L’e-commerce è da un tempo un fenomeno in continua espansione: ormai è possibile reperire (quasi) ogni tipo di articolo rivolgendosi agli store online, dai capi d’abbigliamento ai libri, passando per i prodotti tecnologici di cosmesi. Uno dei settori che faticato maggiormente ad imporsi, approdando solo di recente alla dimensione digitale, è quello farmaceutico.
La svolta del 2015
Naturalmente, i prodotti farmaceutici rappresentano una categoria merceologica quantomeno particolare rispetto ad altri venduti liberamente online. Fino al 2015, infatti, in Italia vigevano restrizioni tali da non consentire la vendita via internet di prodotti farmaceutici o parafarmaceutici.
L’abrogazione dei vincoli restrittivi ha dato grande impulso allo sviluppo ed alla crescita di un nuovo tipo di commercio digitale; va però sottolineato come l’autorizzazione all’apertura di una farmacia online sia subordinata all’esistenza di una farmacia fisica (operante sul territorio nazionale in virtù dell’ottenimento delle autorizzazioni rilasciate dalle autorità competenti), sia per tutelare l’attuale quadro occupazionale sia per evitare un’alterazione dei prezzi. Resta inoltre vietato l’acquisto di prodotti da banco commercializzati da siti esteri.
Per proteggere gli utenti da eventuali truffe, l’Unione Europea ha disposto un sistema di identificazione delle farmacie online autorizzate. Sul sito web legato all’esercizio commerciale compare un bollino verde; per quelli italiani, il simbolo contiene la bandiera italiana ed è affiancato da logo del Ministero della Salute. Cliccando sul ‘bollino‘, è possibile verificare se il sito in questione è legale oppure no, grazie al tool online messo a disposizione dal portale ufficiale del Ministero per la Salute: è possibile scegliere tra ‘farmacia’ ed ‘esercizio commerciale’, per poi scegliere regione, provincia e comune in cui si trova la farmacia fisica di riferimento. All’interno di una tabella vengono riportati tutti i dati, ovvero ragione sociale, denominazione, indirizzo, partita IVA, indirizzo web e, cliccando su ‘dettagli’, è possibile visualizzare anche l’autorizzazione ottenuta dalla farmacia.
La crescita del settore
Come detto, il settore farmaceutico è approdato solo di recente all’e-commerce. Dal 2015 in poi, il settore ha fatto registrare una crescita costante (anche per via della possibilità di assicurare una certa discrezione a chi acquista); sono molti, infatti, gli esercizi che cercano di farsi strada in questo nuovo segmento del mercato digitale, come ad esempio docpeter.
A marzo 2019 il numero delle farmacie online ha superato le 800 unità; dopo la stasi che ha caratterizzato i primi due mesi del nuovo anno, il numero di esercizi online autorizzati alla vendita online di Sop e Otc è tornato a crescere, confermando la tendenza che caratterizza il settore. Nel mese di marzo le nuove attivazioni sono state in tutto 31, suddivise in 24 farmacie e 7 parafarmacie; il dato non tiene conto né delle attività che hanno online un proprio sito ma non lo utilizzano per la commercializzazione né di coloro che non utilizzano la propria autorizzazione per l’e-commerce.
A livello regionale, primeggia la Lombardia; a marzo 2019, però, è stata la Campania a far registrare il più alto numero di attivazioni, confermandosi una delle regioni più aperte a questo settore di recente emersione assieme al Piemonte ed alla stessa Lombardia. Non sorprende, quindi, che il dato provinciale veda Napoli in testa (82 esercizi autorizzati), seguita da Roma e Torino.
Per quanto concerne la clientela che si rivolge alle farmacie online, Francesco Zaccariello, CEO di eFarma.com, ha spiegato: “Più del 10% ha più di 65 anni e oltre il 20% supera i 55. Si tratta per lo più di pensionati che appartengono ad un ceto medio-alto. Le maggiori difficoltà riguardano le procedure di pagamento, per le quali riceviamo le maggiori di delucidazioni. Gli acquisti vengono fatti principalmente attraverso tablet o pc, sono ancora pochi coloro i quali acquistano tramite cellulare. In generale, salvo alcuni casi, i 55enni mostrano buona dimestichezza nell’uso dei dispositivi digitali”.
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