Howl di Allen Ginsberg: una critica alla società

Howl di Allen Ginsberg: una critica alla società

Howl (Urlo) è un poema di Allen Ginsberg scritto tra il 1954 e il 1955 a San Francisco. 

Una panoramica su Allen Ginsberg

Allen Ginsberg non sperimentò direttamente le persecuzioni del maccartismo. Era un ragazzo che frequentava la Columbia University, ma fu espulso al secondo anno di college per aver disegnato immagini oscene sulla finestra sporca della sua stanza, nel tentativo di attirare l’attenzione della donna delle pulizie. Per un periodo, visse in diverse case. Una figura centrale in questa fase fu William Burroughs, uno dei grandi maestri della Beat Generation, sebbene appartenente a una generazione precedente. I suoi testi sono tra i più rappresentativi del movimento. In quel periodo Ginsberg visse anche con Jack Kerouac, che ebbe un impatto enorme su di lui, sia a livello personale che letterario. In seguito, Ginsberg tornò alla Columbia, conseguendo la laurea, ma il suo rapporto con l’università fu segnato da un altro episodio: un amico, che abitava nel suo appartamento, rubava oggetti da altri studenti e professori. Per evitare una condanna, Ginsberg si finse malato mentale e venne internato in un istituto psichiatrico. Fu in questo periodo che la sua scrittura iniziò a prendere una forma diversa.

Scrisse Howl a San Francisco, una città che all’epoca attirava per il suo stile di vita bohémien e per l’atmosfera spiritualmente legata al buddismo, alle pratiche zen e a varie forme di ribellione: era, in sostanza, un punto di riferimento per quasi tutti i ribelli dell’epoca. La prima pubblicazione di Howl avvenne nella City Lights Bookstore del poeta Lawrence Ferlinghetti. Quella serata divenne una sorta di atto di nascita ufficiale della Beat Generation, ma anche un momento traumatico: Ferlinghetti e la manager della libreria vennero arrestati con l’accusa di diffusione di materiale osceno. Seguì un processo che si trasformò in un caso nazionale. Ginsberg e il suo editore furono difesi da critici, esperti e associazioni per la libertà di parola, i quali dovettero dimostrare il valore letterario dell’opera. Alla fine, uscirono vincitori dal processo, ma lo scandalo ebbe un forte impatto sull’opinione pubblica.

Questo processo rese Ginsberg un simbolo di un’intera generazione, diventando una sorte di guru, sempre in prima linea in tutte le marce di protesta: Ginsberg era il personaggio da chiamare se si voleva attirare gente su una causa piuttosto che un’altra. Sposava tutte le cause del suo tempo comprese quelle legate alla liberalizzazione delle droghe e alla liberalizzazione della sessualità; lui era anche omosessuale ormai dichiarato, anche se non era sempre stato così. Scrisse metà dell’opera di Howl a casa di quella che era stata la sua ragazza dell’epoca a San Francisco ma, in realtà, visse tutta la vita con Peter Orlovsky – suo compagno ufficiale.

HOWL 

Il volume è dedicato a Carl Solomon, quest’ultimo un paziente psichiatrico della Colombian Psychiatric Institute. Era uno scrittore americano che fece un viaggio in Francia, rimanendo molto colpito dal dadaismo e dal surrealismo – in particolare da Antonin Artaud. Report from the Asylum: Afterthoughts of a Shock Patient è uno degli scritti più importanti di Solomon in cui racconta della sua esperienza psichiatrica nell’Istituto. Il testo -scritto  seguendo lo stile dadaista-, racconta l’esperienza dell’elettroshock – pratica utilizzata per trattare i pazienti psichiatrici all’epoca.

