Black Hammer: supereroi ed America rurale

Black Hammer

Cinque supereroi bloccati da dieci anni in un mondo “normale”: inizia così “Black Hammer” di Jeff Lemire, Dean Ormston e Dave Stewart. Alla fine della loro battaglia più importante per salvare Spiral City si sono ritrovati intrappolati in un mondo dal quale non possono scappare e dove sono costretti a reinventarsi vite da persone comuni. Ma non tutti credono alla loro morte in battaglia e qualcuno cerca di ritrovarli… Pubblicata negli Stati Uniti dalla Dark Horse la serie è ancora in corso, ed il volume 1 dalla Bao Publishing ne raccoglie i primi sei numeri.

Black Hammer: i super-antieroi di Jeff Lemire

L’idea per la serie è nata nel 2007/2008, prima che il canadese Jeff Lemire diventasse un fumettista di professione (ha lavorato tra gli altri per DC e Marvel Comics). Black Hammer unisce le due passioni dell’autore: i supereroi di varie “epoche” del fumetto statunitense, di cui i protagonisti della serie sono una sua personale reinterpretazione, e le storie dell’America rurale (ha esordito con Essex County, storie di persone comuni che vivono nell’omonima contea in Canada). Il fumetto presenta i supereroi in un contesto atipico: non impegnati a salvare il mondo ma costretti a cercare di rifarsi un vita “normale”, alla quale nessuno riesce ad adattarsi del tutto: devono fare i conti con le difficoltà di tutti i giorni, il fallimento continuo dei loro tentativi di fuggire da quel mondo, con una convivenza forzata che dura da un decennio e con un passato che seppur diverso è stato travagliato e doloroso per tutti loro. Non sono certo degli eroi “senza macchia e senza paura” ma diventano quasi dei “super-antieroi”, alle prese con la vita quotidiana, con i loro problemi e debolezze: Black Hammer propone quindi un punto di vista molto particolare sui supereroi.

Fanno da sfondo alla vicenda le dinamiche della piccola cittadina rurale dove sono costretti e la suspence del mistero irrisolto che li ha condotti lì. Altre particolarità di Black Hammer sono la chiusura di ogni numero con un “cliffhanger”, un colpo di scena per tenere alta l’attenzione, e la rottura della quarta parete, con ad esempio Madame Dragonfly che si rivolge direttamente ai lettori. Anche lo stile del disegno lo differenzia dagli altri fumetti di supereroi: il tratto di Dean Ormston si distingue da quello delle storie di supereroi “mainstream” ma riesce a sottolineare contemporaneamente sia la particolarità di Black Hammer che la sua appartenenza al genere dei fumetti di supereroi. Non si può che concordare con un commento dell’autore: “Rimanete nei paraggi, perché la storia è appena cominciata.”

Francesco Di Nucci

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