La tombola è un gioco da tavolo natalizio, diffuso in particolar modo nel Sud Italia.
Secondo la tradizione, la tombola sarebbe nata a Napoli nel 1734 da una discussione tra il re Carlo di Borbone e padre Gregorio Maria Rocco circa il gioco del Lotto, che il primo voleva sotto controllo pubblico, per evitare che in seguito alla sua soppressione vi fosse il fiorire del lotto clandestino e per rimpinguare le casse dello Stato, e il secondo considerava immorale per motivi religiosi. Il compromesso fu trovato vietando il gioco durante le festività natalizie, durante le quali le famiglie si organizzarono con questa versione da casa.
Si tratta tecnicamente di un gioco d’azzardo, in quanto i partecipanti sono tenuti al versamento di una somma in denaro, che viene poi ridistribuita come premio ai vincitori. Le cifre, assolutamente esorbitanti e tipiche di una bisca clandestina, oscillano dai 5 centesimi (di solito i nonni tirchi e i marmocchi petulanti che urlano e strepitano finché non venga concesso loro di giocare) a cifre ben più elevate: addirittura alcuni temerari arrivano a pagare 1 €!
Monete che sono, quasi sempre, contenute in un portamonete. Non parliamo di un portamonete qualunque, ma del portamonete appositamente riempito per i giochi natalizi: contiene all’incirca 50 € in pezzi da 1, 2 e 5 centesimi, tutti quei pezzi che verrebbero persi nei meandri delle tasche bucate se non ci fosse l’interesse di conservarli per i giochi natalizi. Il suddetto portamonete peserà così circa 20 chili e potrà anche essere usato come arma contundente contro gli altri giocatori.
La tombola viene normalmente giocata in un contesto familiare. In genere si tratta di rimpatriate bibliche, con parenti fino all’ottavo grado.
Un giocatore, a turno, è colui che estrae i numeri: ha a disposizione un tabellone sul quale sono riportate caselle da 1 a 90, e un “panariello” in vimini, pieno di pezzi numerati come le caselle. Il suo compito consiste nell’estrarre i pezzi in modo casuale e annunciare agli altri giocatori il numero uscito. Per il difficile compito è necessario avere una buona vista, e saper distinguere il 66 dal 99 e il 69 dal 96!
Giocando a Tombola
-Scena tipo-
Colui che estrae i numeri: 67
Giocatore 1: Cosa? 77?
C: No… 67, sei-sette
G1: Ma il 77 non è uscito?
C: Sì, è uscito 5 minuti fa
G1: Ma come?! Non si era sentito, allora ho fatto ambo!
Giocatore2: Che numero è uscito adesso?
C: …
Spesso, inoltre, colui che estrae i numeri viene ricoperto di imprecazioni, insulti e minacce di morte dai partecipanti.
La tradizione vuole che il numero estratto venga accompagnato dalle immagini della Smorfia napoletana, le più divertenti metafore riguardano la sfera sessuale:
6 = Chella ca guarda ‘nterra (organo sessuale femminile)
29 = ‘O pate d’e criature (organo sessuale maschile).
I giocatori dispongono di una o più cartelle. Ogni volta che il numero estratto è presente su una o più delle sue schede, il giocatore “copre” la casella corrispondente: i numeri vengono coperti con fagioli, ceci, pasta, bucce di mandarino, gomme da masticare e caccole.
Lo scopo ultimo del gioco è quello di realizzare la tombola, ovvero arrivare per primi a coprire tutti i numeri presenti su una delle proprie cartelle – cosa che di solito richiede un tempo che va dalle 2 ore alle quattro ere geologiche. Ci sono anche tappe intermedie, quali ambo, terno, quaterna e cinquina.
In ogni tombolata ci sono delle figure, oramai mitologiche: la nonna che non sente e a cui il numero va ripetuto 374647 volte, il bambino che vuole giocare nonostante non sappia contare, lo zio burlone che grida Ambo! al primo numero estratto, e soprattutto lui: il fortunato.
Analizziamo quest’ultimo nello specifico. Di solito il giocatore che ha speso 50 € in cartelle riesce a beccare soltanto un ambo del valore di 20 centesimi, mentre colui che ha comprato un’unica cartella, scelta a caso, porta a casa tutti i risparmi degli altri giocatori: è lui il “fortunato”.
Si tratta della personalità più irritante delle Tombolate, colui che tutti gli altri partecipanti desiderano morto. Inizia giocando con una cifra irrisoria, magari i 50 centesimi che ha trovato a terra prima di arrivare, e comincia a vincere senza fermarsi più. È il primo a fare ambo; successivamente si accaparra terno, quaterna e cinquina, sotto gli sguardi pieni d’odio degli altri giocatori che desidererebbero ardentemente infilzarlo con il puntale dell’albero. Quando sembra essersi arrestato e a tutti mancano uno o due numeri per fare tombola, mentre a lui ne mancano cinque, inizia una raffica di estrazioni di numeri che solo lui ha nella cartella, portandolo inevitabilmente alla temibile parola finale, che sarà la firma della sua condanna a morte: “Tombola!!“
E voi? State giocando a tombola?
Nunzia Serino