Favole classiche: quali sono le più importanti (da Esopo)

Favole classiche. Patrimonio plurimillenario intriso di saggezza e modernità

Favole classiche: un patrimonio senza tempo per grandi e piccini

Il termine “favola” rimanda immediatamente la mente all’universo dell’infanzia, a un qualcosa di pensato e prodotto appositamente per i bambini. In realtà, la favola è un autentico genere letterario, caratterizzato da componimenti brevi, aventi per protagonisti spesso animali e oggetti inanimati, intrisi di morale e tipologie di comportamenti umani facilmente riscontrabili nella realtà. Una favola, proprio per le sue caratteristiche intrinseche, è un apologo con una funzione didascalica. Le favole classiche sono un patrimonio culturale universale, un tesoro di saggezza e di insegnamenti che si tramanda di generazione in generazione. Queste storie, intrise di magia e simbolismo, recano con sé un alone di fascino e una carica pedagogica ancora oggi validi, in un mondo caratterizzato da relazioni aride e superficiali e da un timore deleterio della crescita emotiva, dove si dimentica spesso il valore dell’impegno e della determinazione.

In questo contesto, risulta quindi di estrema importanza il bisogno di narrare e ascoltare fiabe e favole classiche. Un’esigenza sentita non soltanto per intrattenere e formare i fanciulli, ma anche, e forse soprattutto, dagli adulti, per recuperare o ricercare la propria dimensione più autentica ed evadere con l’immaginazione da un mondo schivo e ormai troppo “adulto” per crescere davvero. Riscoprire le favole significa ritrovare la capacità di sognare e di emozionarsi, di immedesimarsi nei personaggi e di trarre insegnamenti preziosi dalle loro vicende.

Il valore pedagogico delle favole classiche

Le favole classiche, al pari delle favole moderne, hanno molto da insegnare agli adulti, e in particolare all’adulto moderno, che vive in un mondo caratterizzato dalla velocità e dalla performance a tutti i costi. Le storie e i caratteri che popolano le fiabe e le favole emergono dalla stessa realtà, riproducendo le varie tappe di crescita dell’uomo, le decisioni ponderate ed effettuate, così come le sfumature negative che completano pur sempre il nostro essere. Pertanto i bambini, come gli adulti, sono portati a riconoscersi nell’uno o nell’altro personaggio di una fiaba, in una o un’altra particolare favola, che più delle altre rappresenta da vicino il nostro vissuto, le nostre perplessità, gli errori e i successi. Attraverso la personificazione di animali e oggetti, le favole mettono in scena vizi e virtù dell’animo umano, offrendo spunti di riflessione su temi universali come il bene e il male, la giustizia e l’ingiustizia, il coraggio e la paura.

Favole classiche e crescita emotiva: imparare dalle storie

Dal punto di vista prettamente pedagogico, la fiaba, e in particolare la favola classica, stimola ad un apprendimento completo a livello linguistico, cognitivo ed affettivo. Favorisce lo sviluppo cognitivo e stimola la creatività e l’empatia. Una delle acquisizioni più importanti, nell’era della superficialità e dell’interesse rivolto troppo spesso a questioni più pratiche che fondamentali, consiste nel valore da donare al tempo. Quel tempo che sembra sempre mancare o che non ci si sdegna di impiegare in maniera infruttuosa. Ebbene, leggere e ascoltare favole ridona tale imprescindibile capacità, quella di riuscire a dedicare tempo di lettura e di ascolto per sé e per il bambino a cui la si rivolge. Perché la narrazione delle favole implica attenzione e partecipazione, al fine di trasmettere e condividere pienamente il significato che ogni fiaba veicola.

L’importanza di narrare favole classiche: un dono per grandi e bambini

Le favole classiche aiutano i bambini a conoscere e a gestire le proprie emozioni. Sempre più spesso si tende ad avere nei confronti dei piccini un atteggiamento eccessivamente protettivo, teso a tutelarli forzatamente dalle esperienze spiacevoli di insuccesso, frustrazione e sbagli. Ma le fiabe, e in particolare le favole, riescono con la loro dolcezza narrativa a iniziare i bambini a ciò che è la vita davvero a trecentosessanta gradi, fatta cioè di vittorie, così come di sconfitte. Gli stessi antagonisti nelle fiabe rappresentano simbolicamente le emozionispiacevoli che il bambino può nutrire, e che magari difficilmente riesce a comunicare. L’aspetto negativo della fiaba insegnerà al bambino cos’è giusto e cosa sbagliato, trovando soddisfazione nel vedere alla fine ristabiliti l’ordine e la serenità, con un lieto fine, o happy ending, che è anche una sorta di catarsi. Le favole sono quindi uno strumento prezioso per la psicologia infantile.

Da Esopo ai Fratelli Grimm: un viaggio tra le favole classiche occidentali

La tradizione orale delle favole si perde nella notte dei tempi. Nella tradizione occidentale, la favola è indissolubilmente legata al nome di Esopo, vissuto tra il VII e il VI secolo a.C. La favola è un apologo caratteristico della cultura occidentale, così come di quella orientale. La sua finalità gnomica suggerisce condotte comportamentali all’insegna della prudenza, dell’impegno e della coscienza dei propri limiti.

