Azzorre di Cecilia Giampaoli – Recensione

Azzorre

Lo scorso giugno è uscito nelle librerie “Azzorre”, il romanzo di Cecilia Maria Giampaoli per edizioni Neo: la narrazione di un viaggio da Bergamo (la sua città) alle isole Azzorre, dove anni prima il padre aveva trovato la morte, vittima di un incidente aereo. 

La sinossi

“Azzorre” racconta di un viaggio fatto dall’autrice del romanzo, Cecilia Maria Giampaoli che ha perso suo padre all’età di sei anni in un incidente aereo. Il padre era uno dei 144 passeggeri dell’aereo boeing 707 della Indipendent Air che l8 febbraio 1989, alle ore undici, era partito dall’aeroporto di Orio al Serio per Santo Domingo ma si è schiantato su una montagna nelle isole Azzorre, dove invece avrebbe dovuto fare solo uno scalo tecnico.

Cecilia- all’età di 31 anni- decide di andare nei luoghi dove il padre ha perso la vita per fare pace con questa storia, non per aprire un’inchiesta (ormai le indagini sono chiuse) ma per ricostruire la sua storia personale profondamente segnata dalla perdita, con la quale deve imparare a convivere in quanto donna oramai adulta. Quindi la scrittrice prende un aereo e arriva nelle Azzorre, sull’isola di Santa Maria, dove incontrerà molte persone che l’aiuteranno in quest’opera di “ricostruzione”: partire dai ricordi autentici per passare attraverso quelli emersi dai racconti, le testimonianze, le immagini, i filmini, dando cosi concretezza all’immagine del padre, spogliandola delle idealizzazioni di una bambina di sei anni. Molti gli incontri, spesso fortuiti, altri programmati, che arricchiranno il racconto e lo renderanno molto più “umano”: un incidente è il più delle volte frutto di banalità, di piccole distrazioni difficili da accettare o da capire. Queste memorie, sono confluite nel romanzo “Azzorre”, che è un racconto di viaggio, fatta eccezione per l’ultimo capitolo. Un flusso di pensieri, emozioni, incontri che avranno il pregio di rimettere Cecilia in sintonia con il mondo.

“Non sono venuta per riportare in vita mio padre, il passato è passato e non si può rifare, ma ho un conto aperto con questo posto. Nel male e nel bene, sarei diversa se non fosse successo. Non sarei io.”

Azzorre e Cecilia Maria Giampaoli

Cecilia Maria Giampaoli nasce nel 1982,  ha studiato musica, illustrazione, fotografia, animazione, scultura e grafica.  “Azzorre” è il suo primo romanzo ed è candidato  a numerosi premi: John fante, Megamark, Stresa, Comisso, Napoli, Flaiano, Città di Como, Rapallo, Massarosa. A parte la trama, decisamente toccante perché racconta una storia vera, colpisce in “Azzorre” la capacità narrativa della giovane scrittrice che sceglie un linguaggio fluido, caldo e avvolgente.

“Oggi non ho voglia di parlare, non riesco a smettere di pensare alla donna uscita a comprare il pane. Percepisco il limite. Nella testa c’è un confine preciso, un recinto dentro il quale è bene restare. È uno spazio abbastanza grande per contenere la coscienza delle cose e tutte le emozioni sostenibili. Il panico, la fobia, la pazzia e la depressione ruminano lì fuori in attesa che tu metta il piede sulla staccionata”

 

 

Fonte immagine: ufficio stampa.

A proposito di Rita Giordano

Sono laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche e mi occupo di progettazione sociale per il No Profit. Mi definisco curiosa e appassionata verso l’arte in tutte le sue forme: amo scrivere, dipingere ma soprattutto leggere, tanto da andare in astinenza se non leggo per più di un una settimana. Ho collaborato con varie riviste specializzate (Storie, Cevitasumarte, Guerra e Pace, Eco delle città).

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