Conosci l’estate?: il debutto di Simona Tanzini

Conosci l’estate?: il debutto di Simona Tanzini

Il primo romanzo di Simona Tanzini per le prestigiose edizioni Sellerio è un libro “palermitano” quanto la sua storica casa editrice. “Conosci l’estate?” è un debutto promettente che ha per protagonista una donna sensibilissima con un nome che è tutto un colore.

Viola. Viola è un colore, ed è il colore stesso della donna che racconta nove giorni in una Palermo afosa e bellissima in balia dello scirocco. Stile scorrevole, prosa loquace, Viola è una giornalista romana che vive da sola col suo gatto e lavora da appena un anno per una emittente televisiva nel capoluogo siciliano. Seguendo le sfumature di un etereo arcobaleno, si trova invischiata in una vicenda dai contorni noir che vede coinvolto un famoso cantante suo amico, “eroe locale” nonché fratello del suo vicino di casa. Sono i colori e la musica i contorni ideali di questo romanzo fresco e robusto, che restituiscono un’immagine di Palermo moderatamente lontana dagli stereotipi, ricchissima di rimandi letterari e riflessioni psicologiche.

Quando mi chiese «conosci l’estate?»

io per un giorno per un momento

corsi a vedere il colore del vento

Sono i versi – musicali, ça va sans dire – della “Canzone per l’estate” di Fabrizio De André ad aprire il romanzo e a svelare una tonalità in esso contenuta sin dal titolo. La tonalità di un colore che tinge ed attraversa ogni pagina, perché filtro primo e ultimo negli occhi stessi di Viola, come se fossero le lenti attraverso cui lei vede il mondo e lo descrive. Viola non lo chiama “disturbo della percezione”, preferisce definirlo “una particolarità”. In gergo simil-medico, soffre di una “sinestesia cromo-musicale” che consiste, quando sente una musica, nel vederne il colore predominante e nell’attribuire a tutte le persone che incontra e che lasciano una traccia nel suo peculiare pentagramma una melodia personale che, quando poi risuona, fa sì che venga alla luce tutto il loro colore.

«La sinestesia è un cosiddetto disturbo neurologico. Oltre a essere una figura retorica. Io mi oppongo alla definizione di «disturbo neurologico»; un po’ perché vorrei evitare di diventare un manuale di neurologia generale ambulante, un po’ perché non è un disturbo. È una particolarità, diciamo. Una caratteristica. Una roba. Non un disturbo. Sono così da quando ero piccola. Da molto prima dell’altra diagnosi. Quella me l’hanno fatta due anni e mezzo fa, e quando mi hanno chiesto se avevo mai avuto patologie neurologiche, ho detto di no. Perché non è una patologia. È una figura retorica, appunto. Che a volte prende forma nelle persone. E con ciò? Qui sono circondata da iperbole ed enfasi, si sguazza nell’allegoria, è il regno dei metalogismi. Ce la vogliamo davvero andare a prendere con una sinestesia?»

Conosci l’estate? di Simona Tanzini: recensione

È sulla scia di una sfumatura rossa, ad esempio, che Viola inizia ad indagare all’omicidio di una giovane ragazza, Romina, un delitto che sconvolge Palermo ed investe anche l’ambiente di personaggi più o meno noti della città. E lo fa con una lieve punta di ironia e critica nei riguardi dell’attenzione spesso paranoica che si riserva a chi si trova ad avere riflettori, microfoni e telecamere puntati su di sé tra i sospettati di turno.

«Tre per tre. Qui dicono che la regola sia questa: tre giorni di scirocco, tre volte l’anno. Vivo a Palermo da undici mesi – undici mesi fra tre giorni – e so di non avere la sapienza e l’esperienza per contestare la saggezza locale. Magari capiterà pure solo tre volte l’anno, lo scirocco. Me lo auguro.»

L’incipit rende bene il modo di Viola di parlare a se stessa, di analizzare i fatti e commentarli sul finire del pensiero, onde non farlo mai finire per davvero. Esilaranti i colori da lei attribuiti alle persone, con una chiara predilezione per un “carta da zucchero” che forse un giorno era “azzurro”. Toccante il passato che la donna ha alle spalle e che non racconta fino in fondo, ma lascia scorgere delle ombre oscure, tradite nel presente da certi squilibri nell’equilibrio e varie difficoltà motorie che lasciano preoccupare per la sua salute. Una nuova investigatrice del tutto inedita è giunta in casa Sellerio: una donna misteriosa e colorata, intrigante e musicale, che svolge le sue indagini sullo sfondo di una città che la attrae da sempre ma che lei guarda con gli occhi disincantati di chi è reduce da un grande dolore e non osa parlarne.

La vicenda stessa trascina al ritmo repentino dell’evolversi degli eventi, raccontati nel giro di nove giorni in stile diaristico, dal primo al nove di agosto. Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, perfetto per quest’estate che si preannuncia calda e imprevedibile, rovente e spumeggiante. Chiuso il volumetto blu, in classico stile Sellerio, ci si chiede cosa il titolo voglia dire: “Conosci l’estate?” racconta una storia densa e complessa resa con una spassosa leggerezza, soffermandosi sulle nuances di colpa ed innocenza intesi non come concetti filosofici quanto come spazi di inaggirabili esperienze umane. Quel punto interrogativo ne è parte integrante, e – in quanto tale – un tratto di colore che mescola il nero col bianco fino a riunire tutta la tavolozza cromatica in un crescendo musicale oltremodo interessante.

Speriamo non sia l’ultima avventura di Viola, ma solo la prima. E facciamo il tifo affinché trovi non un principe azzurro – è troppo esperta di vita per crederci ancora – ma almeno una figura color celeste di cui potersi fidare. Oppure un blu notte, con cui spingersi insieme oltre Palermo per godersi, finalmente, il rumore e il colore del mare.

Immagine in evidenza: https://sellerio.it/it/

A proposito di Giulia Longo

Napolide di Napoli, Laurea in Filosofia "Federico II", PhD al "Søren Kierkegaard Research Centre" di Copenaghen. Traduttrice ed interprete danese/italiano. Amo scrivere e pensare (soprattutto in riva al mare); le mie passioni sono il cinema, l'arte e la filosofia. Abito tra Napoli e Copenaghen. Spazio dalla mafia alla poesia.

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