Josh Ritter: Una grande, gloriosa sfortuna | Recensione

Josh Ritter

Una grande, gloriosa sfortuna (titolo originale The Great Glorious Goddamn of it All, tradotto da Francesca Pellas) uscito in Italia a fine febbraio, è il best seller di Josh Ritter, scrittore e cantautore americano, pubblicato dalla NNeditore. Una grande, gloriosa sfortuna racconta, attraverso gli occhi e le avventure del taglialegna Weldon, ormai novantanovenne, un’America d’altri tempi, intrisa di sogni e superstizioni dove ognuno si fa giustizia da sé in un mondo senza leggi. 

Josh Ritter è un cantautore e uno scrittore americano nato in Idaho, il quale è stato nominato tra i 100 più grandi cantautori viventi con Bob Dylan, Bruce Springsteen e Neil Young. 

Una grande, gloriosa sfortuna di Josh Ritter: sinossi

Siamo in Idaho, Stati Uniti. Weldon  Applegate è un novantanovenne scorbutico ed irriverente proveniente da una famiglia di boscaioli. Sul letto di morte, non per cause naturali, Weldon inizia a raccontare la sua lunga vita. Proprietario, suo malgrado, di una terra desolata e impervia ma ricca di foreste perciò definita  “Terreno Perduto”, si trova a combattere, malgrado sia appena tredicenne, con Linden Laughlin, uomo senza scrupoli che vuole approfittare della sua giovinezza ed inesperienza per impadronirsene.  Weldon non si lascia sopraffare e con le unghie e con i denti riesce a tenergli testa e a vivere una lunga vita ricca di avventure. 

«Seppellitemi lì accanto a lui. Badate: non “poco più giù”, non “appena più in là, così Weldon può riposare in pace”. Voglio che mi mettiate proprio accanto a quello stronzo, e che cazzo. E intendo attaccato. Gomito a gomito. Sono anni che aspetta che io muoia per avere la montagna tutta per sé. Se è questo che pensa, avrà una gran bella sorpresa.»

Scritto con linguaggio irriverente e a tratti sopra le righe, Una grande, gloriosa sfortuna ti porta ad affezionarti subito al vecchio Weldon e a considerarlo uno di famiglia.  Il romanzo racconta di un’America d’altri tempi dove ognuno è libero di farsi giustizia da sé, senza leggi né limiti. Un’America ancora ingenua, desiderosa di cambiare il mondo ma ancora troppo ancorata a leggende e superstizioni. 

«Non è facile uccidere un uomo. È un bel casino. Non so che modello fosse la pistola di Bud Maynard, ma evidentemente sparava dei cazzo di proiettili magici, perché non ti lasciava neanche un buco.»

Consigliato a chi ama l’avventura, il vecchio West e le ballate, perché Una grande, gloriosa sfortuna ha un ritmo musicale e avvolgente.

Fonte immagine: Ufficio Stampa

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A proposito di Rita Giordano

Sono laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche e mi occupo di progettazione sociale per il No Profit. Mi definisco curiosa e appassionata verso l’arte in tutte le sue forme: amo scrivere, dipingere ma soprattutto leggere, tanto da andare in astinenza se non leggo per più di un una settimana. Ho collaborato con varie riviste specializzate (Storie, Cevitasumarte, Guerra e Pace, Eco delle città).

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