Le favole di Esopo: allegorie morali per tutte le età

Le favole classiche di Esopo sono intrise di allegoria e morale, mostrando i caratteri umani, simbolicamente impersonati dagli animali. Tra le più note si menziona La volpe e l’uva, il noto racconto che mostra come fra gli uomini chi non riuscendo per incapacità a raggiungere il proprio obiettivo, ne dà colpa alle circostanze, allontanando dunque da sé ogni responsabilità. Chi non conosce poi Il lupo e l’agnello, la favola che pone in risalto l’ottusa e ignobile prepotenza di chi, fermamente deciso ad arrecare torto, non rinuncia a farlo, e non c’è difesa che valga ad illuminare la ragione. Il corpus delle sue favole venne poi rielaborato da autori successivi, tra i quali Fedro (I sec. d.C.) e La Fontaine nel XVII secolo.

I Fratelli Grimm e le loro favole: tra magia e realtà

Jacob e Wilhelm Grimm sono noti per la raccolta e rielaborazione delle fiabe e delle favole classiche della tradizione popolare tedesca nell’opera Fiabe del focolare (Kinder und Hausmärchen, 1812-1822). Anche le fiabe dei Grimm, per loro natura tramandate oralmente, risultano di difficile datazione e attribuzione. Alcune di esse, come Cenerentola, fanno parte del patrimonio europeo da prima dei fratelli Grimm, conoscendo una precedente trasposizione letteraria nella nota opera in lingua napoletana Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, precedendole di un paio di secoli. Altri autori importanti che si sono cimentati nella scrittura di fiabe e favole sono il francese Charles Perrault, e in tempi più recenti, gli italiani Gianni Rodari e Italo Calvino.

Le differenze tra le favole originali dei Grimm e quelle odierne

Ciò che più caratterizza le storie dei fratelli Grimm è il fatto di non essere state concepite per i bambini: erano molto diverse da come sono state tramandate ai nostri giorni, in quanto colme di dettagli realistici e cruenti, toni drammatici e violenti, che nel tempo sono stati edulcorati affinché fossero accettati dalla società. Le versioni oggi depurate dei particolari cruenti risalgono alle traduzioni inglesi successive. Tra le favole classiche più famose e conosciute dei fratelli Grimm si menzionano la già citata Cenerentola, Biancaneve e i sette nani, Rosabianca e Rosarossa, Cappuccetto Rosso, Raperonzolo, le cui versioni edulcorate per la fruizione infantile hanno ispirato le successive storie d’animazione Disney e quelle de Le mille e una fiaba. In queste ultime è possibile ancora scorgere qualche particolare originale, così come i Grimm le avevano concepite. Potremmo quasi parlare di elementi di letteratura gotica, ante litteram.

Le favole classiche orientali: il fascino de Le mille e una notte

Se la tradizione favolistica occidentale affonda le sue radici nell’antichità, per quella orientale non esiste un univoco e preciso inizio cronologico e geografico. All’interno di questo panorama, il classico indubbiamente più famoso e tramandato è Le mille e una notte, la celebre raccolta di racconti orientali, costituita a partire dal X sec. circa.

Shahrazād e l’arte di raccontare: la struttura de Le mille e una notte

La raccolta di fiabe de Le mille e una notte si inscrive all’interno di una storia cornice: il re persiano Shahriyār, profondamente deluso per il tradimento della moglie, nutre un forte odio per l’intero universo femminile. Così decide di sposarsi ogni giorno con una nuova donna e sistematicamente ucciderla al termine della prima notte di nozze. Un giorno Shahrazād, bella, saggia e coraggiosa figlia maggiore del gran visir, decide di offrirsi in sposa al vendicativo re, escogitando un piano per placare la misoginia del sovrano. Dunque, per porre fine all’eccidio femminile ed evitare di venire lei stessa uccisa, ogni sera racconta al re una storia, rimandando sempre il finale al giorno seguente. Continua così per “mille e una notte”, ottenendo la salvezza per sé e per altre mille e una fanciulle, essendo riuscita a far innamorare il re e fargli dimenticare tutto il rancore nutrito fino a quel momento. Ogni storia è come una storia della buonanotte ante litteram.

Aladino e altre storie: la magia delle favole orientali

Tra le fiabe più conosciute de Le mille e una notte, si citano Alì Babà e i quaranta ladroni e Aladino e la lampada meravigliosa. Quest’ultimo ha poi ispirato il celebre classico d’animazione Disney Aladdin. Ciascuna favola della raccolta, così come la cornice che le comprende, è imbevuta di saggezza, offrendo straordinari esempi di coraggio, intelligenza, forza morale, fascino di parole e azioni, specie se ad incarnare tali qualità sono personaggi femminili, venendo dunque a rappresentare ben altro che fanciulle passive e indifese, ma abili, intraprendenti, astute e artefici della propria salvezza e del proprio destino.

Hans Christian Andersen: le favole classiche tra sogno e realtà

Hans Christian Andersen è un altro autore fondamentale quando si parla di favole classiche. Autore e poeta danese, scrisse un totale di 156 fiabe, pubblicate tra il 1835 e il 1872. Tra queste, alcune di quelle universalmente note sono senza dubbio Pollicina, La Sirenetta, Il soldatino di piombo, Il brutto anatroccolo, La regina delle nevi, La piccola fiammiferaia, raccolte in Il fantastico mondo delle fiabe di Andersen. Ciò che caratterizza queste storie è la forza del sogno, la volontà a non arrendersi di fronte alle avversità naturali, familiari e sociali.

Immagine in evidenza: Pixabay

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