La misteriosa scomparsa di don Vito Trabìa | Recensione

Pubblicato da Newton Compton Editori La misteriosa scomparsa di don Vito Trabìa, un giallo ad alta tensione scritto da Sebastiano Ambra. 

Cosa rende un giallo un “grande giallo”? È questo, infatti, il sottotitolo provocatorio del romanzo di Sebastiano Ambra, pubblicato da Newton Compton Editori con il titolo – anch’esso un classico del giallo – La misteriosa scomparsa di don Vito Trabìa. / Un grande giallo

Acclamato come “giallo dell’anno”, con tutti gli ingredienti giusti (intreccio, tensione, sentimenti) nelle giuste proporzioni, il romanzo di Sebastiano Ambra è accattivante, spassoso e piuttosto fuori dagli schemi. Un romanzo che è come un viaggio, una corsa contro il tempo tra le meraviglie di Palermo. 

LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI DON VITO TRABÌA: Trama e recensione 

Palermo, anni nostri. Vito Trabìa è un pericoloso latitante e l’operazione per catturarlo finisce con un nulla di fatto: i poliziotti, giunti sul posto in cui avrebbero dovuto sorprendere il boss, trovano solo un vecchio lattaio, mentre di don Vito non vi è alcuna traccia.

A Palermo l’ispettrice Malena Di Giacomo, reduce dalla difficile rottura con la sua ragazza, riceve quella che a prima vista sembra la lettera di un mitomane, ma che si rivela in realtà un guanto di sfida: qualcuno ha rapito Vito Trabìa e ora intima a Lena di ritrovarlo, entro ventiquattro ore e senza l’aiuto dei colleghi, altrimenti il boss verrà ucciso.

L’ispettrice non ha scelta, ma il compito è tutt’altro che semplice: per arrivare a capire dov’è don Vito, dovrà infatti risolvere la sequenza di indovinelli escogitata dal rapitore, enigmi che fondono arte e letteratura con la storia e le leggende del capoluogo siciliano. Aiutata dallo psicologo Leonardo Colli, Lena intraprenderà così una pericolosa caccia al tesoro, che la condurrà tra i vicoli e i monumenti di una Palermo misteriosa ed esoterica, per giungere a perdifiato all’epilogo di una storia nella quale niente è come sembra.

La storia narrata in La misteriosa scomparsa di don Vito Trabìa è frutto della mente di un sottile scrittore siciliano. Sebastiano Ambra è infatti nato a Catania nel 1979 e oggi vive ad Acireale. Laureato in lettere, è giornalista e si occupa di comunicazione. Ha scritto per la carta stampata, il web e la TV. Ha pubblicato il romanzo L’enigma del secondo cerchio (2018), il saggio Tabaccai. Il fumo li uccide (2012) e Fango. Storie di gente che ha perso tutto (2010).

Ben congegnata la stesura del romanzo e coinvolgente la trama, persino per quanto riguarda la scelta dei luoghi magnifici e non casuali richiamati nel corso delle indagini. Moltissime le forme dialettali presenti. Riesce comunque benissimo il passaggio dal dialetto siculo a un linguaggio più ricercato, quello usato dagli studiosi dell’arte medievale con tanto di filastrocche, enigmi indovinelli e citazioni di miti, dei ed eroi. 

La vera protagonista, l’ispettrice Lena, sembra in tutto e per tutto fuori dall’ordinario, sia per la sua storia personale sia per quella “sociale”, sola donna facente parte delle forze dell’ordine in mezzo a un mondo di colleghi quasi solo uomini, ancora pieni di pregiudizi nei confronti delle donne che scelgono tale carriera. Descritta con cura e veridicità la vita locale, nella quale la mafia si integra perfettamente con la gente comune. Parecchi i colpi di scena, è molto interessante il fatto sia un uomo ad affiancare la detective, nel caso specifico lo psicologo Leo, che si troverà coinvolto nel caso in modo rocambolesco e gustoso. 

Promosso a pieni voti questo “grande giallo” di Sebastiano Ambra: un romanzo memore della lezione di Camilleri e come tale pieno di Sicilia ed in essa splendidamente ambientato, trovando in essa la cornice naturale per quelle che sono indagini e ricerche ad alta tensione, sia intellettuale che culturale. Scorrevole ed elegante lo stile di Sebastiano Ambra, che riesce ad armonizzare miti locali ad enigmi assai particolari, creando scenari che tengono il lettore in sospeso fino all’ultima pagina.

Fonte immagine: Ufficio Stampa

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A proposito di Giulia Longo

Napolide di Napoli, Laurea in Filosofia "Federico II", PhD al "Søren Kierkegaard Research Centre" di Copenaghen. Traduttrice ed interprete danese/italiano. Amo scrivere e pensare (soprattutto in riva al mare); le mie passioni sono il cinema, l'arte e la filosofia. Abito tra Napoli e Copenaghen. Spazio dalla mafia alla poesia.

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