Il Circo della notte di Erin Morgenstern è un romanzo affascinante nelle descrizioni, a discapito di una storia non proprio coerente.
Londra, ultimi anni dell’età vittoriana. Due illusionisti rivali, Prospero l’incantatore e un misterioso uomo in grigio noto come Mr A.H. decidono di sfidarsi a duello.
Ma non saranno loro a scontrarsi, bensì i loro rispettivi allievi: Celia, figlia di Prospero che fin dalla tenera età riesce a manipolare gli oggetti a suo piacimento e Marco, un orfano che Mr. A.H. prende sotto la propria custodia facendolo studiare e rendendolo un abile inventore di attrazioni.
L’arena dello scontro sarà il “Cirque des Rêves”, un circo itinerante fondato dall’eccentrico imprenditore Chandresh Christophe Lefèvre e che ha la particolarità di aprire al tramonto e di chiudere all’alba.
I destini di Celia e Prospero si incrociano, ma non nel modo in cui speravano i loro mentori. I due ragazzi finiscono per innamorarsi, mettendo in discussione la sfida a cui sono legati.
Il Circo della notte. Il fascino di descrizioni vivide e magiche…
A luglio di quest’anno Fazi Editore ha pubblicato Il Circo della notte, opera di debutto della scrittrice e artista statunitense Erin Morgenstern. Un romanzo ascrivibile alla categoria dei fantasy young adult che, come tutte le opere prime che si rispettino, mostra i suoi pregi e difetti.
Partiamo dai lati positivi: l’autrice padroneggia la penna come se fosse un pennello. Non si rimane indifferenti alle vivide descrizioni del Cirque des Rêves il quale, all’interno del suo tendone bianco e nero, racchiude un microcosmo fatto di acrobati, giocolieri, profumi, illusioni e magie.
E se di magia bisogna parlare, Erin Morgestern riesce a rendere partecipi i lettori facendogli percorrere lo stesso tragitto che compiono i visitatori del circo, che diventano parte integrante delle sue attrazioni. Questo, tuttavia, a discapito della storia.
… e la mancanza di spessore e credibilità nella narrazione
Il punto debole de Il Circo della notte è infatti la sua struttura narrativa, a partire da dei buchi di cui soffre la trama.
Di questa sfida tra maghi, fulcro della storia, viene detto poco o niente; Per quale motivo Prospero e l’uomo in grigio decidono di duellare? E come è nata l’usanza della sfida tra maghi e tutto il rituale che la contraddistingue? Sono domande destinate a non avere una risposta, se non nella mente di qualche aspirante scrittore che, dopo aver preso appunti lungo tutta la lettura, si cimenterà nello scrivere una fanfiction sull’argomento.
Un discorso leggermente diverso riguarda, invece, i personaggi. Celia e Marco sono due ragazzi accomunati dal bisogno di affetto che i loro maestri gli hanno fatto mancare. Prospero è un padre crudele e incapace di amare sua figlia, torturandola in ogni modo per affinare i suoi poteri e pronto a umiliarla in ogni occasione anche quando, a causa di un esperimento finito male, perderà la sua forma umana divenendo un fantasma. Invece Mr. A.H. mostra a Marco un’assenza fisica, lasciandolo sempre solo e immerso nei libri della sua lussuosa casa.
La storia d’amore tra i due protagonisti nasce da queste basi. Erin Morgenstern la tinteggia con tonalità di accesa passione, senza però disdegnare tratti di dolcezza che forse possono risultare eccessivi a chi è poco tollerante verso episodi di eccessiva tenerezza.
L’universo de Il circo della notte è popolato da molti altri personaggi. Alcuni interessanti e ben delineati come l’orologiaio Friedrick Thiessen, il quale dà il via a una vera e propria setta di seguaci affascinati dal circo, che lo seguono in ogni parte del mondo. Altri invece risultano essere macchiette poco delineate come Bailey, deuteragonista del romanzo, un ragazzo di campagna che rifiuta la vita da guardiano di pecore a cui sembra destinato per seguire quel tendone pieno di sogni e meraviglie. L’azione di questo personaggio si rivela fondamentale per lo scioglimento della vicenda nel finale, che tuttavia l’autrice delinea in modo talmente sbrigativo e confusionario facendolo scadere nella banalità.
Giunti a questo punto si potrebbe pensare che Il Circo della notte sia uno di quei libri di consumo per cui non varrebbe la pena di spenderci i soldi e il tempo.
Eppure, con tutti i difetti che può avere, il romanzo d’esordio di Erin Morgenstern riesce ad attrarre anche il lettore medio che non divora fantasy a pranzo e a cena. La sola capacità della scrittrice americana di disegnare immagini surreali e fantastiche in grado di far viaggiare la mente vale il prezzo del biglietto e fa dimenticare gli evidenti difetti della sua opera. E non è forse questa una tra le missioni principali della letteratura, anche di quella che chiamiamo “commerciale”?
Immagine di copertina: Fazi Editore