Zecchinetta: storia ed origine del gioco

Zecchinetta: storia e regole del gioco di carte

Il termine zecchinetta indica un gioco d’azzardo simile alla toppa, con più mazzi di carte da gioco e un numero non definito di giocatori, in cui vince chi possiede la carta uguale a quella che il mazziere scopre dal mazzo. La zecchinetta era un gioco i cui partecipanti erano persone di “mal affare”. Il linguaggio colorito e le parole forti erano comuni tra i giocatori.

Cos’è la zecchinetta?

La zecchinetta è un gioco d’azzardo, simile al gioco della toppa, praticato con uno o più mazzi di carte da gioco, di solito 40 carte. Ogni giocatore, a turno, ricopre il ruolo di banchiere e mazziere. Lo scopo del gioco, come in tutti i giochi d’azzardo, è vincere le puntate indovinando la carta estratta. Le vincite dipendono dalle puntate effettuate dai giocatori sul tavolo da gioco. Spesso i gruppi di gioco, soprattutto durante la fase della cosiddetta smazzata, sono decisamente chiassosi e accompagnano le giocate con grida e sfottò.

Storia della zecchinetta: origini del gioco di carte

La zecchinetta è un gioco introdotto in Italia dai lanzichenecchi nel XVI secolo e da cui prende il nome. Le truppe tedesche di Carlo V, secondo quanto si apprende da nozioni storiche giunte sino ad oggi, erano amanti dei giochi di carte ed erano soliti intrattenersi con la zecchinetta, che proprio dai lanzichenecchi prende la sua origine onomatopeica. Il nome deriva infatti dal termine tedesco “Landsknecht”, che significa appunto “lanzichenecco”.

Zecchinetta: regole e svolgimento del gioco

All’inizio si giocava con tre mazzi di carte, in seguito si è iniziato a giocare con un mazzo di carte italiano, per un totale di 40 carte. A turno ogni giocatore ricopre il doppio ruolo di banchiere e mazziere. Il banchiere stabilisce i limiti massimi e minimi per le puntate, apre il gioco con la frase: “Mmesca, taglia e dispenza“, e dispone sul tavolo tre carte scoperte, le prime due per i giocatori e la terza per sé. I giocatori effettuano delle scommesse su ognuna delle successive carte del mazzo, che saranno mostrate, una alla volta, dal banchiere. Se la carta mostrata ha lo stesso valore della carta del banchiere, ognuno dei giocatori riceve da questi una posta pari a quella puntata. Se la carta mostrata ha lo stesso valore di quelle dei giocatori, il banchiere raccoglie le relative puntate. Se la carta mostrata ha un valore diverso da tutte le altre in gioco, viene posta dal mazziere accanto alle altre in gioco e anche su questa nuova carta si potranno effettuare puntate. Se la carta uscita è nuova ‘o banchiere dice “chesta è fresca, puntate”. Le puntate fatte sulle carte non estratte restano in gioco.

Curiosità, legalità e cultura popolare

La zecchinetta, essendo un gioco d’azzardo illegale, se praticata con fini di lucro e in un circolo ricreativo, luogo in cui è assolutamente vietato, è un illecito perseguibile penalmente. La zecchinetta, è stata inserita nella tabella dei giochi d’azzardo, quindi proibiti. La diffusione di questo gioco era tale che spesso venivano organizzate delle vere e proprie truffe ai danni dei giocatori meno esperti. La zecchinetta è un gioco antico, che si colora di tradizione: in ogni città esiste qualche “regola aggiunta” a quelle tradizionali. Si tratta di un gioco storico, noto per essere fonte di divertimento e risate, si può definire “folkloristico”. Ogni partita a zecchinetta è caratterizzata da un forte caos condito di risate e urla di vario genere che si concludono alla fine del gioco quando, per la felicità dei vincitori, il banco paga le varie puntate. Questo gioco è citato anche all’interno di uno dei capolavori dell’autore e poeta Leonardo Sciascia: ne Il giorno della civetta, uno dei personaggi principali è soprannominato Zecchinetta per la passione nel gioco. Questo dimostra quanto la zecchinetta fosse radicata nella cultura popolare italiana, soprattutto in Sicilia, terra d’origine di Sciascia.

Immagine in evidenza: pixabay 

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