Realtà Virtuale: lo sviluppo della VR nei videogiochi

VR: Lo sviluppo della realtà virtuale nei videogiochi

La realtà virtuale è un sogno che in passato sembrava impossibile da realizzare ma che negli ultimi anni sta vedendo uno sviluppo immenso ed ha già avuto modo di affermarsi sul mercato, offrendo un’esperienza sempre più immersiva e mozzafiato ai videogiocatori.

La realtà virtuale ha visto i primi tentativi di sviluppo già dagli anni 60, durante i quali si tentò di creare  un apparecchio, chiamato Sensorama, che aveva come obbiettivo il dare agli spettatori un’esperienza più realistica durante la visione di un film.
I tentativi di sviluppare una realtà virtuale accettabile furono tanti negli anni, tuttavia la tecnologia limitata dei decenni passati rendeva il ciò irrealizzabile. La realtà virtuale entrò in contatto col mondo dei videogiochi nel 1995, con il Virtual Boy Nintendo, il quale usava un sistema di occhiali stereoscopici per cercare di dare all’utente un’immagine tridimensionali, tuttavia i risultati furono scarsi e la produzione termino immediatamente l’anno successivo.

La nascita di Oculus Rift

Oculus Rift è stato l’hardware che ha rivoluzionato la realtà virtuale nei videogiochi. La sua prima versione risale al 2011, creata dal 18enne Palmer Luckey e, successivamente, il progetto fu finanziato da un kickstarter nel 2012, che viede all’Oculus Rift visibilità e creò hype in molti videogiocatori. In seguito alla campagna kickstarter, molti sviluppatori di videogiochi si interessarono al progetto, e nel 2013 Oculus VR venne avvicinata da John Carmack, cofondatore di id-software e noto per i giochi Doom e Quake. Dopo il suo enorme successo, Oculus è stata acquistata da Facebook nel 2016 per la modica cifra di 2 miliardi di dollari, accelerando così ancora di più lo sviluppo dell’hardware.

La realtà virtuale adesso

Dallo sviluppo di Oculus Rift sono nati a seguire altri hardware per VR, come Vive e Playstation VR. Le compagnie videoludiche fanno uscire sempre più titoli per VR che sono sempre più immersivi: siamo passati da giochi molto semplici come l’immortale gioco ritmico Beat Saber, a giochi molto più complessi, come Half-Life Alyx, gioco spin-off dell’omonima saga, pilastro della storia dei videogiochi, nonché moltissime altre tipologie di giochi, come sparatutto o giochi di esplorazione ed avventura. Oltre ai videogiochi, la tecnologia realtà virtuale ha trovato applicazioni in altri settori come l’educazione, la formazione, la salute e la simulazione. È diventata una tecnologia versatile e in rapida espansione, con molte aziende che investono nella sua ricerca e sviluppo.

Gli aspetti negativi della realtà virtuale

In quanto tecnologia ancora sperimentale, la realtà virtuale può comportare tutta una serie di complicazioni da mettere in considerazione prima di acquistare un hardware che permetta di giocare in VR. Giocare in VR, a seconda dell’individuo, può comportare disturbi come nausea, giramenti di testa, affaticamento visivo o perdita dell’equilibrio. Trovandosi in uno spazio limitato, c’è rischio per il giocatore di perdere cognizione dello spazio e recare danni a se stesso o all’ambiente che lo circonda, inoltre, essendo isolati dall’esterno, alcuni utenti hanno provato una sensazione di alienazione dopo aver giocato tanto in realtà virtuale. È da ben specificare che tutti questi aspetti negativi sono estremamente soggettivi ed alcuni possono essere facilmente evitati prestando attenzione. Inoltre con il costante miglioramento della tecnologia, i disturbi fisici si fanno sempre più rari e lievi, in modo da non negare a nessuno la possibilità di giocare.

 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia, immagine di Oculus Rift CV1

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