Daisy Miller: A Study, pubblicato per la prima volta nel 1878, è uno dei racconti più celebri di Henry James. Ambientato principalmente in Svizzera e in Italia, il testo esplora con grande sottigliezza psicologica il conflitto culturale tra il Vecchio e il Nuovo Mondo, incarnato nella figura affascinante quanto controversa della giovane protagonista, Daisy Miller.
La trama
Daisy è una giovane americana in viaggio in Europa in compagnia della madre e del fratello minore Randolph. Daisy è disinvolta, vivace, spontanea e questo la distingue dall’ambiente formale e codificato della società europea. Il suo comportamento viene giudicato scandaloso dai connazionali più integrati nei costumi europei, soprattutto quando la ragazza stringe un rapporto di amicizia sempre più pubblico con un giovane italiano di nome Giovanelli. Winterbourne, un’americano che ha vissuto una buona parte della sua vita a Ginevra, è affascinato da Daisy ma oscilla continuamente tra l’attrazione e il giudizio morale, suggerendo una certa incapacità nel comprendere se la ragazza sia innocente o frivola, virtuosa o dissoluta. Una sera Winterbourne scopre Daisy e Giovanelli durante una passeggiata al Colosseo. Il ragazzo si infuria con Giovanelli e lo rimprovera per aver condotto Daisy in un luogo in cui rischia di contrarre la malaria ma la ragazza sostiene che non le importa e Winterbourne li abbandona lì. La storia termina con la morte di Daisy la quale si ammala di febbre romana.
Temi in Daisy Miller
Tematicamente, Daisy Miller esplora questioni fondamentali come la percezione sociale, l’identità culturale, la libertà individuale e la condizione femminile. Henry James costruisce un raffinato contrasto tra l’America – associata alla freschezza, alla spontaneità e all’assenza di pregiudizi- e l’Europa, vista come sede di tradizione, convenzione e decadenza morale. Tuttavia, James non idealizza l’America né demonizza l’Europa: piuttosto, mette in scena un incontro problematico tra due mondi incapaci di comprendersi pienamente.
L’intero racconto è, come suggerisce il sottotitolo A Study, uno studio del personaggio e di ambiente sociale. Henry
James non offre mai risposte definitive sulla moralità o l’immoralità di Daisy: il suo comportamento può apparire
sconveniente agli occhi degli europei e dei connazionali americanizzati, ma l’autore lascia intendere che è l’ipocrisia e il moralismo della società a condannarla più della sua reale condotta. Daisy è l’emblema della libertà americana, di una genuina innocenza che però, fuori dal suo contesto d’origine, appare pericolosa e inappropriata. La sua morte è una denuncia della durezza di un sistema di regole non scritte che punisce l’autenticità e l’indipendenza femminile.
La figura di Frederick Winterbourne
Winterbourne è un personaggio ambiguo e controverso, diviso tra l’attrazione per Daisy ma anche il bisogno di inserirla all’interno delle categorie morali della società in cui vive. Si tratta di un personaggio psicologicamente prigioniero del suo mondo interiore: è incapace di abbracciare l’innocenza e la libertà che Daisy rappresenta per via dei pregiudizi e della rigidità della cultura europea che lui stesso ha interiorizzato. Anche il suo nome dice tanto sul personaggio: Winter rimanda ad un personaggio freddo, algido. L’inverno uccide le margherite (Daisy) che spuntano ogni primavera. Dunque, è una persona fredda, rigida, ed è un aspetto che anche Daisy stessa sottolinea più volte nel testo con la parola “stiff” (rigido, inflessibile). L’altra parte del cognome, Bourne, significa “confine”, “limite”, dunque si tratta di un limite a livello emotivo, geografico, intellettuale. Al funerale di Daisy, sua madre recapita un messaggio che la figlia desiderava che Winterbourne sapesse: Daisy non era fidanzata e come non era successo nulla con lui, neanche con Giovanelli era accaduto qualcosa. A quel punto, Winterbourne si rende conto di aver commesso un torto nei confronti della donna. Tuttavia, resta il fatto che, alla fine, Winterbourne fa ritorno a Ginevra e tutto torna come prima, come se la morte di Daisy non fosse servita a nulla:
Nevertheless, he went back to live in Geneva, whence there continue to come the most contradictory accounts of his motives of sojourn: a report that he is “studying” hard—an intimation that he is much interested in a very clever foreign lady
Il narratore in Daisy Miller
La narrazione è affidata a un narratore in terza persona, ma strettamente focalizzato attraverso il punto di vista di
Winterbourne: il lettore percepisce Daisy e gli altri personaggi quasi esclusivamente attraverso la sua prospettiva limitata quanto ambigua. Il narratore non è onniscente, anzi a volte sembra condividere i dubbi e i pregiudizi di Winterbourne. Henry James, così, ottiene come risultato una forma di discorso indiretto libero in cui il lettore è portato ad interpretare le ambiguità del testo senza un appiglio sicuro.
Conclusione
All’epoca il racconto di Henry James fece scalpore, suscitando frustrazione nei lettori dato che il racconto non termina come avrebbe dovuto. Secondo i codici dell’epoca, Winterbourne e Daisy avrebbero dovuto trovare un modo per stare insieme ma così non è stato: questa è la critica più forte che trasmette Daisy Miller.
Henry James ha scritto una storia di femminicidio in senso simbolico, nonostante nel racconto ci sia un discorso di possesso e gelosia. Winterbourne è un portatore sano dell’ideologia che è alla base del femminicidio, un’ideologia patriarcale che è mortifera e che viene esercitata sul corpo femminile ancora oggi. Daisy Miller è molto più attuale di quanto noi pensiamo.
Fonte immagine: Daisy Miller, macmillan publishers