Uptown Girls: il film di Boaz Yakin | Recensione

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Uptown Girls, il cui titolo in italiano è Le ragazze dei quartieri alti, è un film del 2003 diretto dal regista Boaz Yakin. Vede nei panni della protagonista, Molly Gunn, la precocemente scomparsa Brittany Murphy e una giovanissima Dakota Fanning in quelli di Lorraine “Ray” Schleine.

Uptown Girls, trama del film 

Molly Gunn, la protagonista di Uptown Girls, è una ragazza che ha perso (o forse non ha mai avuto) il contatto con la realtà. Porta avanti il suo stile di vita all’insegna di feste e shopping compulsivo vivendo di rendita grazie ai successi accumulati dal padre, cantante rock ormai deceduto. Il suo lussuoso appartamento/mausoleo, in cui l’eredità musicale di suo padre convive con un’insignificante accozzaglia, è la versione della cameretta perennemente disordinata di un adolescente e suggerisce il fatto che Molly non ha ancora concluso questa fase della vita, a dispetto della sua età. 

Tutto cambia quando il suo commercialista le ruba tutta l’eredità. Molly da un giorno all’altro non può permettersi più neanche l’affitto, così si ritrova costretta a rimboccarsi le maniche. La ricerca di un lavoro la condurrà dalla piccola Lorraine Schleine detta “Ray”, co-protagonista di Uptown Girls, a cui finirà per fare da babysitter. Il compito si prospetta più arduo del previsto in quanto la piccola yuppie newyorkese, disciplinata e determinata, a differenza di Molly conduce una vita metodicamente pianificata e all’insegna dell’eccellenza. Le due sono agli antipodi, ma forse proprio in virtù delle loro differenze riescono ad aiutarsi reciprocamente grazie anche all’improbabile amicizia che instaurano.

Crescere all’insegna della leggerezza: un coming of age atipico

Oh, I’m just a girl, what’s my destiny?
What I’ve succumbed to is making me numb.

Cantava Gwen Stefani con i No Doubt in Just a Girl. Con la differenza che per Molly tutte le esperienze che vive la risvegliano dall’esistenza intorpidita che stava conducendo e le permettono di prendere in mano per la prima volta le redini della sua vita. Uptown Girls potrebbe definirsi un coming of age atipico: mentre Molly capisce che deve contare su se stessa e in quale direzione orientare la sua vita, l’effervescenza e l’esuberanza di cui è munita contagiano la piccola Ray, facendole scoprire un lato di sé che non conosceva o che, forse, aveva semplicemente represso. 

Le protagoniste di Uptown Girls traggono beneficio dalla presenza l’una dell’altra e il loro legame aiuta entrambe a crescere e maturare. Ray è una bambina rigida e troppo dura con se stessa e con gli altri per l’età che ha. Se all’inizio infatti sembra insofferente per la presenza di Molly e che debba quasi prendersi cura della sua babysitter, col passare del tempo gioverà della leggerezza della ragazza che riesce a fare breccia nel suo cuore e a smussare la corazza di cui la bambina si era munita.

«Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore».

Scriveva così Calvino nelle sue Lezioni Americane e questo film vuole trasmettere proprio come la leggerezza sia uno strumento imprescindibile per crescere. Uptown Girls è un film per rimettersi in contatto con il proprio bambino interiore e per ricordarsi di prenderlo per mano lungo il tragitto.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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