È Cascasse il mondo, il libro d’esordio di Maria Cristina Maffeis, edito da Rizzoli editore, vincitore del Premio Angelo Zanibelli Leggi In Salute 2019.
Cascasse il mondo: la trama
Nella vita di una donna le amiche sono fondamentali. Titti lo sa bene e infatti, “cascasse il mondo”, non rinuncerebbe mai agli incontri con le sue compagne di avventure. Lei è lo spirito libero del gruppo, quella che affronta ogni circostanza con l’energia di un vulcano e il sorriso pronto. Poi ci sono loro: Ndidi, la chirurga, razionale e cinica; Adriana, l’insegnante dall’animo inguaribilmente romantico; e infine Irma, che di mestiere è psicologa e di soprannome è “la Dolce”. I loro problemi sono quelli di tutte le donne ma tra maschi incapaci, parenti a dir poco eccentrici e animali domestici un po’ matti, ce n’è uno più grande degli altri, un dramma che le accomuna e le spinge a restare unite per darsi forza e speranza.
Il romanzo inizia con una gioviale descrizione di un giorno comune. Il bar è un luogo di incontri, e ancora di più, nel romanzo della Maffeis è il posto dove le cose più straordinarie della vita arrivano a compiersi. Un giorno comune, si trasforma in un evento straordinario, quando per l’appunto, Titti, la voce narrante della storia, incontra quelle che saranno le sue migliori amiche di sempre.
I personaggi della storia nata dalla penna di Maria Cristina Maffeis appartengono alla schiera delle “ragazze della porta accanto”, ma con qualità straordinarie. Con la storia di Ndidi, si assiste all’emancipazione femminile dove una donna, straniera, è chirurgo. La donna indaga gli argomenti più ostici legati alla fine di un’unione coniugale, ma soprattutto il lettore, attraverso la sua storia, compie un breve viaggio nella storia del “razzismo”. E di come una persona di colore, ogni giorno, pur vivendo in Italia stabilmente, debba imbattersi in preconcetti di razza e frasi infelici. Ndidi, all’interno della narrazione, sembra rappresentare l’impeto e il femminismo, ma anche la durezza, la stessa corazza che diventa burro fuso sotto la pressione di un gesto d’affetto.
Con Irma, ci la narrazione è quasi opposta alla storia precedente. Irma è una donna che ha preso le sue scelte sentimentali, senza subirle, è un animo in continua metamorfosi, che ha fatto della sua professione un trampolino di lancio per vivere efficacemente la sua esistenza.
Adriana è la più impacciata del gruppo, si potrebbe dire un elefante selvaggio che sogna di essere una farfalla, e per certi aspetti, ci riesce. Attraverso la sua vita, il romanzo indaga un aspetto sociale dei giorni nostri: la precarietà dell’insegnamento. Pur apprezzando la sua professione, la donna, in alcuni momenti, sembra essere insofferente all’instabilità del suo lavoro. L’altalena delle emozioni, sembra spingerla in un tumulto di eventi e risposte, che prende il nome di distimia.
A dare elettricità alla storia di sottofondo, è senz’altro la voce narrante del libro stesso: Titti, una donna dai capelli rossi, la cui vita è continuamente sotto la spinta feroce degli eventi. La donna è divisa tra il suo essere calma, e la sua parte frizzante; dualità che la rende un personaggio dai mille colori. Con Titti, la narrazione si sposta a Parigi, restituendo al romanzo un sapore esterofilo. A Parigi, Titti, scopre le prime grandi sofferenze della sua vita, dove la felicità vera, sembra durare solo un attimo. Le carte della sua vita si mescoleranno più volte in situazioni apparentemente simili, in un poker folle che le lascerà in bocca il gusto rancido della delusione.
Non mancheranno momenti di comicità, grazie alle vicende riguardanti il cane Butler e la Zia Domitilla. Tali eventi riequilibrano l’asse della drammaticità delle storie narrate, riportando il lettore ad una narrazione più leggera.
Il concetto di felicità, è uno degli elementi cardini dell’intero romanzo. Le protagoniste più volte sembrano chiedersi a vicenda se il corso della loro vita è quello giusto. Il libro è senz’altro il racconto di un’amicizia vera, fatta di alti, bassi, segreti, e riappacificazioni. In un club a stretto giro, dove il pettegolezzo lascia spazio agli sfoghi quotidiani. Le protagoniste non sono adolescenti in procinto di vivere il loro primo amore. Le confessioni sono severe, sfacciate, a tratti difficili da digerire. Il loro rapporto è il chiaro esempio di umanità che si lega alla bellezza delle piccole abitudini. In una storia dove un caffè o una telefonata sembra salvare la vita.
Il finale, del tutto a sorpresa, è un chiaro colpo di scena, le protagoniste forti del libro di Maria Cristina Maffeis, sembrano ancora più tenaci del previsto, prese da una lotta immensa con la vita e la morte, dove vince solo chi riesce ancora a sognare e sorridere.
Cascasse il mondo, come suggerisce la copertina, è un libro adatto a tutti, ma soprattutto è giusto per quelli che nell’amicizia non ci vedono un torna conto utilitaristico, ma un nido sicuro dove tornare anche se il mondo cascasse e i segreti venissero svelati senza indugio alcuno.
La scrittura di Maria Cristina Maffeis è chiara e leggera, elegante il modo in cui riesce ad affrontare argomentazioni delicate, facendo slalom tra sentimenti e brutture. Un libro dai colori azzurro cielo, che si legge tutto d’un fiato.
Immagine in evidenza: Ufficio Stampa Rizzoli Editore.