Banana Yoshimoto, pseudonimo di Mahoko Yoshimoto (nata a Tokyo nel 1964), condivide con l’Italia un legame profondo e unico, iniziato con la traduzione del suo romanzo d’esordio, Kitchen. Pubblicato in Giappone nel 1988, il libro fu tradotto per la prima volta in assoluto in italiano nel 1991 da Giorgio Amitrano, riscuotendo un successo straordinario e inaspettato. Da quel momento, l’autrice è diventata una delle figure letterarie più amate nel nostro paese.
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Il contesto letterario di Banana Yoshimoto
Banana Yoshimoto è figlia di Takaaki Yoshimoto, un intellettuale molto noto in Giappone, e sorella di Haruno Yoiko, disegnatrice di manga. Appartiene alla generazione di scrittori, come Murakami Haruki, emersa in un periodo di grande creatività e di narrative antitradizionali. La sua prosa semplice e la sua sensibilità le hanno garantito un ruolo importante nella letteratura giapponese contemporanea. Il suo stile è stato influenzato anche dal mondo degli shōjo manga, fumetti per ragazze che esplorano mondi immaginari con un focus sulle emozioni. Questo le ha permesso di affrontare temi come amore, amicizia, morte e identità di genere con un tocco unico, parlando di situazioni reali che spesso vengono ignorate.
Il rapporto con i lettori italiani
Nel libro Il mondo di Banana Yoshimoto a cura di Giorgio Amitrano, la scrittrice sottolinea la differenza tra i lettori italiani e quelli giapponesi. Mentre i secondi le scrivono delle loro vite, i lettori italiani hanno una personalità ben definita e non sentono il bisogno di raccontarsi. Si soffermano invece sul lato estetico dei suoi scritti, apprezzando la bellezza della sua scrittura. L’autrice ha più volte ribadito la sua sorpresa per il successo in Italia, attribuendone gran parte al lavoro dei suoi traduttori, tra cui Giorgio Amitrano, Alessandro Giovanni Gervini e Gala Maria Follaco, come menzionato sul sito del suo editore italiano, Feltrinelli.
L’Italia nelle opere di Banana Yoshimoto
Il legame speciale con l’Italia è evidente nei numerosi postscriptum che l’autrice dedica ai suoi lettori italiani e nei riferimenti diretti al nostro paese presenti in molti suoi libri. Ha dichiarato di voler scrivere qualcosa in cui l’Italia avesse un ruolo più centrale, un desiderio che ha trovato espressione in diverse opere.
Opera con riferimenti all’Italia | Dettagli del legame |
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Amrita | Nel postscriptum per l’edizione italiana, esprime il suo amore per la lingua italiana e per la traduzione di amitrano. |
Lucertola | Contiene un breve riferimento a roma, città che dichiara di adorare, e la promessa di darle un ruolo più speciale in futuro. |
Sonno profondo | Nel postscriptum descrive l’italia come un paese speciale, che aiuta la bellezza degli esseri umani a fiorire. |
Chie-chan e io | La protagonista del libro si trasferisce in italia, spinta dalla sua passione per l’arte e la cultura del paese. |
Un viaggio chiamato vita | In questo saggio di viaggio, l’autrice descrive la sua visita a palermo, in sicilia, esprimendo il desiderio di voler vivere lì. |
Il corpo sa tutto | Il racconto “i fiori e il temporale” è ambientato in Italia, tra la sicilia e un viaggio invernale in toscana. |
La sua ammirazione per l’Italia è riassunta magnificamente in una sua dichiarazione dal postscriptum di Sonno profondo:
«L’Italia è un paese dove riesco con grande naturalezza a essere me stessa e contemporaneamente a diventare una persona dalle infinite sfaccettature… Paese che accogli tutto, che aiuti la bellezza degli esseri umani a fiorire, fantastica Italia, ti adoro».
Altri legami culturali: Dario Argento e i premi italiani
Oltre alla letteratura, il legame di Banana Yoshimoto con l’Italia si estende al cinema. Il suo regista preferito è Dario Argento, e il film Suspiria ha rappresentato per lei un punto di svolta. Vederlo a quattordici anni, in un momento di solitudine, l’ha fatta sentire compresa e, come ha dichiarato, “l’ha salvata”, facendole abbandonare pensieri oscuri. La sua carriera è stata inoltre costellata di riconoscimenti ricevuti in Italia, tra cui il premio Scanno nel 1993, il premio Maschera d’Argento nel 1999 e il premio Capri nel 2011.
Fonte immagine di copertina: Pixabay
Articolo aggiornato il: 15/09/2025