Charles Pépin: Filosofia dell’incontro | Recensione

Charles Pépin

Filosofia dell’incontro, la riscoperta di un gesto dimenticato, un libro di Charles Pépin edito da Garzanti Editore, con la traduzione di Giuseppe Maugeri

La trama

È impossibile vivere pienamente le nostre esistenze facendo a meno degli altri: che siano essi amici, colleghi, famigliari, siamo infatti mossi naturalmente verso il prossimo con uno slancio e una necessità tali da darci ogni volta l’impressione di poter rinascere. Ma quali sono le caratteristiche di un vero incontro e a quali condizioni possiamo farne tesoro? Come possiamo liberarci dalle catene dei nostri pregiudizi, superare la paura di perdere il controllo e fidarci del prossimo?

Passando abilmente da Platone a David Bowie, da Hegel a Picasso, da Voltaire a Mick Jagger e Paul McCartney, il filosofo francese Charles Pépin mobilita le grandi figure del passato facendole dialogare con esempi delle moderne vite iperconnesse, e in un libro profondo e persuasivo ci aiuta a mantenere viva la speranza di nuove possibilità, mostrandoci anche che ogni incontro può rappresentare allo stesso tempo la scoperta di un nuovo mondo e la riscoperta di noi stessi.

Il libro parte fin da subito in maniera spedita con un concetto universale che non tiene fuori proprio nessuno: nella vita non basta il caso per un incontro fortunato o rilevante, il destino va provocato e seguito senza troppe remore. Il primo concetto stagliatosi dinanzi agli occhi del lettore è quello secondo il quale per conoscere se stessi in modo pieno ed esaustivo occorre avventurarsi al di fuori di se stessi. Un gioco di parole per indicare quanto sia necessario superare il -sé sociale- timido e costretto nelle credenze e nei ruoli sociali, per giungere finalmente alla vera essenza del proprio essere.

Incontri scritti nelle stelle che cambiano la vita

Il libro ci parla anche dei cosiddetti “incontri scritti nelle stelle”, incontri che appaiono sulla pellicola cinematografica, che trovano la loro efficacia maggiore nei versi di Jean Michel Jarre. L’uomo, pur trovandosi affascinato da una donna, nel preambolo sospeso dell’attesa, immagina l’incontro proprio con quella donna. Da qui si apre un altro concetto essenziale, ovvero, la possibilità di vivere il colpo di fulmine. Charles Pépin si serve di numerosi espedienti cinematografici, e per rendere a pieno l’idea di imprevisto positivo, cita l’incontro tra Emma e Adele, nel film La vita di Adele. Nel film di Kechiche, ogni piano si sfalda, arrivando a toccare altri punti. Così come Adele, convinta fino a quel momento delle sue preferenze sessuali, si lascia trasportare per l’amore e la passione nuove che prova per Emma, così l’essere umano può essere sovrastato dall’imprevisto.

Incontri che cambiano la storia nel libro di Charles Pépin

Nel libro si parla anche di diversità. L’amore infatti, attraverso l’incontro, afferma Pépin, non è solo un caso manovrato dalla fortuna: spesso ci si trova dinanzi persone che non avremmo neppure guardato per sbaglio, e che per una serie di cose, scaturiscono nell’animo una curiosità intensa. L’autore ci parla di addizioni tra due persone, il cui risultato non è solo un due, ma persino un tre. Nel libro saranno molti i racconti incentrati su incontri strabilianti come nel caso dei Rolling Stones o di Benedetto XVII e Bergoglio.

Incontri fatali che hanno cambiato la storia, dato un tono alla musica e un volto al mondo.

L’autore ci parla altresì del concetto di amore fusionale, dove, attraverso il suo racconto, il lettore comprenderà da vicino le differenze tra un amore che cancella e distrugge l’altro, e un tipo di amore che accoglie in maniera benevola le differenze, giungendo a punti in comune, come nel caso di Albert Camus, che in seguito all’incontro con Mara Casares, abbandonerà il suo spirito libero e da dongiovanni per dedicarsi ad una sola donna.

Charles Pépin racconta anche di come un incontro possa salvare la vita, come nel caso citato di Szpilman, il pianista scampato alla morte, grazie all’aiuto e al sodalizio con un ufficiale tedesco.

Resilienza e uscita di casa

Le teorie più affascinanti sembrano riguardare due concetti fondamentali: la resilienza e l’allontanamento da casa. L’autore, sostiene che grazie ad un tutore di resilienza è possibile superare particolari traumi. Allo stesso modo consiglia al lettore di seguire la teoria dell’uscire di casa, di allontanarsi dalla propria zona di comfort per abbracciare un incontro positivo.

Filosofia dell’incontro lascia spazio anche a risvolti antropologici (Rosseau), all’esistenzialismo (Sartre) e a teorie psicoanalitiche (Freud).

Lo stile del libro è alto, sebbene l’autore sia capace di spiegare concetti complessi come se stesse parlando ad un amico. Molto spesso sembra rivolgersi al lettore in maniera colloquiale, raccontando frammenti della propria e dell’altrui vita in maniera calzante.

Le tre parti che compongono il libro rendono schematico ed essenziale il progetto di Pépin, con un sommario che raccoglie i nomi di tutti gli autori e gli artisti citati durante il lungo percorso ad inchiostro.

Un’opera divulgativa che si propone come una sorta di guida su come vivere, interpretare e amare la conoscenza di un altro essere umano, dove attraverso l’unione di due soggetti, è possibile essere salvati, cambiati in meglio, diluiti senza essere cancellati, scelti, perdonati, ascoltati, e persino visti per quelli che si è, lasciando cadere le maschere del collante sociale.

Immagine: Ufficio Stampa

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