campo una sorta di accusa-difesa con toni estremamente pacati: spesso, infatti, si lascia andare anche alla commozione e all’ironia, con un temperamento e una lucidità davvero ammirevoli.

Fonte immagine: Netflix, screenshot trailer ufficiale Unica di Ilary Blasi

A proposito di Maria Laura Amendola

Nata a Potenza il 28 giugno 1993, madre australiana e papà Irpino. Impegnata, per diversi anni, in organizzazioni a carattere sociale e culturale, ho prediletto come ambito il femminismo e le battaglie contro le disuguaglianze di genere. Nel 2021, è nata la mia prima opera letteraria, "Una donna fragile", Guida Editori.

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