Il 3 settembre 2012, all’età di 69 anni, Griselda Blanco veniva uccisa a Medellín con due colpi di arma da fuoco alla testa. Un’esecuzione che ha calato il sipario sulla vita di quella che è diventata nota come la Regina della Coca. La sua storia di potere e ferocia è ora al centro della miniserie Netflix Griselda, con protagonista Sofia Vergara. La serie si apre con una celebre citazione attribuita a Pablo Escobar:
«L’unico uomo di cui abbia mai avuto paura era una donna di nome Griselda Blanco».
Non è la prima volta che la sua storia viene raccontata: nel 2017, Catherine Zeta-Jones l’aveva interpretata nel film La signora della droga. Ma chi era veramente Griselda Blanco, e perché la sua figura continua ad affascinare e terrorizzare?
Indice dei contenuti
Elemento | Dettagli |
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Soprannomi | La Regina della Coca, La Madrina, La Vedova Nera |
Patrimonio stimato | Circa 2 miliardi di dollari al suo apice |
Omicidi attribuiti | Si stima abbia ordinato circa 200 omicidi |
Innovazioni criminali | Uso di corrieri donne, scomparti segreti nella biancheria intima, sicari in motocicletta (motorcycle assassins) |
Le origini: chi era Griselda Blanco
Griselda Blanco nasce nel 1943 a Cartagena. Con un’infanzia segnata dall’abbandono del padre e da una madre alcolizzata e prostituta, si trasferisce a Medellín, dove entra presto nel mondo del crimine. Sposa il suo protettore, Carlos Trujillo, da cui ha tre figli. Quando la relazione si incrina per affari, non esita a farlo uccidere. È il primo omicidio che le vale l’appellativo di Vedova Nera.
L’ascesa a New York: le “innovazioni” criminali
Il matrimonio successivo, con il trafficante Alberto Bravo, la porta a New York alla fine degli anni ’60. Qui la sua genialità criminale emerge. Capisce che le donne suscitano meno sospetti e le utilizza sistematicamente come corrieri. Apre una fabbrica di biancheria intima in Colombia e progetta reggiseni e guaine con scomparti segreti per contrabbandare cocaina. Negli anni ’70, con l’appoggio del cartello di Medellín e di Pablo Escobar, il suo impero cresce a dismisura. Nel 1975, dopo una fuga in Colombia per evitare l’arresto, uccide anche il secondo marito, accusato di aver sottratto denaro, e prende il pieno controllo dell’organizzazione.
Il regno del terrore a Miami: le “Cocaine Cowboy Wars”
Nel 1978 sposa l’assassino Dario Sepúlveda, da cui ha il quarto figlio, Michael Corleone Blanco, in onore de Il Padrino. Si trasferisce a Miami, portando con sé una violenza senza precedenti e scatenando le cosiddette “Cocaine Cowboy Wars”, una sanguinosa guerra tra narcotrafficanti. Come documentato da inchieste e report della DEA, la Blanco introduce a Miami la pratica dei sicari in motocicletta, che le permetteva di eseguire omicidi in pieno giorno con brutale efficienza. La sua efferatezza è leggendaria: il suo sicario di fiducia, Jorge Ayala, testimonierà che la Madrina ordinava omicidi senza esitazione, senza risparmiare nemmeno i bambini. Al culmine del suo potere, la sua fortuna è stimata in oltre 1.5 miliardi di dollari. Anche il terzo marito fa una brutta fine: quando Sepúlveda torna in Colombia con il figlio, Griselda lo fa uccidere davanti al bambino.
La caduta, il carcere e la morte
La sua fuga in California segna l’inizio della fine. Nel 1985 viene catturata dall’agente della DEA Bob Palumbo e condannata a 15 anni. In seguito, viene accusata di tre omicidi in Florida, ricevendo altri 20 anni di carcere. Mentre è in prigione, due dei suoi quattro figli vengono uccisi in Colombia. Rilasciata nel 2004 per motivi di salute, viene deportata in Colombia. Il 3 settembre 2012, Griselda Blanco viene uccisa all’uscita di una macelleria a Medellín. A spararle, due uomini in motocicletta. La Vedova Nera morì per mano dello stesso metodo violento che lei stessa aveva introdotto e perfezionato.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 12/09/2025