Pokémon Mystery Dungeon: squadra di soccorso DX – Recensione

Pokémon Mystery Dungeon: squadra di soccorso - Recensione

Il 6 Maggio 2020 viene pubblicato Pokémon Mystery Dungeon: squadra di soccorso DX. Il gioco è un remake del già celebre titolo omonimo uscito nel 2007 per Nintendo DS che ha rivoluzionato la saga Game Freak.
Infatti, a differenza dei principali titoli già pubblicati, nella versione mystery dungeon il giocatore impersonerà il mostriciattolo vero e proprio, senza la presenza del tipico allenatore a cui si è abituati e senza che i Pokémon eseguano sotto ordine le mosse di cui sono capaci.

Nel corso dell’avventura si avrà modo di esplorare la città stessa delle creature, scoprendo i misteri che si nascondono dietro al fato che incombe sulla regione intera grazie alla creazione della propria squadra di soccorso, nata con l’intento di aiutare chiunque abbia bisogno di una mano. Lo stile di gioco che il titolo propone è sensibilmente diverso rispetto ai videogiochi canonici, rivelando una forte volontà di prendere, con questo brand, una direzione totalmente differente.

Esplorazione a tutto spiano

Il gioco è completamente basato sull’esplorazione di dungeons nella loro interezza oppure parzialmente per raggiungere uno specifico boss oppure completare una missione. L’aspetto estetico degli scenari non è particolarmente dettagliato, ma comunque ben caratterizzato e specifico, di modo che si possa riconoscere ogni mappa di volta in volta. Per di più, ognuna di esse è resa più pericolosa da una serie di trappole e covi segreti piazzati al suo interno, che sorprenderanno i giocatori nei momenti meno adatti.
 Non è un gioco che punta alla bellezza, in quanto l’anima è sicuramente l’aspetto collezionistico che il esso assume. Infatti, durante e dopo la storia principale del titolo, avremo modo di reclutare altre creature all’interno della nostra squadra, dando loro un alloggio all’interno di campi specifici per un certo numero di specie.
Vi è dunque, all’interno del videogame, un duplice aspetto collezionistico: quello dei Pokémon e quello degli scenari. Per quanto riguarda i primi i giocatori potranno infatti ambire a conquistare gli svariati esemplari di Pokémon leggendari, ampliati con questa edizione fino a quelli delle ultime generazioni; riguardo ai secondi, saranno una necessità inserita ad hoc per poter ospitare le nuove leve della squadra e si potranno sbloccare con una somma – più o meno ingente – di denaro. Chi ama completare l’elenco dei mostriciattoli ottenuti troverà, anche con questo titolo, pane per i propri denti: vi sarà infatti, in base alla rarità del Pokémon da reclutare, una percentuale maggiore o minore che questo si unisca al giocatore, rendendo necessario molte volte una molteplice esplorazione dei dungeon che – per essere precisi – possono raggiungere anche i cento piano di profondità o di altezza.

Il combattimento in Pokemon Mystery Dungeon

Il sistema di combattimento del titolo rimane sostanzialmente molto simile a quello dei titoli canonici, al quale bisogna però aggiungere un aspetto importantissimo: l’orizzontalità. Le mosse che i Pokèmon conoscono potranno estendersi infatti entro un certo numero di “blocchi” di spazio, differenziando mosse a corto, medio ed ampio raggio. Questa innovazione rappresenta una piccola, ma importante, differenza del sistema tradizionale in quanto va ad aprire la possibilità per il giocatore di creare combo a distanza e strategie atte ad eliminare un certo numero di avversari ancora prima che questi arrivino di fronte al protagonista. Il titolo si sforza, dunque, di assumere un aspetto maggiormente strategico, differenziandosi dai caotici, ed a volte poco ragionati, combattimenti dei titoli tradizionalmente rilasciati.

Pokémon Mystery Dungeon può senz’altro non piacere ai quei molti che, attaccati visceralmente al conservatorismo, non sono pronti a lasciare alle proprie spalle le cartucce dei vecchi titoli Game Freak per immergersi in un’avventura del tutto inedita, poiché il gioco punta ad una fetta di pubblico diversa. Funziona? Sì, con i suoi limiti. Il gioco può rivelarsi ripetitivo nel lungo periodo, portando i giocatori ad arrendersi dopo l’ennesimo tentativo fallito o inconcludente e, dunque, a non completare uno specifico scenario. È un titolo che deve sicuramente piacere per poter essere apprezzato e vissuto con l’ottica giusta che però funziona bene per ciò che deve offrire al pubblico. Non è essenziale nella propria mensola, ma fa indiscutibilmente la sua figura se si è amanti e cultori della saga Pokémon.

Fonte immagine: generata con IA.

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