Riemerge in Egitto il leggendario ‘Libro dei Morti’: una scoperta che riscrive la storia

Una delle scoperte archeologiche più affascinanti degli ultimi decenni arriva dal cuore dell’Egitto, precisamente dall’area di Al-Ghuraifa, nella regione di Minya. Un team di archeologi egiziani ha riportato alla luce un antico cimitero risalente al periodo del Nuovo Regno (1550-1070 a.C.), all’interno del quale è stato rinvenuto un papiro di 13 metri perfettamente conservato, contenente estratti del celebre e misterioso Libro dei Morti. La scoperta, annunciata nel 2023, è stata definita eccezionale da Mostafa Waziry, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità Egizie, che ha sottolineato come il manoscritto rappresenti una delle testimonianze meglio preservate di questo corpus di testi funerari.

Il Libro dei Morti, il cui nome originale egiziano può essere tradotto come Libro dell’Uscita al Giorno, non è un singolo testo ma una raccolta di formule magiche, preghiere e istruzioni rituali che avevano lo scopo di guidare l’anima del defunto attraverso le insidie dell’aldilà, fino a raggiungere la vita eterna. Questo tipo di reperto è fondamentale per comprendere non solo le credenze religiose dell’Antico Egitto, ma anche la struttura della società che lo ha prodotto, ha spiegato Lara Weiss, direttrice del Museo Roemer e Pelizaeus di Hildesheim, Germania, e tra le massime esperte mondiali sul tema.

Secondo Weiss, il papiro di Al-Ghuraifa rappresenta un unicum per lunghezza e stato di conservazione: Un documento integro di queste dimensioni è estremamente raro. La sua analisi potrebbe svelare varianti testuali finora sconosciute e offrirci nuove informazioni sul ruolo delle pratiche funerarie nel Nuovo Regno. Oltre al valore scientifico, la scoperta alimenta il fascino millenario che ancora oggi circonda la civiltà dei faraoni, aprendo uno squarcio su una dimensione spirituale che per gli Egizi era tutt’altro che astratta: l’aldilà, infatti, costituiva una parte essenziale dell’esistenza, da preparare meticolosamente già in vita.

 

Un cimitero colmo di tesori: dalle mummie agli amuleti

 

Il papiro del Libro dei Morti è soltanto il reperto più straordinario di un sito archeologico che si è rivelato una vera miniera di tesori. Nel corso degli scavi, condotti dal Ministero Egiziano del Turismo e delle Antichità, gli archeologi hanno rinvenuto mummie in ottimo stato di conservazione, sarcofagi in pietra, vasi canopi – utilizzati per custodire gli organi dei defunti – e centinaia di statuette votive note come shabti o ushabti.

Queste piccole figure, spesso realizzate in legno o in faience, avevano il compito simbolico di servire il defunto nell’aldilà, compiendo per lui i lavori più umili. La loro presenza in gran numero indica che le persone sepolte ad Al-Ghuraifa appartenevano a una classe sociale elevata, in grado di commissionare oggetti preziosi e rituali elaborati per garantirsi un viaggio sicuro nell’altra vita.

Secondo Mostafa Waziry, il cimitero apparteneva a un periodo di grande prosperità per l’Egitto faraonico. Siamo davanti a un complesso funerario che riflette il potere e le credenze del Nuovo Regno. Ogni sarcofago, ogni amuleto ci parla di una società che investiva enormi risorse nella preparazione dell’aldilà, ha dichiarato Waziry durante la conferenza stampa di presentazione della scoperta.

Gli studiosi ritengono che molti degli individui sepolti nel sito fossero funzionari di alto rango o sacerdoti legati al culto delle principali divinità egizie. Le iscrizioni rinvenute sulle pareti dei sarcofagi e sugli oggetti funerari sono state già inviate ai laboratori di analisi del Ministero, dove saranno studiate per decifrare i nomi e le cariche delle persone qui inumate. Si tratta di un lavoro complesso che potrebbe restituire volti e storie di uomini e donne vissuti oltre tre millenni fa.

 

Un ponte tra passato e presente: perché il ritrovamento è così importante

 

La scoperta di Al-Ghuraifa non rappresenta solo un trionfo per l’archeologia egiziana, ma ha implicazioni profonde per la nostra comprensione della spiritualità antica, oltre ad avere influenzato i giochi e la narrativa ludica come su Spikeslot.com ed altri siti con giochi di divertimento storici. Il Libro dei Morti era più di un semplice manuale funerario: era un vero e proprio “passaporto” per la vita eterna. Ogni formula magica, ogni illustrazione aveva lo scopo di proteggere l’anima dai pericoli del mondo sotterraneo e di condurla al giudizio di Osiride, il dio dell’aldilà.

Studiare testi come questo significa penetrare nel cuore stesso della mentalità egizia, spiega l’egittologo francese Jean-Luc Martin, che ha seguito da vicino gli scavi. Gli Egizi erano convinti che la vita terrena fosse solo una parte di un viaggio più lungo. Questo papiro ci aiuta a comprendere meglio le loro paure, le loro speranze e il loro rapporto con la morte.

Oltre all’aspetto simbolico, il ritrovamento ha un forte valore culturale e identitario per l’Egitto moderno, che continua a investire nella valorizzazione del proprio patrimonio archeologico. Negli ultimi anni il Paese ha avviato una serie di campagne di scavo senza precedenti, volte non solo a scoprire nuovi siti ma anche a riportare alla luce reperti che erano stati dimenticati per decenni nei magazzini dei musei.

Il papiro sarà ora oggetto di un meticoloso lavoro di restauro e studio, prima di essere probabilmente esposto al pubblico nel nuovo Grand Egyptian Museum del Cairo, destinato a diventare il più grande museo archeologico del mondo. Un’occasione unica per i visitatori di ammirare un documento che, dopo 3.500 anni di silenzio, torna finalmente a raccontare le sue storie.

 

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