Il libro delle due vie, il nuovo best seller di Jodi Picoult

recensione il libro delle due vie

Il Libro delle due vie è il nuovo romanzo di Jodi Picoult, edito Fazi. L’autrice si è guadagnata il premio New England Bookseller Award e il Premio Alex con La custode di mia sorella, la sua opera più conosciuta, dal quale è stato tratto l’omonimo film.
Il Boston Globe definisce Jodi Picoult come un’artigiana delle parole, in grado di creare situazioni che non solo stimolano la mente, ma toccano le ferite dell’anima.

Il libro delle due vie, trama

Quando la vita sta per volgere al termine e si passa in rassegna ogni momento, quale domanda ci si pone?
Cosa è rimasto incompiuto?
Dawn Eldelstein se lo domanda, quando ascolta l’assistente di volo annunciare: “Signori e signore, abbiamo appreso dal capitano che ci stiamo preparando a un atterraggio d’emergenza”.
Inaspettatamente, davanti ai suoi occhi, non le si dipana l’immagine della sua bella famiglia, suo marito Brian e la sua adorata figlia Meret, ma quella dell’uomo che ha amato quindici anni prima, Wyatt Armstrong, il caldo torrido del deserto egiziano e il dottorato che non ha mai conseguito.
Quando Dawn sopravvive allo schianto, la melancolia riportata dal suo passato le si propone come una scelta: ritornare alla sua quotidianità, riabbracciare la propria famiglia e riprendere il suo lavoro di doula di fine vita, o scappare in Egitto, per ritrovare Wyatt, e completare la sua tesi in egittologia, riguardo il libro delle due vie.

«Libro delle due vie è la prima mappa conosciuta dell’aldilà (…). Mostrava due strade che serpeggiano attraverso il regno dei morti di Osiride: una via di terra, nera, e una via d’acqua, azzurra, separate da un lago di fuoco. Seguire la mappa è come prendere un traghetto e fare un giro in auto: entrambi gli itinerari conducono al Campo delle Offerte, dove il defunto conduce un’esistenza gioiosa con Osiride per l’eternità.»

Queste due possibilità si manifestano al lettore, come se fosse davanti a una sfera di cristallo, in un alternarsi di capitoli Terra/Egitto e Acqua/Boston, con due versioni di Dawn divise tra la decisione giusta per gli altri o quella migliore per sé.
Due strade diverse che portano la protagonista a interrogarsi sulle scelte passate, presenti e future e sul come abbiano influenzato la sua vita e quella degli altri.
Una decisione può cambiare davvero il futuro di una persona o la sua strada è già stata battuta? Esiste una sola versione della vita di un individuo o ce ne sono altre che si moltiplicano, ogni volta che ci si trova davanti a un bivio?
Il libro delle due vie è un romanzo emozionante sul valore delle proprie scelte, il titolo, d’altronde, è l’esegesi del testo stesso.

Un’espressione contemporanea di Eros e Thanatos

Il romanzo di Jodi Picoult esplora l’anatomia sentimentale, analizzando attraverso la sua fine prosa la fallacità della ragione, quando ci si trova davanti alle proprie pulsioni.
Il libro delle due vie può considerarsi un’espressione contemporanea di Eros e Thanatos, ed è da questa dicotomia che nasce il romanzo stesso: davanti agli occhi freddi della morte, Dawn ripensa alla pulsione vitale del vero amore.
Questa immagine, però, non ha l’aspetto che lei immaginava ed è stata repressa per anni nella sua mente.
L’esperienza pre-morte è il germoglio del dubbio, un dubbio che cresce quanto il ricordo del suo amore folle ogni volta che si interroga riguardo la fine della sua vita, a causa del suo mestiere che la porta ad assistere malati terminali, nella linea temporale in cui non ha lasciato tutto per rincorrere quel sentimento.

In questo sliding doors emozionante, Jodi Picoult narra con maestria il processo mentale che c’è dietro ogni incrocio. Con la sua penna talentuosa è capace di portare il lettore nei luoghi abilmente descritti, come se stesse varcando lui stesso le tombe dei faraoni e calpestando la sabbia del deserto. 

Immagine di Fazi Editore

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A proposito di Dana Cappiello

Classe 1991, laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione. Ho sempre sentito l’esigenza di esprimermi, impiastricciando colori sui fogli. Quando però i pensieri hanno superato le mie maldestre capacità artistiche, ho iniziato a consumare decine di agende. Parlo molto e nel frattempo guardo serie tv e leggo libri.

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