Tutankhamon: Viaggio verso l’Eternità, la nuova mostra inaugurata al Castel dell’Ovo dedicata al noto faraone morto in gioventù
Tutankhamon: Viaggio verso l’Eternità è la nuova mostra inaugurata il giorno sabato 23 ottobre al Castel dell’Ovo di Napoli, curata da Clarissa Decembri e organizzata da Innovation con il patrocinio dell’Assessorato all’Istruzione, alla Cultura e al Turismo del Comune.
Si tratta di una mostra itinerante che dopo essere giunta al Palazzo Medici di Firenze nel 2020 (prima del lockdown di marzo) arriva a Napoli e proseguirà il suo tour italiano anche il prossimo anno, in occasione del centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon.
Tutankhamon: Viaggio verso l’Eternità, una mostra multimediale che vuole stupire i visitatori
Tutankhamon: un Viaggio verso l’Eternità vuole celebrare la scoperta che continua ad affascinare ancora oggi, quella del ritrovamento del celebre faraone morto in gioventù, divenuto popolare per la sua “maledizione” dopo la morte di Lord George Herbert Carnarvon ( il nobile inglese che finanziò la spedizione) e di Howard Carter, l’archeologo che guidò la spedizione negli anni Venti. La maledizione divenne argomento principale dei giornali e ispirò anche il film La Mummia di Karl Freund (1932).
In questa esposizione, i visitatori hanno la possibilità di scoprire il mondo degli antichi egizi grazie alle riproduzioni di ben 100 reperti realizzati con la partecipazione del del Ministero delle Antichità Egizie e altri 60 reperti originali provenienti dal Museo Archeologico nazionale di Firenze. Tra gli oggetti di questo viaggio nella civiltà egizi abbiamo diversi vasi canopi, il carro da guerra del monarca, i sarcofagi e la celebre maschera del faraone conservata al Museo del Cairo.
Un viaggio con “la guida di Howard Carter”
Tra pareti con geroglifici e oggetti della quotidianità, ad accompagnare i visitatori c’ è l’ologramma dello stesso Carter, l’archeologo che nel 1922 scoprì la tomba di Tutankhamon. Interpretato da Bruno Santini (realizzato da Image Project) l’egittologo inglese fornisce spiegazioni ai turisti su come abbia scoperto la cripta, facendoci immaginare di essere presenti quel giorno e smentisce la triste leggenda che segnò la fama del sovrano egizio dopo il suo ritrovamento.
Inoltre per i veri amanti della storia, c’è anche la possibilità di rivivere il mondo di questa antica civiltà grazie alla tecnologia 3D offerta da Unsquare Life che permette di rivivere in prima persona la grande avventura del team di archeologi dello scorso secolo.
Napoli, la Campania e l’Egitto; un legame tra la terra dei faraoni e la Città di Partenope
Una nuova occasione che permetterà alla città di Napoli e la Campania di ricordare il suo legame con il mondo dei faraoni, basta pensare che nel II secolo a.C., nelle città di Napoli, Benevento, Pozzuoli, Santa Maria Capua Vetere e Pompei erano praticati molti culti orientali, tra cui quello della dea egizia Iside. Famoso è il caso della comunità di mercanti alessandrini che si stabilirono nella Regio Nilensis di Neapolis (attuale piazzetta Nilo). Ancora oggi al centro della pizza abbiamo la celebre statua rappresentate il fiume africano con aspetto antropomorfo.
Altri reperti dedicati alla dea Iside sono conservati al Museo Archeologico nazionale di Napoli e al Museo Arcos, una sezione egizia del Museo del Sannio di Benevento con oggetti provenienti dal tempio dedicato alla divinità orientale.
Infine il caso del “Macellum”, area archeologica della città flegrea di Pozzuoli. Uno scavo borbonico del 1750 ritrovò una statua del dio greco-alessandrino Serapide, gli archeologi credevano che fosse un tempio dedicato alla divinità ma le ulteriori ricerche smentirono tale teoria, scoprendo che si trattata di una zona dedicata alle attività commerciali.