Licia Troisi: dal Mondo Emerso a Monster Allergy

Licia Troisi

Da qualche mese è stata annunciata la collaborazione di Licia Troisi alla stesura del soggetto dei nuovi volumi del fumetto Monster Allergy Evolution edito dalla Tunuè. Scrittrice di fantasy da milioni di copie, Licia Troisi è autrice delle serie di libri Cronache del Mondo Emerso, Le guerre del Mondo Emerso, Le leggende del Mondo Emerso, La ragazza drago, I regni di Nashira, Pandora e La saga del Dominio.

Partiamo dall’ultimo progetto, il soggetto di un numero di Monster Allergy Evolution, cosa cambia tra il lavorare su di un libro e su di un fumetto?

Innanzitutto, si tratta di un lavoro collettivo. Quando scrivo un libro, ho il controllo di tutto il processo produttivo, e alla fine ho sempre l’ultima parola. Nel caso del fumetto, sono stata solo una rotella di un meccanismo più grande, e devo dire che la cosa non mi è dispiaciuta affatto: a volte è davvero bello lavorare in gruppo, soprattutto quando si condivide la visione d’insieme. Per il resto, Katja e Francesco sono stati molto bravi a farmi sentire subito a mio agio nel team, e alla fine ho potuto apportare un contributo che fosse molto mio, sia in termini di contenuti e immaginario che anche meramente tecnico. Insomma, non mi sono sentita mai un pesce fuor d’acqua, nonostante non fossi nei terreni a me più congeniali.

Una carriera che inizia nel 2004 con le Cronache del Mondo Emerso e continua negli anni con numerose saghe fantasy, passando dal Mondo Emerso alla saga del Dominio, dalla ragazza drago a Pandora. Come cambiano negli anni la scrittrice, la sua vita e i suoi personaggi?

La mia vita è cambiata in modo radicale; del resto sono passati quindici anni… Quando ho iniziato, ero una studentessa di laurea che viveva coi suoi. Oggi ho il dottorato di ricerca, ho fatto lo scienziato come sognavo da bambina, sono sposata e ho una figlia. Indubbiamente, alcuni di questi cambiamenti sono anche frutto del mio successo. Per quel che riguarda la mia scrittura, spero di essere migliorata stilisticamente, e di essere più abile nel processo di costruzione del mondo e dei personaggi. Se ci sia riuscita, però, sta al lettore dirlo.

Dove nasce la sua passione per la scrittura?

Ho sempre amato raccontare storie, fin da piccola, e ho iniziato a scriverle quando mi hanno insegnato fisicamente a farlo. Col tempo ho imparato a considerarlo un tratto caratteriale.

Perché proprio il fantasy come genere principale? È stata una scelta facile, fatta sin dall’inizio? Cosa pensa di chi lo ritiene un genere “leggero”, per ragazzini?

Non è stata realmente una scelta. La prima idea di cui mi fidassi a sufficienza da convincermi a sedermi alla scrivania e scrivere è stata fantasy, e, dato che avevo un gran bisogno di scrittura, l’ho subito assecondata. Col senno di poi, tutte le cose che ho scritto avevano un seme di fantastico dentro, ma non ne ero consapevole. Per quel che riguarda la “leggerezza”, innanzitutto non mi sembra un demerito; la lettura è pur sempre qualcosa che facciamo nel tempo libero, e quindi non ci trovo nulla di male che sia anche qualcosa di divertente. In ogni caso, è ovvio che non tutto il genere sia “leggero”. Il fantasy è una quinta, sulla quale poi ogni autore, secondo la propria sensibilità, mette in scena storie con significati diversi. Si scrive per comunicare, e anch’io cerco di stimolare dubbi e interrogativi nei miei lettori, più ancora che cercare di dar loro risposte o veicolare messaggi.

Intervista a Licia Troisi

Da dove viene l’ispirazione per i suoi libri? Hanno riferimenti “alla realtà”, all’attualità, alla politica?

Qualsiasi cosa può essere spunto per le mie storie: una canzone, un libro, una serie tv, un panorama… e certo ci finisce anche dentro l’attualità. Sono una persona che vive in questo mondo, e necessariamente mi interesso a quel che mi accade intorno. Quindi, tutte queste cose, se mi colpiscono abbastanza a fondo, finiscono in quel che scrivo. Nei miei libri si parla di razzismo, di potere, di religione, di ambientalismo.

Ci sono reciproche influenze tra il suo interesse per i libri e quello per l’astrofisica?

Mi è capitato che le mie conoscenze di astronomia mi servissero come spunto per le mie storie; è successo ad esempio con I Regni di Nashira. Per il resto, spesso i nomi dei protagonisti sono nomi arabi di stelle, una specie di inside joke coi lettori che è iniziato con Nihal, nel primo libro.

Nei suoi libri troviamo personaggi che seppur tormentati hanno la forza di lottare contro paure, limiti e il “male” in svariate forme, c’è un messaggio in questo? Da cosa sono influenzati i suoi personaggi?

È soprattutto un fatto autobiografico. Sono una persona che lotta continuamente contro le proprie paure e i proprio limiti, e traspongo questa cosa nei miei personaggi. Anche il fatto che siano tutti guerrieri esprime proprio questa mia visione “combattente” dell’esistenza: il mio nemico sono me stessa, in tante piccole cose, ed è me stessa che combatto per cercare di migliorarmi.

Quali sono i suoi libri ed autori preferiti, quali consiglierebbe?

Il mio libro preferito in assoluto è Il Nome della Rosa, di Umberto Eco. Per me è Il Libro per eccellenza, il mio modello ideale cui tendo, pur nella consapevolezza di non poterlo mai raggiungere, ma che mi aiuta a migliorarmi. Nel fantasy, il mio autore preferito è Jonathan Stroud. Ho adorato tutto, di suo, ma soprattutto l’intera saga di Lockwood & co. Credo sia davvero superlativa.

È possibile qualche anticipazione su progetti futuri?

Vorrei continuare a muovermi nel mondo del fumetto, e qualche proposta è arrivata, che spero concretizzi. Anche l’esperienza in televisione mi è molto piaciuta, e spero abbia un seguito. Non ho comunque dimenticato la scrittura pura: a settembre usciranno due miei libri parte di una nuova serie dedicata a due giovani investigatrici del paranormale. Anche questo progetto avrà una parte a fumetti.

Grazie a Licia Troisi per l’intervista concessaci.

Francesco Di Nucci

Fonte immagine: www.liciatroisi.it

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