Il canto di Messalina, il romanzo storico di Antonella Prenner | Recensione

Il canto di Messalina, il romanzo storico di Antonella Prenner | Recensione

Antonella Prenner racconta Messalina. Un viaggio nella Roma imperiale attraverso lo sguardo di una delle figure femminili più discusse e affascinanti di tutti i tempi

Messalina è protagonista del nuovo romanzo di Antonella Prenner edito RizzoliIl canto di Messalina: un viaggio nella Roma imperiale del I secolo d. C. attraverso lo sguardo di una delle figure femminili più discusse e affascinanti di tutti i tempi, Valeria Messalina, moglie dell’Imperatore Claudio. Donna dalla bellezza prorompente ed estremamente ambiziosa, Messalina deve sacrificare la sua giovane età alle logiche di potere, piegandosi, suo malgrado, alle trame intessute per lei da altri: la giovane più bella di Roma è condannata, per la sua bellezza, a legarsi alla famiglia imperiale attraverso il matrimonio con un uomo di trent’anni più vecchio che non conosce e non ama, dargli un figlio legittimo che possa assicurargli una discendenza, rinunciare per sempre all’amore che tanto desidera e alla libertà che non ha mai davvero assaggiato in quanto donna, oggetto e mai soggetto della sua vita.
Improvvisamente il fato sembra arriderle e la donna intravede nel potere una possibilità, se non di felicità, almeno di vendetta: contro ogni previsione, alla morte del folle Caligola viene eletto imperatore proprio Claudio, il marito claudicante e balbuziente che tutti a Roma ritengono stolto e vile, prima fra tutti la donna che ha pronunciato la formula di rito
“Ubi gaius, ego gaia” nel giorno delle nozze con lui, consapevole che da quel momento gaia non sarebbe stata mai più. 

L’autrice, docente di Letteratura Latina all’Università Federico II di Napoli, abbina ad un ricco e sapiente uso delle fonti letterarie e storiche uno stile narrativo decisamente scorrevole, che rende la storia coinvolgente ed interessante anche per un lettore ignaro dei fatti narrati. Delineando la parabola d’infelicità e di vendetta di una giovane donna, una Bovary ante litteram nella sua disperata ricerca d’amore e di autoaffermazione, Antonella Prenner restituisce, con una prosa avvincente, un affresco vivido di un mondo eterno e lontano, la Roma imperiale del I secolo d. C., attraverso le lotte per il potere, gli intrighi di palazzo e le congiure che ne hanno caratterizzato la storia, i personaggi che ne hanno animato i luoghi: non soltanto Messalina, ma gli imperatori Caligola e Claudio, Agrippina ed il giovanissimo Nerone, il filosofo Seneca e gli innumerevoli amanti della giovane donna che, nella disperata ricerca dell’amore e dell’autoaffermazione, si abbandona ad ogni perversione, esercitando il massimo controllo sul solo aspetto della sua vita sul quale può – e neanche del tutto – esercitarlo: il suo corpo, strumento d’indicibile ed insaziabile lussuria, il solo mezzo attraverso il quale Messalina può utilizzare tutto il suo potere, umiliare suo marito com’egli ha umiliato lei attraverso quelle nozze e l’amore, sincero e perciò quanto mai sgradito, che egli nutre per lei, donna misteriosa e dallo sguardo profondo. Quegli occhi scuri sono l’ultimo abisso nel quale si specchiano i numerosi amanti, condotti nell’Ade dal postribolo di palazzo, fatto costruire dall’imperatrice.
Il romanzo di Antonella Prenner è ricco di spunti di riflessione sulla condizione della donna e sulla sua marginalità anche se vicina a ruoli di potere, ottenuto attraverso il matrimonio o per discendenza dinastica. Messalina è una donna che ha perso sé stessa, nella ricerca spasmodica di ciò che il suo sesso e la sua posizione sociale non le consentono di ottenere, fino all’ultima e più grande illusione, quella che le costerà la vita: l’amore, ricambiato, per un uomo e il matrimonio segreto con questo, il progetto d’uccidere il detestato Claudio ed ottenere, finalmente, la libertà mai assaggiata. Il baratro d’infelicità di Messalina è lo stesso che ha inghiottito Giulia, figlia dell’Imperatore Augusto e della sua prima moglie, Scribonia: donne ribelli e mai remissive, che non si piegano ad un fato disegnato per loro dagli uomini che ne soffocano con la violenza l’indipendenza, impedendo loro di essere protagoniste del proprio destino, colpevoli di vivere la propria sessualità con la libertà che era invece concessa all’uomo e, in qualche misura, perfino socialmente accettata.

Il canto di Messalina è un affresco storico con pagine dolorose d’incredibile lirismo, esplorando insondabili abissi d’infelicità e d’impotenza, e si tinge di tinte fosche e si avvale di una lingua più dura e tagliente perdendosi attraverso le scie di sangue della storia romana, nel racconto di vincitori e vinti.

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A proposito di Giorgia D'Alessandro

Laureata in Filologia Moderna alla Federico II, docente di Lettere e vera e propria lettrice compulsiva, coltivo da sempre una passione smodata per la parola scritta.

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