La vita è sofferenza: un’affermazione che potrebbe riassumere benissimo la visione dell’esistenza umana secondo Schopenhauer, caratterizzata dalla lotta incessante di affermarsi e dalla volontà irrazionale che non ci lascia tregua. Nonostante questo, la sua filosofia ci offre spunti per orientarci nel nostro percorso verso la serenità e la comprensione. In questo articolo, vi suggeriamo tre spunti di lettura per imparare dagli insegnamenti di Schopenhauer.
1.L’arte di conoscere se stessi
Nel 1821 Schopenhauer avvia quello che lui stesso definisce ai suoi amici un vademecum, seguitato poi nei decenni successivi, che consisteva probabilmente in una trentina di fogli fitti di annotazioni autobiografiche, ricordi, riflessioni, norme di comportamento, massime e citazioni che il filosofo aveva annotato come una sorta di compendio della propria personale esperienza di vita: le regole dell’arte che porta a conoscere se stessi e, per questo, convivere più facilmente con il genere umano, che soffre e si dispera unitamente per orientarsi nel mondo che si pone come ostile. L’incipit della raccolta è il filo conduttore che si propaga tra gli insegnamenti di Schopenhauer: «Volere il meno possibile e conoscere il più possibile è la massima che ha guidato la mia vita».
2. L’arte di essere felici – esposta in 50 massime
Alla morte del filosofo tedesco fu ritrovato tra i suoi appunti un manoscritto intitolato L’arte di essere felici. Stranamente, nonostante il pessimismo che aveva fortemente caratterizzato la sua dottrina e i suoi insegnamenti, qui Schopenhauer elenca una serie di regole con le quali evitare inutili e accessorie sofferenze per poter, nonostante tutto, cercare di raggiungere in questo mondo uno stato di felicità. Vengono elencate una serie di massime, per l’esattezza 50, che permettono all’uomo di raggiungere quantomeno uno stato di serenità, prossimo alla felicità. Ad esempio: evitare i paragoni per non cadere nell’invidia, prestare attenzione al presente senza indugiare in ciò che non esiste più o non esiste ancora, seguire l’istinto, non far dipendere da nessuno la propria felicità. Soprattutto, essere consapevoli dei propri limiti e non lasciarsi trasportare da desideri irrealizzabili, per evitare l’angoscia di non essere all’altezza, che non vuol dire smettere di sognare, ma capire cosa è davvero fatto per noi e lavorare per raggiungerlo fino a poterci far stare davvero bene.
3. L’arte di invecchiare
Iniziato a Francoforte sul Meno nell’aprile del 1852, conosciuto anche come Senilia, questo scritto raccoglie gli ultimi otto anni di citazioni, ricordi, riflessioni, appunti di lavoro, massime e norme di comportamento, che il filosofo trascriveva giorno dopo giorno per meglio affrontare argomenti a lui cari. In questi fogli, gli insegnamenti di Schopenhauer propongono di riassumere una sorta di consapevolezza e sapienza quotidiana che aiuta ad affrontare e addirittura rendere piacevole la vecchiaia, nonostante l’angosciante sensazione della sempre più vicina ora della fine, ossia quella sensazione della morte imminente che lui metaforicamente esprimeva nella massima «il Nilo sta ormai arrivando al Cairo». Una meditazione cara alla filosofia, quella sull’affrontare l’inevitabile, in questo caso un vademecum per trarre piacevolezza anche dalla fine. Dopotutto, «dei mali della vita ci si consola con la morte, e della morte con i mali della vita» anche soltanto a vederla così la situazione diventa gradevole.
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