Bookblogger: un mestiere tutto da scoprire

Bookblogger: un mestiere tutto da scoprire

Il Bookblogger è una figura ancora sottovalutata che però sta facendosi sempre più spazio in una società in costante crescita. Si tratta di un vero e proprio lavoro, (anche se non prevede retribuzione, se non in specifici casi) nonostante siano tanti coloro che pensano il contrario. Leggere un libro e parlarne, recensirlo, scrivere commenti, diffonderne la trama, è una vera e propria professione, che nel nostro Paese si sta diffondendo sempre più.
Il Bookblogger è una persona, nella maggior parte dei casi un giovane tra i 18 e i 30 anni, che legge molti libri, in particolar modo di scrittori emergenti, per poi parlarne in rete, alla propria community. Lo scopo principale, nel caso di uno scrittore alle prime armi che si rivolge ad un Bookblogger, è quello di farsi conoscere e fare in modo che la propria opera venga notata a mezzo social. Esistono a tal proposito diverse rubriche, create proprio per dare spazio ai testi, caratterizzati da foto che ritraggono i libri oggetto di menzione, trama, curiosità riguardanti l’autore e anche qualche passo del volume stesso.

La professione di Bookblogger come detto in apertura, ancora non è considerata tale a tutti gli effetti, un pò come tutti i lavori digitali. Di certo creare contenuti relativi alla lettura, non è semplice. Occorre tempo e soprattutto passione, oltre che per la lettura stessa, anche per la scrittura. È necessario utilizzare il linguaggio giusto, che sia ammaliante e che catturi l’attenzione di chi legge il post creato per pubblicizzare un libro. Il bookblogger conosce il proprio “pubblico” e quindi stila un contenuto interessante e col quale verrà a crearsi una sorta di “discussione”.

In questo modo si crea un “mondo libresco”, non solo social, ma anche reale. Spesso il passaparola che si genera attraverso i social, che sia Instagram, TikTok, Facebook o Youtube, spinge i giovani ad acquistare quel determinato libro. Un dato importante che fa ben sperare e soprattutto ben risponde ad una domanda che molti si pongono. “I Bookblogger vogliono sostituirsi ai giornalisti che si occupano di cultura o ai librai”. La risposta ovviamente è no, nulla di tutto ciò!. Recensire un libro è complicato, farlo online lo è ancora di più, soprattutto perchè c’è molta competizione e il mondo del web tende a dare spazio ai numeri, quindi ai cosiddetti influencer di successo.
Inoltre, come accennato in precedenza, a differenza del giornalista culturale, il Bookblogger utilizza un linguaggio completamente diverso, leggero e diretto, col quale si rivolge ai propri followers, o meglio, agli appassionati lettori.
Un altro particolare importante, riguarda un aspetto spesso criticato e sul quale ancora si fa confusione, nessun blogger chiede una retribuzione per parlare di un libro, recensisce semplicemente per passione e per la gioia di leggere quanti più libri possibile; d’altronde la fame di lettura per un appassionato, è insaziabile, quindi più libri si leggono, più forte saranno la soddisfazione e la gioia.
Un Bookblogger dunque, esprime in modo libero e consapevole, attraverso un blog, una pagina social, un video, un post, consigliano, promuovono, parlano e scrivono di libri, non sempre inviati da un autore, ma spesso acquistati in libreria.

Non si tratta di una figura chiusa, ma fortemente polivalente, un’opportunità di crescita sia per chi legge che per chi scrive. Per dare risalto ai testi che si sceglie di leggere è fondamentale instaurare un rapporto saldo e di fiducia con i propri seguaci, una relazione di credibilità che sia anche divertente e di facile comprensione.
Se la recensione di un libro è anche divertente, attira sicuramente più persone e può diffondersi anche tra i giovani, trasformando un ambiente considerato di “nicchia” (quello letterario) in qualcosa di accessibile a tutti, interessante e fuori dai confini standardizzati che si leggono sui testi scolastici. Ricordiamo che molti ragazzi reputano un libro noioso solo perchè a scuola li ha annoiati, magari per un approccio sbagliato, difficile, non comprensibile fino in fondo. Il mestiere del Bookblogger può aiutare anche in questa direzione: consente di trasformare radicalmente l’immagine figurativa di un libro.

In Italia i lettori sono pochi, mentre la situazione è opposta per quanto riguarda gli scrittori, ciò perchè probabilmente ognuno ha qualcosa da dire e da raccontare. Ecco perchè la figura del  Bookblogger è di fondamentale importanza, nonostante i numeri (in termini di followers) per far sì che il mondo culturale italiano si arricchiscano di nuovi volumi, che tutti possano leggere ed apprezzare.
Ovviamente, come sottolineano gli intellettuali contemporanei: “Scrivere di letteratura oggi, significa confrontarsi con il web, conoscere e gestire strumenti profondamente diversi”.
Chi recensisce libri, attraverso linguaggi, stile, sintesi, schemi e competenze letterarie, comunica non solo con lettori appassionati e si potrebbe dire compulsivi, ma delle anche stimolare e proiettare alla lettura chi non legge volentieri, facendo in modo che cambi idea e diffondendo una vera e propria cultura letteraria.

Ricordiamo che il Bookblogger è perfettamente consapevole che leggere non significa esclusivamente leggere, ma è qualcosa che va ben oltre e soprattutto, scrivere, non equivale esclusivamente a scrivere. Ecco perchè tale figura rappresenta un vero e proprio lavoro, di tipo letterario, volto a trasmettere emozioni, visibilità, curiosità, alimentando la fama di lettura insita in chi si dedica a tutto ciò.

 

Immagine in evidenza: Unsplash.com

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