Videogiochi Yakuza, tra realismo e autoironia

Videogiochi Yakuza, tra realismo e autoironia

La Yakuza, l’organizzazione criminale tradizionale giapponese, è uno dei gruppi malavitosi più influenti e ricchi del mondo. Questa fama ha inevitabilmente contagiato la cultura di massa, tra film, serie tv e videogiochi. La saga videoludica di Yakuza (in Giappone conosciuta come “Like a Dragon”), creata da Toshihiro Nagoshi e sviluppata da SEGA, è riuscita a creare un’esperienza che rappresenta realisticamente la vita della malavita giapponese, ma con una dose inconfondibile di autoironia.

Trama, gameplay e la dualità della saga

Il primo Yakuza (2005) ha introdotto il protagonista iconico della serie, Kazuma Kiryu, un membro del Tojo Clan. Sebbene la trama principale sia un dramma criminale incentrato su cospirazioni e lotte di potere, il tema di fondo è il desiderio di Kiryu di abbandonare la vita mafiosa. Il gameplay è un mix di beat ‘em up e gioco di ruolo, ambientato nel quartiere fittizio di Kamurochō (basato su Kabukichō, il reale quartiere a luci rosse di Tokyo).

La vera magia della serie, però, risiede nella sua dualità: Toshihiro Nagoshi e SEGA hanno saputo bilanciare una narrazione principale dai temi cupi (violenza, tortura, prostituzione) con un’immensa quantità di missioni secondarie stravaganti e umoristiche.

L’Anima drammatica L’anima umoristica
Trama principale seria e complessa, con temi maturi come tradimento, onore e sacrificio. Missioni secondarie assurde e parodistiche che prendono in giro la cultura giapponese e i cliché dei videogiochi.
Personaggi profondi e realistici, animati con un motion capture di alta qualità. Minigiochi e attività ricreative come karaoke, bowling, sale giochi SEGA, gestione di cabaret club.
Combattimenti brutali e coreografici in stile beat ‘em up. Interazioni con personaggi stravaganti che mettono in ridicolo la serietà del protagonista.

Yakuza 0: il prequel capolavoro

L’esempio migliore di questa dualità è Yakuza 0 (2015), un prequel che rappresenta il punto di partenza ideale per i nuovi giocatori. Il gioco affianca a un giovane Kiryu un secondo protagonista amatissimo dai fan, Goro Majima.

La storia e i personaggi di Yakuza 0

Ambientato nella bolla economica del Giappone del 1988, il gioco vede i due protagonisti, Kiryu e Majima, inizialmente antitetici. Kiryu è un giovane yakuza serio e ligio al dovere, mentre Majima è l’eccentrico manager di un cabaret club a Osaka. La trama, senza spoiler, vede Kiryu accusato di un omicidio che non ha commesso, costringendolo a scontrarsi con i vertici del Tojo Clan. Grazie a un motion capture di altissima qualità e a un doppiaggio eccellente, le cutscene hanno la qualità di un film drammatico, capaci di catturare il giocatore per ore.

Le missioni secondarie: il cuore stravagante del gioco

Ma Yakuza 0 non offre solo una storia avvincente. Il suo vero punto di forza sono le missioni secondarie, che mostrano una profonda autoironia sulla cultura nipponica. In un attimo si può passare dal rischiare la vita in uno scontro tra clan all’entrare in una sala da bowling e vincere un pollo vivo, o scortare una popstar fittizia chiamata Miracle Johnson da un’orda di zombie durante le riprese di un video musicale. È questa capacità di alternare serietà e assurdità a rendere la saga di Yakuza un capolavoro unico.

Altre informazioni e curiosità sulla saga di Yakuza

Da quale Yakuza iniziare a giocare?

Il punto di partenza universalmente consigliato è Yakuza 0. Essendo un prequel, non richiede alcuna conoscenza pregressa della trama e introduce perfettamente i personaggi principali, le ambientazioni e le meccaniche di gioco. Dopo Yakuza 0, si può procedere in ordine cronologico con Yakuza Kiwami (remake del primo) e Yakuza Kiwami 2 (remake del secondo).

Di cosa parla la saga di Yakuza?

La saga principale, con protagonista Kazuma Kiryu, narra le vicende di un membro della yakuza che, nonostante i suoi continui tentativi di abbandonare il mondo criminale per vivere una vita pacifica gestendo un orfanotrofio, viene costantemente trascinato di nuovo nelle lotte di potere del Tojo Clan. I temi centrali sono l’onore, il sacrificio, la lealtà e la ricerca di redenzione.

Kamurocho esiste davvero?

Sì, il quartiere fittizio di Kamurocho è una riproduzione incredibilmente dettagliata e fedele di Kabukichō, il famoso quartiere a luci rosse di Shinjuku, a Tokyo. Molti dei negozi, ristoranti e punti di interesse presenti nel gioco esistono o sono esistiti realmente, rendendo l’esplorazione un’esperienza immersiva e quasi turistica.

Fonte immagine: Pixabay

Articolo aggiornato il: 04/09/2025

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A proposito di Nanni Luigi

Studente di Lingue e Culture Comparate presso L'Orientale di Napoli. Ventunenne sempre con le cuffie e un jack of all trades con le mani in pasta in troppe cose.

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