Emiliano Fittipaldi e l’inchiesta contro il potere corrotto

Emiliano Fittipaldi e il giornalismo d'inchiesta contro il potere corrotto

Emiliano Fittipaldi, la nostra intervista

Dal 29 settembre al 1° ottobre si terrà – questa volta nel centro storico di Napoli – “Ricomincio dai Libri”, la fiera del libro, precisamente all’ex Ospedale della Pace in Via dei Tribunali 227. È un progetto senza scopo di lucro, che si basa sulla donazione di fondi (attraverso la piattaforma Meridonare) e sulla partecipazione gratuita di ospiti e visitatori. Le associazioni Librincircolo, La Bottega delle Parole, Cooperativa Sociale Sepofà e Parole Alate sono le organizzatrici dell’evento a cui parteciperanno, come ogni anno, personalità di spicco.

Tra questi, Emiliano Fittipaldi, giornalista d’inchiesta e scrittore, napoletano e laureato alla facoltà di Lettere Moderne della Federico II, che ha concesso ad Eroica Fenice un’intervista.

Emiliano Fittipaldi e le sue “scomode” inchieste

Cosa l’ha spinta a fare giornalismo d’inchiesta?

Il giornalismo si può fare in tanti modi. Si può raccontare semplicemente quello che accade tutti i giorni, si può dare voce alla gente comune. Ci sono tanti settori: la cronaca, la politica… A me piaceva quello di “cercare segreti”, quelli che i potenti non vogliono che le persone comuni, che l’opinione pubblica conosca. E quello di volerli svelare al lettore o allo spettatore, in caso di tv, è una cosa che ho capito quando, molto tardi, ho deciso di fare il giornalista. Perché tardi? Perché di solito si dice che il mestiere di giornalista uno ce l’ha nel sangue, ma io facevo l’attore a teatro e volevo fare il regista teatrale. Poi il professore universitario. Alla fine, da grande lettore di giornali, ho pensato di provare questo mestiere, quindi mi sono iscritto alla Luiss e fare il Master di giornalismo. Già là ho capito, leggendo molto, soprattutto La Repubblica e Giuseppe D’Avanzo – che per me è un mito assoluto –, napoletano pure lui, che avrei voluto provare a fare quel tipo di giornalismo: inchieste su potere. Qualsiasi potere sia.

Come ha affrontato i temi di Avarizia e Lussuria? Non ha temuto le ripercussioni?

Sai, se tu ti preoccupi delle ripercussioni che ci possono essere – se fai inchieste sul potere, ad esempio il Vaticano – meglio lasciar stare. Il potere si difende sempre da chi lo attacca, anche attraverso la penna, dato che questa ha un potere superiore a quella di qualsiasi arma, soprattutto se si è coerenti e si riesce, non attraverso l’invettiva o la polemica e nemmeno l’opinione, ma attraverso il semplice elenco di fatti, a unire le false promesse del potente di turno. Sia in Lussuria che in Avarizia – e in questo caso nel libro ancora non uscito a Napoli (uscirà tra il 25 e il 26 settembre) Gli impostori – il mio obiettivo è proprio quello di spiegare come un giornalista, anche con fonti aperte e non per forza avendo relazioni straordinarie con fonti chiuse, che ovviamente pochi riusciamo ad avere, può creare a un potere corrotto molti problemi.

Cosa consiglierebbe ai futuri laureati in Lettere Moderne che vogliano intraprendere lo stesso percorso?

Il consiglio maggiore è quello di lavorare tanto, di non lagnarsi delle difficoltà che presenta questo settore (perché lo presentano anche tanti altri settori), di lavorare tanto, perché questo è un mestiere dove se sai fare delle cose, e quindi sai dare alle persone delle storie interessanti, che siano sulla carta stampata, che siano su un sito o che siano su un blog, offri storie di qualità e la gente ne ha bisogno. Quindi se tu sei capace di trovarle e di raccontarle bene, in maniera umile e rispettosa delle persone di cui scrivi, il giornalismo ha un futuro radioso – secondo me – davanti. Il problema è la qualità, perché ci sono centinaia e centinaia di testate online che non servono assolutamente a nulla se non ad alimentare l’ego di quelli che scrivono. E la qualità è molto rara. Bisogna ovviamente partire da delle basi, non improvvisarsi giornalisti perché è un mestiere sicuramente molto complesso; soprattutto la tipologia che tratto io non è facile: leggere banche dati, bilanci economici, avere rapporti con le fonti più impensabili…questa è una cosa che puoi fare nel corso degli anni. Ed è bello, soprattutto quando hai la possibilità di entrare nelle redazioni, perché i ragazzi non hanno queste possibilità, di “rubare” il mestiere a quelli più esperti, a quelli più grandi. Quei pochi che riusciranno a offrire un prodotto di qualità, sono sicuro che riusciranno a sopravvivere del proprio mestiere. Per tutti gli altri gli spazi verranno ridotti, tutti coloro che non sapranno fare il loro lavoro verranno spazzati via.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Non è una questione di progetti, questi seguono un flusso. Io cerco notizie, il mio progetto è cercare notizie e continuare a farlo, seguendo il filo di Arianna che ti porta – come scrivo ne Gli impostori – da un’inchiesta a un’altra, di essere curioso, di leggere i giornali, di vedere quello che accade e di cercare di capire quali sono i segreti che i potenti non vogliono raccontarci.

Non resta che fare tesoro dei suggerimenti di Emiliano Fittipaldi e guardarsi attorno con estrema attenzione e capacità critiche e analitiche. Fare la differenza è possibile, basta impegnarsi e perseverare nell’obiettivo.

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Emiliano Fittipaldi, libri

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A proposito di Francesca Paola Esposito

Napoletana. Già laureata in Lettere Moderne alla Federico II, attualmente iscritta a Scienze storiche allo stesso ateneo. Vivo nel sospetto di aver imparato prima a leggere, poi a camminare. Certo è che da quel momento non ho più smesso.

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