Le figure di riferimento per Ginsberg sono:

  • Carl Solomon 
  • Jack Kerouac da cui aveva preso soprattutto il modo di parlare, un linguaggio molto diretto. 
  • Neal Cassady anche se lui non aveva scritto quasi nulla, solo un libro mai terminato prima della sua morte ma diventa un personaggio di guida per la Beat Generation.
  • William Carlos Williams che era un paesano di Ginsberg e aveva sostenuto molto Ginsberg. Fu proprio William Carlos Williams ad esortarlo a scrivere delle sue esperienze e di vivere la sua vita da omosessuale.
  • Walt Whitman, uno dei grandi modelli per Howl è Song of myself
  • Emerson

Il testo è composto da 130 versi, divisi in tre parti, con una strutturazione whitmaniana, con un’organizzazione basata perlopiù sulla narrazione visiva. Nella prima parte l’autore descrive le esperienze di vita, nella seconda denuncia esplicitamente Moloch e la società americana degli anni ’50, nella terza parte c’è un dialogo con l’individuo – Carl Solomon- che ha dato origine a questa riflessione. Il testo termina con una sorte di celebrazione di tutto ciò che c’è, invece, di santo nel mondo, che c’è da celebrare e ha molto a che vedere con la materialità del corpo: 

«Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy!
The world is holy! The soul is holy! The skin is holy! The nose is holy! The tongue and cock and hand and asshole holy!
Everything is holy! everybody’s holy! everywhere is holy! everyday is in eternity! Everyman’s an angel!
The bum’s as holy as the seraphim! the madman is holy as you my soul are holy!
The typewriter is holy the poem is holy the voice is holy the hearers are holy the ecstasy is holy!
Holy Peter holy Allen holy Solomon holy Lucien holy Kerouac holy Huncke holy Burroughs holy Cassady holy the unknown buggered and suffering beggars holy the hideous human angels!
Holy my mother in the insane asylum! Holy the cocks of the grandfathers of Kansas!
Holy the groaning saxophone! Holy the bop apocalypse! Holy the jazzbands marijuana hipsters peace peyote pipes & drums!
Holy the solitudes of skyscrapers and pavements! Holy the cafeterias filled with the millions! Holy the mysterious rivers of tears under the streets!
Holy the lone juggernaut! Holy the vast lamb of the middleclass! Holy the crazy shepherds of rebellion! Who digs Los Angeles IS Los Angeles!
Holy New York Holy San Francisco Holy Peoria & Seattle Holy Paris Holy Tangiers Holy Moscow Holy Istanbul!
Holy time in eternity holy eternity in time holy the clocks in space holy the fourth dimension holy the fifth International holy the Angel in Moloch!
Holy the sea holy the desert holy the railroad holy the locomotive holy the visions holy the hallucinations holy the miracles holy the eyeball holy the abyss!
Holy forgiveness! mercy! charity! faith! Holy! Ours! bodies! suffering! magnanimity!
Holy the supernatural extra brilliant intelligent kindness of the soul!»
 

Stile di Howl

Il tono del testo è di rabbia, di denuncia, critico di qualunque cosa che ha a che fare con il materialismo, il capitalismo, l’establishment culturale, la repressione della società.  Elementi biografici compaiono sparsi nel testo ma ci sono anche riferimenti a NY, ci sono luoghi tipici della cultura hipster, c’è un’insistenza continua su «hospital», «jails», dove venivano portati tutti i malati mentali; c’è insistenza sulle grandi istituzioni di questa società repressiva: ci sono queste figure angeliche, a metà tra vita e morte, che cercano droga in continuazione come un modo per uscire da questa società e connettersi, invece, con un mondo altro, di vita altra.  Il motivo per cui questo testo è diventato così significativo per un’intera generazione è perché erano tutti arrabbiati.  È come se descrivesse il mondo dei reietti sociali, quelli che non trovano uno spazio nella società main-stream e che, invece, sono «the most beatiful minds» dell’America.

Il Moloch

La seconda parte fa riferimento continuamente al  Moloch una figura biblica a cui gli abitanti di Ammon sacrificavano i loro figli come atto espiatorio-, utilizzata da Ginsberg per rappresentare simbolicamente l’America degli anni ’50, della civiltà dell’industrializzazione, quella che sostiene che la salute mentale va curata nei manicomi e che pensa che la sicurezza pubblica va assicurata attraverso le guerre, che il successo si misura in capitale. Una società, quella americana degli anni ’50, che prediligeva un conformismo anticomunista, il successo economico, un ritorno alla domesticità della figura femminile e il controllo della sessualità.

Fonte immagine: Wikimedia commons, Michiel Hendryckx

 

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